Alika Ogorchukwu, l'indifferenza concime dei nuovi regimi
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"Lei non ha capito niente, perché lei è un uomo medio, è così?".
"Beh, sì...".
"Ma lei lo sa che cos'è un uomo medio? È un mostro. Un pericoloso delinquente. Conformista, colonialista, razzista, qualunquista".
Con queste parole Pier Paolo Pasolini, nel cortometraggio "La ricotta", descrive l'animo dei paladini della mediocrazia, i bravi cittadini che, obbedienti, si posizionano sempre al centro.
Mi domando se in profondità non sia simile l'indole di coloro che, di fronte a un uomo che pestandolo, ammazza un altro uomo, non sentono l'indomabile necessità di intervenire in difesa.
Anestetizzati dalla mediocrità, circondati d'immondizia culturale e incapsulati nel più pavido individualismo, i cittadini modello non sono neanche capaci di riconoscere, nel martirio, il dolore esiziale di un Cristo del popolo.
La comunità che osservava, avrebbe potuto fermare il criminale che picchiava a mani nude.
Ma non l'ha fatto.
Questa impassibilità è il concime dei nuovi regimi.
Così Alika Ogorchukwu non c'è più, morto tra l'indifferenza di chi, abituato a guardare, ha smesso di agire.
Come marchigiana, provo un profondo senso di vergogna.