20 anni G8 di Genova, “Di tutti i colori - Un bambino di nome Carlo Giuliani”

20 anni G8 di Genova, “Di tutti i colori - Un bambino di nome Carlo Giuliani”

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A 20 anni dal G8 di Genova, esce “Di tutti i colori - Un bambino di nome Carlo Giuliani” un libro destinato ai più piccoli, scritto e illustrato da Gianluca Staderini (già autore di “Salam e i bambini che volevano giocare”), edito dalla Red Star Press.

Abbiamo contattato l'autore perchè ci raccontasse di questo nuovo lavoro.

 

 

Di cosa parla il libro?

E' la storia di un bambino che entra in un libro completamente bianco che è vietato sporcare. Il bimbo porta con sé l'amore per gli animali, la passione per l'acqua, i suoi giocattoli, la ninna-nanna della sua mamma, l'inseparabile sorellina... Tutte le sue passioni che, pian piano, andranno a colorare le pagine inviolabili di quella “zona” interdetta. Il bambino ha un nome. Si chiama Carlo Giuliani. Quel Carlo Giuliani che fu assassinato dai carabinieri a Genova 20 anni fa, durante il vertice del G8.

 

Perchè un libro su Carlo Giuliani destinato ai bambini?

Quando fu assassinato i media costruirono un identikit di Carlo capace di trasformarlo da vittima a carnefice. Ma dietro quella figura, deliberatamente distorta dai mezzi d'informazione, vi era un ragazzo di 23 anni che amava la vita. Un ragazzo che, prima ancora, era stato bambino. Questo libro racconta alcuni aspetti di quel bambino che fu, le sue passioni, i suoi amori. Tanti altri bambini potranno riconoscersi in questo ragazzino che attraversa le pagine del libro e tanti genitori, che magari nei giorni di Genova si affacciavano ai temi del mondo, potranno vedere in Carlo non tanto un simbolo quanto una vita vera, stroncata d'improvviso. Non si parla di G8 o di violenze, si raccontano i sogni di quel bambino.

 

Sappiamo che la famiglia è stata sempre molto riservata sulla sua vita privata, come hai conosciuto il Carlo bambino?

E' stato grazie al meraviglioso incontro con la mamma e la sorella di Carlo. Mi hanno ospitato a Genova nella loro casa e, tra commozione e sorrisi, attraverso racconti, foto e filmati, mi hanno fatto conoscere Carlo. Ho avuto il privilegio e l'onore di “incontrare” Carlo nelle loro voci, nei loro occhi. Così tutti gli episodi che illustro nel libro sono davvero di quel Carlo bambino che ho conosciuto nella casa dove è cresciuto. Un'emozione incredibile, difficile da raccontare, ma che mi ha riempito il cuore.

 

Perchè tornare sul G8 di Genova 20 anni dopo?

Perchè quanto avvenne durante il G8 di Genova ha segnato uno spartiacque per una generazione intera. La mia generazione. Io non ero fisicamente lì. Ero stato in altre piazze col movimento “no global” ma a Genova non andai. C'erano quelli che erano e sarebbero diventati nei 20 anni successivi i miei fratelli e le mie sorelle. Ma per tutti segnò un punto di svolta. Ci fu un prima e un dopo. Nulla fu più come prima.

 

E perchè proprio Carlo Giuliani?

Perchè ci raccontarono che Carlo se l'era cercata. Ci raccontarono la storiella del povero giovane inesperto carabiniere Placanica vittima del lancio di un estintore da cui dovette difendersi. Si rifiutarono di andare a processo. Il GIP Daloiso prese per buona l'incredibile perizia di Carlo Torre (il perito di Ilaria Alpi e di Cogne per intenderci) che raccontava di un colpo sparato in aria deviato da un calcinaccio proprio sullo zigomo di Carlo. Ma chi gestì quell'incredibile trappola fu la CCIR, una compagnia di Carabinieri appositamente istituita per il G8, guidata da personaggi come il Vice-Comandante Truglio e il Capitano Cappello (anch'essi in Somalia quando fu uccisa Ilaria Alpi) o anche il Tenente Mirante. Gente che si era preparata a livello internazionale. A giustiziare Carlo non fu un carabiniere di leva, fu una mano esperta. Meno esperta fu la mano di quelle forze dell'ordine che spaccarono la testa di Carlo ancora vivo con una pietra, inscenando poi un triste e macabro siparietto interpretato dal vice-questore Lauro che grida ad un manifestante: “L'hai ucciso tu col tuo sasso!”. Carlo è caduto in una trappola studiata e preparata, poteva caderci chiunque.

 

Cosa resta di quel G8 di Genova?

Resta la certezza che da allora non possono più chiederci di credere in uno Stato che prima violenta e ammazza i suoi giovani migliori e poi cela le proprie responsabilità senza vergogna dietro un calcinaccio che vola. Resta la fiducia che tanti altri giovani nel presente e tanti bambini di oggi in futuro continueranno a chiedere un mondo migliore. Proprio come la nostra generazione fece a Genova e oltre.

 

Per info sul libro: https://www.redstarpress.it/prodotto/di-tutti-i-colori/

Per approfondimenti sul G8 di Genova: https://piazzacarlogiuliani.it/

 

La Redazione de l'AntiDiplomatico

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