Sudafrica: ministro degli Esteri accusa l'intelligence israeliana di intimidazioni per la causa all'Aia

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Sudafrica: ministro degli Esteri accusa l'intelligence israeliana di intimidazioni per la causa all'Aia

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Il ministro sudafricano delle Relazioni internazionali e della Cooperazione, Naledi Pandor, durante un discorso tenuto giovedì sera, ha accusato i servizi segreti israeliani di aver tentato di intimidirla attraverso minacce a lei e alla sua famiglia sui social media, per via della causa che il Paese africano ha presentato alla Corte Internazionale di Giustizia (CIG) dell'Aia con l'accusa di genocidio nei confronti della popolazione palestinese della Striscia di Gaza.

Pandor si è detta preoccupata per l'incolumità della sua famiglia e ha chiesto al Ministro della Polizia Bheki Cele di rafforzare la sua sicurezza dopo aver ricevuto messaggi minatori sui social media. "Ciò che mi preoccupa di più è la mia famiglia, perché alcuni messaggi sui social media parlano dei miei figli", ha dichiarato la Pandor, citata da The Mail&Guardian

"Gli agenti israeliani, i servizi segreti, agiscono così e cercano di intimidire, quindi non dobbiamo lasciarci intimidire. C'è una causa in corso", ha affermato Pandor, riferendosi alla causa contro Israele all'Aia.

Nonostante le minacce nei suoi confronti, il ministro degli Esteri ha assicurato che il governo sudafricano è determinato a portare avanti il caso presso l'ICJ e che gli avvocati sudafricani lavoreranno nei prossimi mesi insieme al Ministero della Giustizia in vista della prossima tornata di argomentazioni davanti alla Corte, che a fine gennaio si è pronunciata su questa causa e ha ordinato a Israele di prendere tutte le misure possibili per prevenire il genocidio a Gaza.

Ha inoltre stabilito che Israele deve prevenire e punire l'incitamento diretto al genocidio nell'enclave palestinese, è obbligato a consentire l'ingresso di aiuti umanitari nella regione e, entro un mese, a riferire alla Corte sulle azioni che sta intraprendendo per conformarsi alla decisione della Corte.

"Non dobbiamo fermarci. Non dobbiamo avere paura. Con il sostegno della popolazione di Città del Capo e del Sudafrica in generale, credo che avremo la forza di portare a termine questo importante compito".

La Redazione de l'AntiDiplomatico

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