Daniele Luttazzi - Società di "fact-checking": il ruolo della Cia e il maccartismo dell'informazione

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Daniele Luttazzi - Società di "fact-checking": il ruolo della Cia e il maccartismo dell'informazione

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Vi riportiamo due bellissimi approfondimenti di Daniele Luttazzi apparsi ieri e oggi sul Fatto Quotidiano. Si sviscera con magistrale sintesi come la Cia utilizzi le sue armi per applicare un controllo capillare dell'informazione all'interno e nei paesi vassalli.

Da anni l'AntiDiplomatico, testata regolarmente registrata, combatte contro la vergognosa censura che subisce. 

In questi due articoli avet alla perfezione presentati i mandanti

Chapeau. 


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NONC'ÈDICHE - Il Fatto Quotidiano - 1 aprile 2023

La miriade di ex-agenti Cia, Fbi e Nsa che si occupano di contenuti sui social



Riassunto delle puntate precedenti: la maggior parte delle organizzazioni di fact-checking con cui Facebook collabora per pilotare le informazioni sull’Ucraina sono finanziate dal governo Usa; e Google riduce il traffico ai siti di informazione alternativi. Per capire chi prenda certe decisioni, il giornalista Alan MacLeod ha esplorato LinkedIn, scoprendo la miriade di ex-agenti Cia, Fbi e Nsa che si occupano del fact-checking e della sicurezza informatica a Facebook, Twitter e Google (bit.ly/3TXfwNM, bit.ly/3zm6QXP, bit.ly/3M77os2). Sorprese anche a TikTok (bit.ly/3G3autl) e Reddit (bit.ly/40u852U).

“Decidono cosa vedono gli utenti nei propri feed di notizie: costruiscono la loro realtà.

Spaventoso, perché nessuno lo sa,” spiega MacLeod.

Uno dei fact-checker è Aaron Berman, che in un promo di Facebook parla del suo lavoro nel “team contenuti” sostenendo l’importanza della trasparenza (bit.ly/40pnCkt, a 23’18”). MacLeod: “Ma omette il suo passato alla Cia. Ed è ridicolo che Facebook recluti, come arbitri morali su cosa è vero o falso, personale Cia, un’agenzia che ha una lunga storia di attività di disinformazione, colpi di Stato, centri di tortura e traffico di droga e di armi. Aaron Berman scriveva ogni mattina i memo di intelligence per i presidenti Obama e Trump; ora modera i contenuti della più grande media company al mondo. Questo è così distopico che è difficile esprimerlo a parole. Berman non è neppure il peggiore. Nel 2013 Scott Stern era il capo del targeting in Asia occidentale per la Cia. In pratica decideva chi veniva colpito ogni giorno dai droni in Yemen, Afghanistan e Iraq. La Cia stessa ha ammesso che il 90% delle persone uccise dai droni erano civili innocenti. Adesso Stern decide chi sparge disinformazione su Facebook e lo elimina da Internet”. Anche Nick Lovrien, vicepresidente di Meta, è un ex-agente Cia (bit.ly/40pnCkt, a 37’05”)”.

Nel 2018, quando Zuckerberg fu convocato dal Senato Usa dopo lo scandalo Cambridge Analytica, alcuni politici proposero di smembrare il monopolista Facebook e di mettere Zuck in galera per aver favorito, con conseguenze letali, la diffusione di hate speech e disinformazione. MacLeod: “Qualche settimana dopo, Facebook diventò partner dell’Atlantic Council, il think tank Nato che nelle sue pubblicazioni definiva ‘cavalli di Troia del Cremlino’ tutti i gruppi antagonisti in Europa: il Labour di Corbyn, l’Ukip, Podemos, Vox, Syriza e Alba Dorata. Nel consiglio di amministrazione ci sono Kissinger, generali Usa, ex-direttori Cia. Questa gente adesso controlla la moderazione dei contenuti. Non credo che le due cose siano scollegate”.

La legge antitrust non fu applicata contro Facebook: un’azienda così estesa e influente conviene ai controllori. Ben Nimmo, ex-Atlantic Council, è il capo della global intelligence di Facebook: durante le elezioni in Nicaragua cancellò col suo team centinaia di account e di pagine di media pro-sandinisti, contrari al candidato sostenuto dagli Usa. La propaganda, insomma, non è solo russa, come insegna il precedente della guerra in Iraq, motivata da bugie che furono amplificate da giornalisti embedded. MacLeod: “Oggi ci sono giornalisti che esistono solo per attaccare il sentimento progressista no-war e anti-imperialista che si sta formando. Ti dicono che sei una marionetta di Putin”. Il controllo del discorso pubblico non è certo una novità: nel 1977, dopo un articolo del New York Times di Sy Hersh sulla Cia che spiava gli attivisti no-war (nyti.ms/2AKuGz4), un’inchiesta di Carl Bernstein svelò che 400 giornalisti Usa avevano lavorato segretamente per la Cia (“La Cia e i media”: bit.ly/3zkANr4).

