Dalla Gkn alle piazze contro l'alternanza Scuola-Lavoro. Unire il blocco sociale
Mentre l'attenzione dei media e della politica era tutta impegnata nelle trame per eleggere il nuovo Presidente della Repubblica, garante più di Bruxelles che della nostra Costituzione, ieri, nelle piazze italiane si è vissuta una grande giornata di mobilitazione studentesca. Non solo, come a Napoli, alle proteste contro l'abominio dell'Alternanza Scuola-Lavoro, voluto dal partito democratico, si sono uniti lavoratori e disoccupati.
La partecipazione degli studenti, ieri, è stata notevole, certamente non paragonabile a quelle delle mobilitazioni degli scorsi, anni, ma si è visto un blocco compatto che ha resistito bene, senza disperdersi, alle provocazioni e alle manganellate di Polizia e Carabinieri.
La morte di Lorenzo Parelli, 18 anni, ad Udine, durante l'ultimo giorno di Alternanza Scuola-Lavoro, non è stata la sola molla che ha spinto a scendere in piazza gli studenti.
Nelle mobilitazioni, c'erano altre parole d'ordine. Come spiega il Si Cobas, gli studenti "hanno portato in piazza parole d'ordine e contenuti di carattere chiaramente classista: la denuncia delle morti sul lavoro e delle responsabilità di Confindustria e del governo Draghi, la richiesta di abolizione del sistema di alternanza scuola-lavoro, il carovita, i tagli alla spesa sociale e alla sanità, la critica complessiva della precarietà e della gestione capitalistica della pandemia, ecc.".
Ieri, tra l'altro, i lavoratori della GKN, vertenza simbolo in Italia, non solo per le delocalizzazioni e i licenziamenti tramite Wathapp ma, come abbiamo anche noi ripetuto più volte, della ripresa della lotta di classe in Italia, hanno lanciato un appello per una nuova mobilitazione il prossimo 26 marzo.
Se le piazze degli studenti, gli operai della GKN, le vertenze come quelle contro i partner della logistica alla UNES di Milano, confluiranno in un'unica mobilitazione, insieme ad una forza politica che si assumerà la responsabilità di organizzare e dare un percorso alle vertenze, potremmo finalmente dire che in Italia può ripartire la lotta di classe.
Solo a quel punto, la politica, le istituzioni finanziarie, Confindustria e padroni vari, non potranno far finta di nulla.
Finché mobilitazioni e vertenze commineranno ognuno per la propria strada, non solo i governi guidati da Bruxelles NATO e UE continueranno a fare i loro comodi, ma ci toglieranno anche le ultime briciole che ci sono rimaste.
Gli studenti hanno lanciato un segnale importante in coincidenza con la mobilitazione promossa dalle maestranze GKN.
È un'occasione unica che sarebbe delittuoso sprecare.