Francesco Erspamer - La bidenizzazione della Meloni e come agisce il potere liberista

8870
Francesco Erspamer - La bidenizzazione della Meloni e come agisce il potere liberista

 

La bidenizzazione di Meloni è la conferma che il potere liberista non consente alternative a sé stesso: se (ancora) non ricorre sistematicamente alla violenza è perché non ne ha bisogno, gli bastano la corruzione finanziaria, il monopolio mediatico, le minacce (nella fattispecie le basi militari americane, per questo mantenute in Italia dopo la fine della Guerra Fredda e per questo oggi auspicate dai ricchi (o aspiranti tali) finlandesi e ucraini), nonché il consumismo compulsivo di prodotti ed emozioni, una specie di ricetta dell’eterna giovinezza promessa alla gente attraverso l’appiattimento sul nuovo, in quanto tale privo di durata, memoria e responsabilità.

Altro che comunismo, descritto dalla propaganda occidentale come un totalitarismo e che invece è caduto senza ricorrere a una guerra che avrebbe provocato immani stragi. Fateci caso: neanche un paese, uno solo, è mai riuscito a uscire dal capitalismo una volta che lo aveva accolto. Non illudetevi: quando finalmente il capitalismo entrerà in crisi, prima di lasciare spazio ad altri progetti politici e sociali si difenderà a oltranza e con ogni mezzo (bombe atomiche incluse), anche al prezzo di distruggere il pianeta. Del resto il motto degli americani era «better dead than red», meglio morti che rossi, e i rampanti italiani la pensano allo stesso modo. Come mai? Perché lo scopo del comunismo era il bene del popolo, a volte tradìto ma mai rinnegato; mentre lo scopo del capitalismo, dichiaratamente, è il bene dell’individuo (mors tua vita mea, il dogma del libero mercato).

Per cui smettetela di lamentarvi e di agitare a sproposito il fantasma del fascismo, che fu totalitario e brutale ma non egemonico (e quando fu egemonico non ebbe bisogno di essere brutale). Meloni non è fascista: è peggio, è una liberista, esattamente come Draghi, Mattarella, Letta (e Bonaccini e Schlein), Salvini, Renzi, Berlusconi, Grillo e Di Maio, nonché i cespuglietti liberal e radicali. Lo siete anche voi? E allora quale è il problema? Avete tante correnti (non sono partiti in quanto non ammettono l’esistenza di posizioni antitetiche) che fanno a gara per la medaglia del più liberista. Se invece credete ancora nello Stato più che nei privati, nelle comunità più che negli individui, nella diversità dei popoli e delle culture piuttosto che nel brodo globalista, nelle tradizioni e nella transgenerazionalità invece che nell’innovazione fine a sé stessa, nei rapporti umani invece che in quelli virtuali, allora occorre che vi rimbocchiate le maniche, che ritroviate la volontà di lottare per i vostri ideali e impariate a farlo, se necessario sacrificando qualcosa.

Per vincere? No, in questa nostra epoca per «avere successo» in tempi brevi occorre adeguarsi a mode e tendenze, come ha fatto Meloni. Possiamo solo resistere per dimostrare quelle che una volta si sarebbero definite le nostre virtù e per affermare i nostri valori: senza altro scopo che tale virtù, che tali valori, che tale resistenza. C’è uno splendido concetto introdotto da San Paolo che esprime questo proposito: il katéchon, la forza che frena l'avanzata dell'Anticristo e allontana la fine del mondo, anche se così si ritarda la venuta del regno di Dio. Che significa? Che c’è un’alternativa sia a subire l’apocalisse sia ad adagiarsi in essa, ed è la sostituzione dell’egocentrismo con la fiducia nella collettività di cui si fa parte, in senso spaziale e temporale, inclusi dunque coloro che verranno dopo di noi: per cui non è nostro compito realizzare il bene (la nostra idea di bene) adesso, di colpo e a qualsiasi costo (il «vogliamo tutto» dei vincenti ma anche della sinistra che stava scoprendo l’edonismo consumista): dobbiamo soltanto dare il nostro modesto e umile contributo a un processo di lunga durata, al quale partecipiamo senza controllarlo. In particolare, nell’attuale contingenza, si tratta di rallentare la diffusione del male e così guadagnare tempo: per farci trovare pronti (noi stessi o più probabilmente i nostri discendenti) alle crisi che verranno (e verranno, vengono sempre) e saperne allora approfittare invece di sprecare l’ennesima occasione.

Ecco, a chi mi chiede: che fare?, posso solo rispondere in questo modo: prepariamoci. Attraverso le azioni (l’esperienza tempra, forma) ma soprattutto attraverso lo studio, l’attenzione, la disciplina, l’organizzazione. Se invece avete fretta, meglio che vi accontentiate di un videogioco.

Francesco Erspamer

Francesco Erspamer

 

Professore di studi italiani e romanzi a Harvard; in precedenza ha insegnato alla II Università di Roma e alla New York University, e come visiting professor alla Arizona State University, alla University of Toronto, a UCLA, a Johns Hopkins e a McGill

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

La scuola sulla pelle dei precari di Marco Bonsanto La scuola sulla pelle dei precari

La scuola sulla pelle dei precari

Recessione e inflazione, due facce della stessa medaglia. di Giuseppe Masala Recessione e inflazione, due facce della stessa medaglia.

Recessione e inflazione, due facce della stessa medaglia.

Basta che se ne parli di Francesco Erspamer  Basta che se ne parli

Basta che se ne parli

L'Ecuador verso l'abisso. Contro tutti i pronostici vince Noboa di Geraldina Colotti L'Ecuador verso l'abisso. Contro tutti i pronostici vince Noboa

L'Ecuador verso l'abisso. Contro tutti i pronostici vince Noboa

Israele, la nuova frontiera del terrorismo di Clara Statello Israele, la nuova frontiera del terrorismo

Israele, la nuova frontiera del terrorismo

La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo di Leonardo Sinigaglia La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo

La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo

Missile sulla chiesa di Sumy: cui prodest? di Francesco Santoianni Missile sulla chiesa di Sumy: cui prodest?

Missile sulla chiesa di Sumy: cui prodest?

La nuova Bucha di Zelensky di Marinella Mondaini La nuova Bucha di Zelensky

La nuova Bucha di Zelensky

I dazi e il capitalismo deglobalizzato di Giuseppe Giannini I dazi e il capitalismo deglobalizzato

I dazi e il capitalismo deglobalizzato

Il Colonialismo della mozione congiunta PD, M5S, AVS di Michelangelo Severgnini Il Colonialismo della mozione congiunta PD, M5S, AVS

Il Colonialismo della mozione congiunta PD, M5S, AVS

La California verso la secessione dagli Stati Uniti? di Paolo Arigotti La California verso la secessione dagli Stati Uniti?

La California verso la secessione dagli Stati Uniti?

Mattarella firma la legge liberticida di Michele Blanco Mattarella firma la legge liberticida

Mattarella firma la legge liberticida

Un sistema da salari da fame che va rovesciato di Giorgio Cremaschi Un sistema da salari da fame che va rovesciato

Un sistema da salari da fame che va rovesciato

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti