Germania, le aziende non possono chiedere ai dipendenti lo stato di vaccinazione contro il Covid
Mentre in Italia non c’è nemmeno dibattito sulle vaccinazioni, il sindacato apre alla vaccinazione obbligatoria e si limita ad esprimere appena qualche perplessità sul cosiddetto ‘Green Pass’ sui luoghi di lavoro, in tutt’altra direzione muove la Germania, dove i datori di lavoro non potranno avere informazioni circa lo status vaccinale del lavoratore.
“Dobbiamo agire secondo lo stato di diritto. Agire in base allo stato di diritto significa che un datore di lavoro non ha diritto alle informazioni sui dati sanitari... [e] non è nemmeno autorizzato a guardare le cartelle cliniche di un dipendente, perché si tratta di dati molto personali”, ha affermato il ministro del Lavoro tedesco Hubertus Heil ai microfoni dell’emittente ARD.
Quindi i datori di lavoro non potranno accedere alle informazioni che rivelano lo stato di vaccinazione Covid dei lavoratori, anche se ha aggiunto che potrebbero essere necessarie "soluzioni pragmatiche" per alcuni settori considerati ad alto rischio di trasmissione del virus.
Per questo motivo Heil si è detto "favorevole a trovare soluzioni pragmatiche" per i luoghi di lavoro a maggior rischio di trasmissione del Covid, ovvero carceri, ospedali e case di cura. Ciò potrebbe significare richiedere ai dipendenti di dimostrare di essersi ripresi dal coronavirus, di essere stati vaccinati o di essere risultati negativi a tampone.
La Confindustria tedesca ha esercitato pressioni sul governo per concedere loro il potere di chiedere ai lavoratori se sono vaccinati o meno. Thilo Brodtmann, il capo della Federazione tedesca degli ingegneri, ha dichiarato martedì che "i dipendenti devono fare tutto il possibile per ridurre a zero il rischio di infezione" e "questo include almeno l'obbligo di fornire queste informazioni".
Intanto nella vicina Francia non si placano le proteste, che vanno avanti da settimane, contro un decreto del governo che richiederà ai lavoratori di alcuni settori – come vigili del fuoco, operatori sanitari, assistenti sanitari e alcuni soldati – di farsi vaccinare entro il 15 settembre, altrimenti scatteranno sanzioni.
In Italia invece è stato introdotto il cosiddetto ‘Green Pass’ che si ottiene tramite vaccinazione o un tampone effettuato nelle 48 ore precedenti. Dal 1 settembre è stato esteso anche a treni, aerei, pullman e traghetti. Il governo sta anche valutando di ampliarlo per includere il personale degli uffici e dei supermercati.
La misura continua a suscitare perplessità e polemiche perché lungi dall’essere una misura sanitaria o di prevenzione, mostra sempre più la sua natura squisitamente politica. Per questo la scelta controcorrente della Germania risulta significativa.