Consiglio sicurezza russo, Putin annuncia decisione nella prossime ore su riconoscimento Donetsk e Lugansk

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Consiglio sicurezza russo, Putin annuncia decisione nella prossime ore su riconoscimento Donetsk e Lugansk

Terminata la riunione del Consiglio di sicurezza russo, il presidente Vladimir Putin annunciato che una decisione sul riconoscimento delle repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk sarà presa nelle prossime ore. 

"Cari colleghi, ho ascoltato la vostra opinione. La decisione verrà presa oggi. Voglio ringraziarvi per questo incontro”, ha affermato il presidente al termine del vertice. 

Oltre a Putin, vi hanno preso parte anche il ministro degli Esteri Sergei Lavrov, il ministro della Difesa Sergei Shoigu, il primo ministro Mikhail Mishustin, il segretario del Consiglio di sicurezza Nikolai Patrushev, il Presidente del Consiglio della Federazione Valentina Matvienko e altri membri del Consiglio.

Il Primo Ministro di Mosca si è chiaramente schierato per il riconoscimento dei territori russofoni del Donbass: “La nostra posizione è chiara, e se non ci sono progressi... vanno riconosciute le Repubbliche popolari del Donbass”. 

Il massimo diplomatico del paese, il ministro degli Esteri Sergey Lavrov, ha anch’egli sostenuto le richieste di affermare la sovranità di Donetsk e Lugansk, sostenendo che gli Stati Uniti e vassalli europei stanno alimentando la crisi. "Non vedo altro modo", ha detto. "Per quanto riguarda l'offerta all'Occidente di due o tre giorni per rinsavire, è una questione di gusto, naturalmente, ma certamente non cambierà la sua posizione".

Il Presidente della Duma Volodin ha accusato Kiev di non rispettare i suoi impegni: “Vediamo che la situazione non è cambiata in otto anni, con Kiev che sabota tutti i suoi precedenti impegni”. 

Sulla stessa frequenza è sintonizzata Valentina Matvienko, Presidente del Consiglio della Federazione Russa: “Kiev non ha cercato in alcun modo di rispettare gli accordi che erano stati raggiunti”. 

Il conflitto nell'Ucraina orientale dura da otto anni, durante i quali, secondo le Nazioni Unite, più di 13.000 persone sono rimaste vittime e circa 44.000 altre sono rimaste ferite. La riduzione dell'escalation viene discussa durante le riunioni del gruppo di contatto. 

Vengono presi come base gli accordi di Minsk, che prevedono una riforma costituzionale, un cessate il fuoco e il ritiro delle armi pesanti dalla linea di contatto.

Le tensioni nel Donbass sono alimentate dagli Stati Uniti e da altri paesi della NATO, che stanno imbottendo di armi l’Ucraina e inviando a regime di Kiev istruttori militari. Mosca ha ripetutamente chiesto l'interruzione della fornitura di armi, poiché questa condotta potrebbe portare Kiev a gettarsi in avventure militari. 

La Redazione de l'AntiDiplomatico

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