Elena Basile - "E' chi non denuncia i crimini di Israele che favorisce l'antisemitismo"

Elena Basile - "E' chi non denuncia i crimini di Israele che favorisce l'antisemitismo"

I nostri articoli saranno gratuiti per sempre. Il tuo contributo fa la differenza: preserva la libera informazione. L'ANTIDIPLOMATICO SEI ANCHE TU!

 

 
di Elena Basile - Fatto Quotidiano, 31 gennaio 2024


Mi ero ripromessa di non personalizzare il dibattito, come avvenuto in passato, con Paolo Mieli e altre note voci del microcosmo mediatico, in quanto la difesa delle posizioni politiche ed etiche non deve essere contaminata da polemiche avvilenti. Ma non posso non rispondere all’editoriale di Mieli sul Corriere della Sera del 22 gennaio. Sono convinta che non otterrò risposte alle obiezioni razionali che pongo alle sue argomentazioni, ma spero che i lettori trarranno beneficio dallo smascheramento di alcune operazioni culturali di moda oggi.

Il potere fragile nelle dittature risponde al dissenso con la violenza, quello forte e radicato delle democrazie si limita a oscurare il pensiero non in linea con la narrazione dominante. È quanto di comune accordo i media mainstream fanno nei confronti della sottoscritta. Capisco che Mieli abbia un particolare affetto e rispetto per la storia di Israele. È in buona compagnia. Molti altri sono i giornalisti in auge che, talvolta per rispetto reverenziale verso una lobby potente e talvolta per convinzione, illustrano al lettore le ragioni di Tel Aviv. Mieli in particolare, pur ammettendo che le critiche al governo di Benjamin Netanyahu e dei suoi predecessori sono libere, punta l’indice contro l’antisemitismo che traspare dalle manifestazioni pro-Palestina e contro chi farebbe paragoni indebiti tra Israele e il nazismo. Non ho mai visto un giornalista indignarsi contro chi accosta Putin a Hitler, anche se Putin in Ucraina non ha commesso gli orrori a cui assistiamo a Gaza.

Premetto, a scanso di equivoci, che ho conosciuto l’intellighenzia ebraica in molti Paesi in cui ho servito a cominciare dall’Ungheria, dove ho avuto il privilegio di avere come interlocutore François Fejtö, convertitosi al cattolicesimo ma grande rappresentante della storia del popolo ebraico e del suo pensiero. Nutro una particolare ammirazione per la diaspora e le prime interpretazioni laiche del sionismo mi hanno trovato concorde. Condanno invece le interpretazioni messianiche del diritto degli ebrei alla terra promessa e le altre convinzioni irrazionali e di stampo religioso circa il popolo eletto che fanno a gara con la retorica statunitense relativa all’eccezionalismo degli Usa come potenza indispensabile.

L’antisemitismo ha avuto storicamente come bersaglio gli ebrei della diaspora, le loro usanze, la loro religione, le loro capacità commerciali, addirittura i loro tratti somatici. Oggi le manifestazioni pro-Palestina criticano le politiche di Netanyahu che sono contrarie al diritto umanitario e internazionale, realizzano crimini di guerra a Gaza, l’apartheid in Cisgiordania e sono sotto giudizio della Corte Internazionale di Giustizia Onu sull’ipotesi di intenti genocidi.

Non c’è ombra di antisemitismo. Quante volte è capitato anche a Mieli, nel criticare il nazismo, di fare riferimento ai tedeschi, senza per questo nutrire alcun intento razzista? L’operazione culturale portata avanti dalle élite asservite è costituita dalla delegittimazione delle critiche alle politiche criminali e di occupazione di Israele in Palestina, che vengono ipocritamente accusate di antisemitismo. La Germania, come Stato sconfitto nella Seconda guerra mondiale, è stata stigmatizzata per i crimini nazisti e il popolo tedesco ancora non si è liberato dal senso di colpa storico.

