Strage degli aiuti a Rafah: “Crimini di guerra” secondo l’ONU
Nuove stragi colpiscono i civili palestinesi mentre tentano di raggiungere i centri di distribuzione degli aiuti umanitari a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza. Secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani, guidato da Volker Turk, gli attacchi israeliani contro civili affamati costituiscono “crimini di guerra”. Solo martedì, il fuoco israeliano ha ucciso almeno 27 persone vicino a un centro della Gaza Humanitarian Foundation, dopo un’altra carneficina domenica con 35 vittime.
Amnesty International ha definito “orribili” gli attacchi e ha chiesto un’indagine immediata e indipendente, sottolineando che Israele, come potenza occupante, ha il dovere legale di garantire la sopravvivenza della popolazione civile. Dal 27 maggio, secondo fonti palestinesi, oltre 100 persone sono state uccise nei pressi delle aree designate per la consegna degli aiuti. I testimoni raccontano di sparatorie a sangue freddo contro persone disarmate, mentre l’ONU denuncia un meccanismo “militarizzato” per la distribuzione degli aiuti che viola il diritto internazionale.
Intanto, continua l’assedio: Al Mayadeen riporta attacchi notturni su tende di sfollati a Deir al-Balah, con nuove vittime, tra cui un bambino. Guterres chiede un cessate il fuoco immediato. Amnesty invoca l’embargo sulle armi. Ma il mondo resta in silenzio, mentre a Gaza si muore per un sacchetto di farina.
Tratto dalla newsletter quotidiana de l'AntiDiplomatico dedicata ai nostri abbonati