Apple e Microsoft: ma quale "concorrenza"?
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di Alessandro Volpi
Il mercato. Oggi Apple e Microsoft valgono in Borsa poco meno di 3 mila miliardi di dollari ciascuna; dunque più del Pil giapponese. Sono le due società con la maggiore capitalizzazione del pianeta e hanno in mano il controllo delle tecnologie in grado di condizionare in profondità il modo di pensare, di rappresentare e di interpretare il mondo.
La narrazione comune è che siano in costante concorrenza e che questa sia la forza del mercato.
Ma è proprio così? Direi di no. I principali azionisti di Apple e Microsoft sono gli stessi tre fondi, Vanguard Black Rock e State Street, che in entrambi i casi controllano circa il 20% del capitale totale.
In sintesi chi decide le strategie delle due società sono gli stessi soggetti finanziari che, evidentemente, decidono cosa sia il mercato, cancellando ogni reale concorrenza, ormai estranea a tutti i settori fondamentali dell'economia globale. In tali condizioni celebrare il libero mercato significa praticare la religione fideistica del monopolio finanziario a cui riservare la proprietà privatistica di ogni forma di innovazione.
La narrazione comune è che siano in costante concorrenza e che questa sia la forza del mercato.
Ma è proprio così? Direi di no. I principali azionisti di Apple e Microsoft sono gli stessi tre fondi, Vanguard Black Rock e State Street, che in entrambi i casi controllano circa il 20% del capitale totale.
In sintesi chi decide le strategie delle due società sono gli stessi soggetti finanziari che, evidentemente, decidono cosa sia il mercato, cancellando ogni reale concorrenza, ormai estranea a tutti i settori fondamentali dell'economia globale. In tali condizioni celebrare il libero mercato significa praticare la religione fideistica del monopolio finanziario a cui riservare la proprietà privatistica di ogni forma di innovazione.