Tregua a Gaza. Chi ha vinto? Palestina tra Resistenza e Collaborazionismo

1257
Tregua a Gaza. Chi ha vinto? Palestina tra Resistenza e Collaborazionismo

 
 
É scattata tra mille incertezze la tregua a Gaza con un primo scambio di prigionieri. Gli ulteriori sviluppi sono incerti ed una ripresa dei combattimenti è sempre possibile. Non è chiaro inoltre se il cessate il fuoco diventerà definitivo; ma si può fare un primo bilancio di ciò che è accaduto dal 7 ottobre 2023.
 
Molti dei soliti giornalisti nostrani sottolineano con malcelata soddisfazione che Israele e lo stesso governo Netanyahu uscirebbero rafforzati dalla crisi. I combattenti della Resistenza palestinese sarebbero decimati. Hezbollah è molto indebolito dopo gli attentati con i walkie-talkie programmati da anni di servizi segreti israeliani, e dai bombardamenti sul Libano meridionale, Beirut e la valla della Bekaa. Il governo Assad in Siria, perno logistico dell’Asse della Resistenza, è caduto. Lo stesso Iran sarebbe indebolito.
 
In realtà le cose sono alquanto diverse. L’esercito israeliano, uno dei più potenti del mondo, per di più sostenuto dalla Marina e dall’Aviazione statunitense e rifornito continuamente con un numero impressionante di munizioni e armi da USA e UE, non è riuscito in quindici mesi di devastanti bombardamenti, invasioni di terra, genocidio e deportazioni della popolazione civile, ad aver ragione di poche migliaia di guerriglieri asserragliati in un territorio più piccolo del Comune di Roma. Non è riuscito a liberare gli ostaggi ed è stato costretto a trattare dai suoi protettori USA, mentre l’economia è in grave crisi e le fila della Resistenza si rafforzano con sempre nuove adesioni. Gli Hezbollah sono sempre una forza notevole che si sta riorganizzando, e l’Iran non appare indebolito. Ha dimostrato di poter colpire il territorio israeliano nonostante l’ombrello USA; si rafforza con il nuovo patto con la Russia, e continua a sviluppare i suoi programmi nucleari. Anche lo Yemen settentrionale, governato dal movimento Ansar Allah, ha dimostrato di poter bloccare il commercio israeliano nel Mar Rosso e di poter colpire il territorio israeliano.
 
La Resistenza palestinese, sostenuta dai suoi alleati, dimostra quindi di essere sempre viva e soprattutto di costituire l’unica pur difficile via per la liberazione a lungo termine del paese dalla morsa sionista, pur dovendo pagare un prezzo spaventoso come quello già pagato da Algerini o Vietnamiti per la loro liberazione.
 
In alternativa abbiamo una presunta via diplomatica sponsorizzata dall’Occidente, che ha come proprio agente locale la cosiddetta Autorità Nazionale Palestinese, il cui carattere collaborazionista è ormai evidente. L’ANP è giunta fino alla repressione armata della Resistenza in Cisgiordania, e a proporsi come amministratrice della “ricostruzione” di Gaza dopo che l’esercito israeliano avrà fatto piazza pulita. Dopo i disastrosi (per i Palestinesi) Accordi di Oslo, trent’anni di inutili trattative hanno peggiorato drammaticamente la situazione e portato un piccolo gruppo previlegiato, mai eletto in nessuna consultazione democratica, ad amministrare alcuni brandelli isolati di territorio. Su questi brandelli (meno del 10% del territorio della Palestina storica) dovrebbe forse sorgere una parvenza di stato palestinese sotto il controllo delle autorità israeliane, quasi sul modello delle riserve dei nativi in USA o in Australia. Intanto proseguono la colonizzazione e la pulizia etnica in Cisgiordania, mentre i bombardamenti su Gaza non si sono mai interrotti anche negli anni precedenti il 7 ottobre 2023.
 
Purtroppo su questi temi anche il movimento pro-Palestina in Italia si è spaccato tra chi sostiene la Resistenza e chi fa un fronte comune con quelle forze moderate e ambigue che continuano a prenderci in giro con la storiella dei “due popoli, due stati”; ma le vicende storiche si evolvono e faranno giustizia di queste posizioni opportuniste.
 
Roma, 20 gennaio 2003, Vincenzo Brandi

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

Premio Nobel per l'Economia o per il Nichilismo? di Giuseppe Masala Premio Nobel per l'Economia o per il Nichilismo?

Premio Nobel per l'Economia o per il Nichilismo?

Le pagliacciate che alimentano il neocapitalismo di Francesco Erspamer  Le pagliacciate che alimentano il neocapitalismo

Le pagliacciate che alimentano il neocapitalismo

La (cinica) ferocia degli atlantisti più fanatici di Paolo Desogus La (cinica) ferocia degli atlantisti più fanatici

La (cinica) ferocia degli atlantisti più fanatici

Nel “bunker” di Maduro di Geraldina Colotti Nel “bunker” di Maduro

Nel “bunker” di Maduro

Situazione grave (ma non seria) a quota 8000 di Alessandro Mariani Situazione grave (ma non seria) a quota 8000

Situazione grave (ma non seria) a quota 8000

La scuola sulla pelle dei precari di Marco Bonsanto La scuola sulla pelle dei precari

La scuola sulla pelle dei precari

Svelato il piano per reclutare mercenari stranieri per Kiev di Marinella Mondaini Svelato il piano per reclutare mercenari stranieri per Kiev

Svelato il piano per reclutare mercenari stranieri per Kiev

Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente di Gilberto Trombetta Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente

Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente

 Italia, povertà da record di Michele Blanco  Italia, povertà da record

Italia, povertà da record

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino di Paolo Pioppi Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti