Financial Times: Il bombardamento del nord di Gaza si avvicina ai livelli della Seconda Guerra Mondiale

Financial Times: Il bombardamento del nord di Gaza si avvicina ai livelli della Seconda Guerra Mondiale

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Sono passati 60 giorni dalla rappresaglia di Israele con terrificanti bombardamenti contro la Striscia di Gaza dopo l’operazione della Resistenza palestinese denominata “Tempesta di al Aqsa”, in risposta ai crescenti crimini di Tel Aviv nella Cisgiordania occupata e nell’enclave costiera assediata.

La portata del massacro è ormai sotto gli occhi di tutti, sono più di 16.000 i morti, più della metà donne e bambini.

È una prova di onnipotenza distruttiva che, al contrario, deve essere pubblicizzata come monito. Chi si ribella sarà schiacciato con ogni mezzo, non importa quale sarà il prezzo in termini di vite umane, tutto avverrà con il beneplacito delle “democrazie” occidentali.

Indirettamente o meno, questo monito si riflette in un articolo pubblicato ieri dal Financial Times.

Senza troppi giri di parole, il FT riporta che l’entità della devastazione e della distruzione nel nord di Gaza in meno di sette settimane si è avvicinata ai livelli visti durante gli anni di bombardamenti a tappeto delle città tedesche durante la Seconda Guerra Mondiale.

Nell’articolo si legge che oltre il 60% degli edifici nel nord di Gaza sono stati gravemente danneggiati. In tutto il territorio costiero più di 300.000 unità residenziali sono state danneggiate o distrutte.

Se non fosse chiaro, nell’articolo si fa riferimento ai diversi tipi di munizioni che l’esercito israeliano sta usando contro la Striscia di Gaza, comprese le “dumb bombs” MII7 non guidate e le “earth-shaking” GBU-31 da 2.000 libbre che erano tipicamente gli ordigni più grandi usati dalle forze statunitensi nella città irachena di Mosul, per citare un altro storico massacro.

In merito alle cifre, il quotidiano britannico ricorda che ”più di 15.000 abitanti di Gaza erano morti prima ancora che Israele iniziasse la sua offensiva nel sud la scorsa settimana”, pur precisando “che Israele sostiene che la cifra includa fino a 5.000 combattenti di Hamas”, fa un confronto storico inequivocabile: “nei primi nove mesi dell’invasione americana dell’Iraq nel 2003 furono registrati 12.000 civili uccisi.”

Il media britannico cita lo storico militare americano Robert Pape, autore di Bombing to Win, uno studio fondamentale sulle campagne di bombardamento del XX secolo: “"Dresda, Amburgo, Colonia: alcuni dei bombardamenti più pesanti mai avvenuti al mondo sono ricordati dai nomi dei luoghi", per questa ragione “Gaza è già una campagna di punizioni civili molto elevata. Passerà alla storia come una delle operazioni più pesanti mai intraprese con armi convenzionali”.

Come ha detto, lunedì scorso, Richard Peeperkorn rappresentante dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) nei territori palestinesi occupati, a Gaza “siamo vicini all'ora più buia dell'umanità".

La Redazione de l'AntiDiplomatico

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