Coronavirus, l'anosmia sintomo conclamato. Intervista al dottor Nicosia

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Coronavirus, l'anosmia sintomo conclamato. Intervista al dottor Nicosia



di Agata Iacono

Abbiamo pubblicato giorni fa un'intervista allo specialista Orl dell'ASST Milano nord Filippo Nicosia, unico in Italia esperto di malattie dell'olfatto e del gusto, che evidenzia come la perdita dell'olfatto (Anosmia) è da considerare sintomo (da solo) di infezione da coronavirus e come tale va trattato. (Leggi l'intervista completa qui).


Ma oggi il Dottor Nicosia torna sull'argomento "Anosmia come sintomo", facendo notare che nelle varie trasmissioni che imperversano in TV, tutti gli  "esperti"più accreditati mediaticamente, a precisa domanda, hanno risposto in modo vago, dimostrando di non aver approfondito la problematica e offrendo la percezione di non saper distinguere la vera differenza tra perdita di gusto e perdita di olfatto.


Il dott. Nicosia, sollecitato dalle richieste di chiarimenti da parte dei numerosi pazienti,  che si sono rivolti a lui in queste giornate drammatiche, intende precisare alcuni aspetti del problema.  
"Nelle varie trasmissioni tv che hanno parlato della perdita di olfatto e gusto sono spesso state date delle informazioni non del tutto corrette .Vorrei precisare alcuni aspetti del problema".

Quanto è importante, Dottore, il riconoscimento della Anosmia quale sintomo non associato ad altre sintomatologie?

"Non si tratta di mera questione di principio, ma di attivare un protocollo di intervento che può prevenire aggravamento delle persone che presentano anche solo il sintomo e far sì che non siano veicolo di contagio"

Dottore, lei ha fatto presente che le evidenze scientifiche dimostrato che il sintomo della Anosmia è di per sé a tutti gli effetti un sintomo e che c'è il rischio che persone affette da Anosmia possano continuare a lavorare o comunque restare in contatto con gruppi parenti essendo portatori di contagio da coronavirus?

"Sì, ho inoltrato molte email alle istituzioni e alle strutture di competenza, ma senza mai ottenere risposta".

Su quali basi è fondata la sua preoccupazione?

"Sono l'unico in Italia ad avere studiato le patologie dell'olfatto con metodi adeguati: principalmente UPSIT test della Università di Filadelfia, l'unico riconosciuto come valido in campo internazionale. Continuo ad occuparmene anche oggi e ho ricevuto in questi giorni molte richieste di chiarimenti dai miei pazienti affetti da anosmia ed ageusia. I pazienti ricevono molte informazioni errate sull'argomento e i loro dubbi aumentano sempre di più.
Ribadisco quanto ho sostenuto nella precedente intervista sul significato della mancanza del gusto, (detta ageusia) che dipende esclusivamente, quale effetto, dalla mancanza di olfatto (Anosmia)".

Quindi come agisce il coronavirus, Dottore?

"Si tratta di virus respiratorio, infatti il covid19 attacca l'epitelio olfattivo, ricco di cellule staminali, non penetra nel cervello o nella lingua  e successivamente invade tutto l'albero respiratorio fino agli interstizi polmonari"

Si è parlato anche della differenza in relazione all'olfatto tra maschi e femmine. Come si spiega?

"Non c'è una maggiore incidenza tra le donne, ma il sesso femminile ha un olfatto mediamente migliore rispetto al sesso maschile e quindi l'allarme scatta prima"

Quindi, Dottore, possiamo affermare che l'Anosmia non è una conseguenza ma un sintomo conclamato. Qual è la prognosi?
Si può riacquistare in breve tempo il senso?


"Per la prognosi non abbiamo certezze che possano scaturire da evidenze esperienziali di lungo periodo, ma tenendo conto delle perdite di olfatto e gusto causate da virus influenzali o rinovirus, possiamo supporre che ci possa essere una ripresa funzionale di molti pazienti, (non di tutti) solo se trattati subito e adeguatamente"

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