Tunisia : fuga dal carcere di Mornaguia di 5 terroristi
di Francesco Fustaneo
In Tunisia si infittisce il mistero sulla fuga avvenuta all’alba dello scorso 31 ottobre di cinque detenuti sotto stretta sorveglianza a causa della loro pericolosità e della loro implicazioni in atti terroristici di matrice integralista islamica: erano detenuti nella prigione civile di Mornaguia, la più sorvegliata del paese.
Il presidente tunisino Kaïs Saïed ha parlato mercoledì scorso di complicità interne e di “un’operazione pianificata da mesi”.
A seguito dell’evasione tutte le forze armate, compreso l’Esercito nazionale si sono mobilitati per le ricerche e le frontiere del paese sono state messe in sicurezza.
Non potevano a questo punto cadere delle teste, di fronte a quello che per modalità e pericolosità dei personaggi coinvolti, è stato un vero e proprio smacco allo stato tunisino: Il ministero degli Interni ha infatti licenziato due alti funzionari, il direttore del carcere e il direttore dell'Intelligence.
Il Presidente Kaïs Saïed in un video, durante un incontro con il suo ministro degli Interni, Kamel Feki ha affermato che "Quello che è successo non è accettabile, è un fallimento per le forze di sicurezza e per alcuni individui e devono essere perseguiti - aggiungendo che c’è il desiderio da parte di alcuni soggetti di-danneggiare lo Stato, collaborando con i movimenti sionisti e altre parti dell’interno del paese".
Tra i fuggitivi c’è Ahmed Melki, 44 anni, soprannominato “il somalo”, coinvolto in illustri omicidi di politici dell’opposizione, rivendicati da estremisti islamici.
Arrestato nel 2014, era il principale accusato dell’omicidio, il 25 luglio 2013, del deputato di sinistra Mohamed Brahmi. È stato anche coinvolto nell’assassinio, il 6 febbraio 2013, a Tunisi, dell’oppositore di sinistra Chokri Belaid .
Tali omicidi scossero talmente il palese e crearono proteste e manifestazioni di piazza così veementi, da innescare una crisi politica e costringere il governo guidato dal partito islamista Ennahda alle dimissioni.
Tra i prigionieri evasi figura poi, anche Rayd Touati, che secondo fonti della sicurezza ha preso parte ad alcuni degli attacchi terroristici più violenti che hanno scosso la Tunisia negli ultimi dieci anni.
La fuga, che tutto fa pensare fosse preordinata e condotta con la complicità di personale corrotto all’interno del carcere e con appoggio esterno, fa riaffiorare brutti ricordi nell’opinione pubblica tunisina, memore del vortice di attentati di matrice terroristica che sconvolsero il paese a partire dal 2011.
I cinque evasi si sarebbero subiti messi all’opera portando a termine nella giornata di venerdì 3 novembre, una rapina ai danni di una banca di Boumhel (governatorato di Ben Aruous): secondo quanto annunciato infatti dalla Guardia Nazionale l’identità dei presunti autori della rapina, coinciderebbe con quella dei terroristi in fuga.
A fronte di quanto accaduto, considerata la pericolosità delle persone coinvolte, il ministro degli Interni ha rassicurato di aver "sensibilizzato" tutte le sue unità per "intensificare le ricerche con l'obiettivo di arrestarle il prima possibile", invitando tutti i cittadini a segnalare alla polizia ogni informazione utile a individuarli.