L’impunità che Mieli vorrebbe assicurare con la sua retorica a Israele non fa affatto bene alla comunità ebraica, i cui migliori rappresentanti hanno preso le distanze dalle spedizioni punitive realizzate ricorrentemente da Israele contro gli innocenti di Gaza. Di fronte ai massacri in corso, l’ipocrita trasformazione dell’oppressore in vittima che Mieli attua, richiamando a sproposito l’Olocausto e l’antisemitismo che poco hanno a che vedere con la strategia del governo israeliano, potrebbe alimentare un odio ingiustificato dei cittadini contro il popolo ebraico. La propaganda potrebbe fomentare fenomeni di rivalsa ingiustificata contro gli ebrei senza distinzioni, soprattutto da parte delle popolazioni arabe in Europa che fraternizzano con le vittime innocenti palestinesi. Chi vuole lottare contro l’antisemitismo deve pronunciare parole di giustizia e verità. L’Europa condanni i crimini di Israele, faccia rispettare il cessate i fuoco, sanzioni il terrorismo di Stato che è esecrabile come quello di Hamas. Questa sarebbe una politica a favore della comunità ebraica e contro i crimini di odio.

Immagini, caro Mieli, le invettive che le verrebbero naturali contro Hamas se stesse trucidando 10 mila bambini ebrei come quelle giustamente pronunciate il 7 ottobre con la strage di 1.300 ebrei israeliani. Dopo quel giorno, però, è stato Israele a uccidere 10 mila bambini palestinesi. I doppi standard creano risentimento e violenza cieca. Il mondo ne è pieno. Non fornisca al sonno della ragione anche il suo contributo.

3 LIBRI PER "CAPIRE LA PALESTINA" LAD EDIZIONI 3 LIBRI PER "CAPIRE LA PALESTINA"

3 LIBRI PER "CAPIRE LA PALESTINA"

28 luglio: la (vera) posta in gioco in Venezuela di Geraldina Colotti 28 luglio: la (vera) posta in gioco in Venezuela

28 luglio: la (vera) posta in gioco in Venezuela

Il Congresso Usa ha deciso: "fino all'ultimo ucraino" di Clara Statello Il Congresso Usa ha deciso: "fino all'ultimo ucraino"

Il Congresso Usa ha deciso: "fino all'ultimo ucraino"

"11 BERSAGLI" di Giovanna Nigi di Giovanna Nigi "11 BERSAGLI" di Giovanna Nigi

"11 BERSAGLI" di Giovanna Nigi

25 aprile: la vera lotta oggi è contro il nichilismo storico di Leonardo Sinigaglia 25 aprile: la vera lotta oggi è contro il nichilismo storico

25 aprile: la vera lotta oggi è contro il nichilismo storico

Il PD e M5S votano per la guerra nel Mar Rosso di Giorgio Cremaschi Il PD e M5S votano per la guerra nel Mar Rosso

Il PD e M5S votano per la guerra nel Mar Rosso

Il caso "scientifico" dell'uomo vaccinato 217 volte di Francesco Santoianni Il caso "scientifico" dell'uomo vaccinato 217 volte

Il caso "scientifico" dell'uomo vaccinato 217 volte

L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri di Savino Balzano L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri

L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri

Ucraina. Il vero motivo di rottura tra Italia e Francia di Alberto Fazolo Ucraina. Il vero motivo di rottura tra Italia e Francia

Ucraina. Il vero motivo di rottura tra Italia e Francia

Difendere l'indifendibile (I partiti e le elezioni) di Giuseppe Giannini Difendere l'indifendibile (I partiti e le elezioni)

Difendere l'indifendibile (I partiti e le elezioni)

Autonomia differenziata e falsa sinistra di Antonio Di Siena Autonomia differenziata e falsa sinistra

Autonomia differenziata e falsa sinistra

Libia. 10 anni senza elezioni di Michelangelo Severgnini Libia. 10 anni senza elezioni

Libia. 10 anni senza elezioni

Sussidi pubblici: l'ipocrisia occidentale verso la Cina è nuda di Pasquale Cicalese Sussidi pubblici: l'ipocrisia occidentale verso la Cina è nuda

Sussidi pubblici: l'ipocrisia occidentale verso la Cina è nuda

Lenin fuori dalla retorica di Paolo Pioppi Lenin fuori dalla retorica

Lenin fuori dalla retorica

Il nodo Israele fa scomparire l'Ucraina dai radar di Paolo Arigotti Il nodo Israele fa scomparire l'Ucraina dai radar

Il nodo Israele fa scomparire l'Ucraina dai radar

DRAGHI IL MAGGIORDOMO DI GOLDMAN & SACHS di Michele Blanco DRAGHI IL MAGGIORDOMO DI GOLDMAN & SACHS

DRAGHI IL MAGGIORDOMO DI GOLDMAN & SACHS

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti