Con il popolo cileno in rivolta
di Giorgio Cremaschi
In Cile il presidente fascioliberista Piñera ha scatenato l’esercito contro il popolo in rivolta e sospeso le già limitate garanzie democratiche nel paese. La ribellione popolare di massa è esplosa per la decisione del governo di aumentare le tariffe dei servizi pubblici, ma è nata da una rabbia accumulata in anni di feroci ingiustizie sociali. Il Cile è esaltato dai liberisti di tutto il mondo come paese modello per conti pubblici in ordine e tassi di crescita. Il Cile è anche il paese più socialmente iniquo dell’America Latina ed ora questa finta Svizzera delle multinazionali mostra la sua realtà. Piñera è alleato di Bolsonaro e Trump, è vicino a Salvini e è stato all’avanguardia nell’aggressione golpista al Venezuela socialista.
Del resto Piñera come Bolsonaro è ammiratore ed erede di Pinochet, sotto la cui dittatura sanguinaria il Cile è stato la cavia delle politiche liberiste di privatizzazioni e demolizione dei diritti sociali, volute dagli USA e dal Fondo Monetario Internazionale, poi dilagate in tutto il mondo.
Ora che il popolo si ribella contro quella politiche, ecco che tornano i metodi di Pinochet per difenderle. Con due insegnamenti per tutti noi. Che solo la più dura delle ribellioni può far emergere e mettere in discussione gli sporchi interessi di ricchi e multinazionali che si sono imposti da decenni nel mondo. E che per la salute dei popoli è bene che i dittatori fascisti non muoiano nei loro letti, ma finiscano appesi.
Con il popolo cileno in rivolta.
P.S. Siamo in attesa delle prese di posizione di tutti quelli che: la dittatura di Maduro