MacLeod: “Ma oggi è tutto più palese. Ken Dilanian del Los Angeles Times inviava i suoi articoli alla Cia che glieli correggeva prima della pubblicazione. Quando uscì la notizia (bit.ly/414K5Uf), Dilanian fu promosso in tv: fa il corrispondente alla Nbc. È così che si fa carriera”.

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NONC'ÈDICHE - Il Fatto Quotidiano - 30 marzo 2023

Società di fact-checking: il ruolo della Cia e il maccartismo bellico


di Daniele Luttazzi


Riassunto della puntata precedente: il giornalista inglese Alan MacLeod ha scoperto che Facebook, Twitter, Google hanno assunto ex-agenti Cia e Fbi per il fact-checking (bit.ly/3TXfwNM, bit.ly/3zm6QXP, bit.ly/3M77os2 ); e che “la maggior parte delle organizzazioni di verifica dei fatti con cui Facebook collabora per monitorare e regolare le informazioni sull’Ucraina sono finanziate direttamente dal governo Usa tramite le ambasciate Usa dei loro Paesi e il National Endowment for Democracy (Ned), che fu creato da Reagan come facciata per la Cia” ( bit.ly/3JTTmaG ).

Pur avendo uno staff di funzionari statali, il Ned è una società privata, quindi non soggetta alle norme e al controllo pubblico a cui sono soggette le istituzioni statali.

Il Ned è stato coinvolto in molte operazioni controverse, come il tentativo di rovesciare il governo del Venezuela; e il colpo di Stato che nel 2014 spodestò il presidente ucraino filo-russo Viktor Yanukovich. MacLeod: “Il cambio di regime è una delle sue funzioni primarie. Lo fa istituendo, finanziando, sostenendo e addestrando tutti i tipi di gruppi politici, economici e sociali nei Paesi bersaglio. Ufficialmente, in Ucraina ha speso finora oltre 22 milioni di dollari”.

Allen Weinstein, co-fondatore del Ned, ha ammesso al Washington Post: “Molto di ciò che facciamo oggi, la Cia lo faceva segretamente 25 anni fa”. Le società di fact-checking usate da Facebook decidono quali contenuti sulla guerra ucraina possono diventare virali e quali vanno soppressi come fake news. MacLeod: “Volevo sapere chi fossero, vista l’importanza che hanno sulla politica mondiale.

Facebook è la più importante fonte di notizie del mondo, usata a questo scopo da tre miliardi di persone ogni mese.

Nessun’altra organizzazione ha questo potere. Delle nove organizzazioni di fact-checking usate da Facebook per l’Ucraina, cinque sono finanziate direttamente dal Ned e da ambasciate Usa; le altre quattro pure, ma non lo dicono esplicitamente. Per esempio, il gruppo lituano ‘Patikrinta15min’ scrive che i loro sponsor ‘non possono essere partiti politici, organizzazioni statali o aziende legate a politici’, però prendono finanziamenti dal Poynter Institute e dalla sua filiale Ifcn, entrambi finanziati dal Ned. Tutti i nove gruppi fanno parte della rete Ifcn”.

Spiega Meta: “Ogni volta che un fact-checker valuta un contenuto come falso sulle nostre piattaforme, noi ne riduciamo la distribuzione per ridurre la visibilità e lo etichettiamo di conseguenza, per avvisare gli utenti che tentano di condividerlo”.

I fact-checker, che Meta definisce “indipendenti” ( bit.ly/3Klzu1E ), sono tutti “certificati” dll’Ifcn/Poynter Institute (Open, che in Italia fa il fact-checking per Facebook, da cui riceve finanziamenti pari al 5% dei propri ricavi, ribadisce “la totale mancanza di rapporti con partiti o movimenti politici o da entità affiliate a partiti politici”, e si definisce “membro attivo” dell’Ifcn: bit.ly/42TrQ5U.)

MacLeod: “Il Ned, cioè la Cia, finanzia il Poynter Institute per addestrare i fact-checker lituani su quali informazioni sono giuste e quali sbagliate; e l’ambasciata Usa quelli polacchi di Demagog. Altri gruppi sono finanziati dai governi olandese, inglese, tedesco. ‘Fact Check Georgia’ ha i loghi di Ned e dell’ambasciata Usa in calce a ogni pagina, e dovremmo credere che sono neutrali. Gli arbitri morali le cui decisioni impattano su miliardi di utenti Facebook sono manovalanza di Washington. La censura è globale. Nel 2016 Google cambiò di colpo un algoritmo, e il risultato fu che siti di informazione alternativa persero per sempre gran parte del loro traffico Google: ‘Democracy Now’ ne perse il 36%, ‘Alternet’ il 63% e ‘MintPress’ il 90%. Questo rende insostenibile economicamente la loro attività: è un attacco alla libertà di espressione”. Maccartismo digitale: la nuova frontiera.

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