Egitto e Giordania comunicano la loro posizione comune su Gaza e il "Piano Trump"
Il presidente egiziano e il re giordano hanno chiarito la posizione comune dei due paesi sul destino di Gaza, di fronte al piano di reinsediamento di Trump.
Sia il presidente egiziano Abdel Fatah al-Sisi che il re giordano Abdullah II hanno affermato l'unità della posizione dei due paesi sulla ricostruzione del territorio devastato dalla guerra, “senza spostare il popolo palestinese dalla sua terra”, si legge in un comunicato della Presidenza egiziana, rilasciato mercoledì.
Allo stesso tempo, la corte reale giordana ha confermato in un comunicato che Al-Sisi e re Abdullah hanno sottolineato la loro “posizione condivisa” nel rifiutare lo sfollamento forzato degli abitanti di Gaza. Secondo entrambe le autorità, i due leader hanno anche fatto riferimento alla loro disponibilità a “cooperare” con il presidente degli Stati Uniti per raggiungere un “pace giusta e duratura” in Medio Oriente.
Le dichiarazioni dei leader dei due paesi arabi arrivano proprio un giorno dopo che il leader giordano e il presidente americano Donald Trump hanno avuto colloqui a Washington.
“Questa è la posizione unificata araba”, ha scritto re Abdullah sui social media dopo l'incontro con Trump martedì, sottolineando che la Giordania rimane ‘ferma’ nella sua posizione contro il trasferimento forzato dei palestinesi a Gaza e nella Cisgiordania occupata.
La scorsa settimana, Trump ha dichiarato che gli Stati Uniti stanno cercando di “appropriarsi” di Gaza come parte di un piano presentato con il pretesto di “ricostruire” il territorio palestinese devastato dalla guerra, proponendo il trasferimento di circa 2,4 milioni di abitanti di Gaza in Egitto e Giordania.
Il Cairo e Amman avevano precedentemente respinto con forza il piano altamente provocatorio di Trump, che aveva minacciato di interrompere gli aiuti a entrambe le nazioni se si fossero rifiutate di accogliere i rifugiati palestinesi.
L'Egitto ospiterà un vertice arabo questo mese, in cui verrà presentata una visione globale per la ricostruzione di Gaza, garantendo al contempo che i palestinesi rimangano nella loro terra.
La proposta di Trump di trasferire i palestinesi arriva in un momento in cui è in vigore un debole accordo di cessate il fuoco a Gaza dal 19 gennaio. L'iniziativa segregazionista è stata accolta con condanne da parte dei palestinesi, dei paesi arabi e di molte altre nazioni in tutto il mondo, compresi gli alleati degli Stati Uniti: Canada, Francia, Germania e Regno Unito.
FONTE: HISPAN TV