Verso il baratro del totalitarismo: sulla nuova lista della vergogna

Verso il baratro del totalitarismo: sulla nuova lista della vergogna

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#AggiungetemiAllaLista, l’hashtag della campagna di solidarietà a favore dei non allineati della lista del Corriere della Sera, è stato preso alla lettera.

È uscita infatti una nuova lista-gogna, questa volta redatta da Fidu-Federazione Italiana per i Diritti Umani e Open Dialogue.

Il dossier è stato presentato a Montecitorio lo scorso 28 giugno.

Contiene nuovi nomi dei non allineati, e così mi sono ritrovata in una black list insieme, tra gli altri, a Oliver Stone, Corrado Augias, lo storico Alessandro Barbero, Sigfrido Ranucci e Manuele Bonaccorsi, rispettivamente conduttore e inviato di Report.

A quanto pare, a questo servono, oggi, alcune organizzazioni per i diritti umani in Occidente: a schedare liste di proscrizione di persone che rappresentano anche l'altro punto di vista.

Ci chiediamo chi abbia commissionato questa lista della vergogna.

Il mainstream ha subito rilanciato la notizia di come la lista sia stata presentata su iniziativa di alcuni deputati del PD e +Europa. Ieri però, i deputati Quartapelle e Magi, appartenenti ai due partiti citati, hanno preso le distanze dal dossier, dichiarando che non sarebbe stato commissionato da loro. Dunque, chi l’ha commissionato?

Anche in questo caso, come nel caso della lista pubblicata dal Corriere della Sera, chi esige la gogna, poi, non ci mette la faccia e ha il terrore di palesarsi. Perché?

Perché tali liste di proscrizione sono la vergogna del nostro paese e chi le commissiona è coinvolto nella distruzione di una democrazia, attraverso il perfezionamento di una dittatura mediatica.

La situazione, già grave, va degenerando: il Copasir si affretta a dire che vuole anche una legge anti-fake news.

Ora, la contro-informazione corre perlopiù sui canali social. Bloccando definitivamente il circolo informativo, avremo un’unica grande voce, quella del totalitarismo.

Vietare il confronto di più voci fa parte di una strategia settaria, dispotica e patologica. Per impedire il confronto, alla base di ogni democrazia, i canali russi sono stati già censurati, Julian Assange è finito in prigione e chi è ancora libero viene umiliato e delegittimato.

Aggiungo: se coloro che si occupano di verificare la veridicità delle notizie sono i primi ad immettere menzogne, si entra in un tunnel oscuro senza via di uscita, perché fondato su meccanismi paradossali.

È quanto sta già accadendo.

Nella lista di proscrizione vengono messe alla gogna persone che, anche rischiando la vita, lottano per una visione complessa e articolata nella realtà, ma nessuno ha osato inserire i divulgatori di fake news filo-Kiev. Mancano infatti coloro che per alimentare odio e legittimare l’invio di armi non hanno avuto pudore nel diffondere bufale su fatti non verificati, dove l’apoteosi l’abbiamo raggiunta con la fake-news sugli stupri dei neonati che tanto ricorda la fake, altrettanto terrificante, sugli infanti uccisi dagli iracheni, dopo essere stati strappati dalle incubatrici.

Il “Ministero della Verità” di cui parlava Orwell in 1984, oggi si palesa con sempre maggiore arroganza: prosegue dunque l’opera iniziata con le guerre precedenti, del resto, senza fake news come quelle sulla guerra in Iraq, la popolazione non avrebbe mai sostenuto i governi belligeranti.

Abbiamo sulla coscienza milioni di morti in tutto il mondo, a causa di guerre che abbiamo istigato e alimentato per puri fini economici e di espansionismo militare.

Chi dà l'ordine di stilare liste di proscrizione ha dunque paura di chi è in grado di testimoniare l'abominio compiuto dall’Occidente o da governi filo-occidentali, perché ciò farebbe cadere definitivamente il sostegno della popolazione a governi guerrafondai.

Sul conflitto ucraino è pertanto vietato sapere che in questi anni la popolazione del Donbass ha portato una pesante croce, a causa dell’ATO, l’Operazione Anti Terrorismo voluta da Kiev e iniziata nel 2014 dal Governo Turchinov, contro civili ribellatasi a un colpo di stato causato da un’ingerenza occidentale e agito con una manovalanza neonazista.

Ora, il termine “terrorista”, rispetto a questa guerra, è stato cancellato per eliminare le tracce della violenza agita da Kiev contro la popolazione, durante gli scontri tra combattenti delle repubbliche separatiste ed esercito ucraino.

Chi può testimoniare ciò, è da considerare un nemico.

I Governi occidentali, attualmente, non vogliono trovare alcuna soluzione diplomatica.

Per questo motivo, in Europa, lottare per la pace ci rende colpevoli.

Ribelliamoci.

Sara Reginella

Sara Reginella

Psicologa a indirizzo clinico e giuridico, psicoterapeuta, regista e autrice di reportage di guerra. I suoi lavori integrano l’interesse per le dinamiche psicologiche con l’attenzione per l’attualità e uno sguardo che mai dimentica le frange socialmente più vulnerabili.

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