Sondaggi e disinformazione strategica per favorire e giustificare i processi di riarmo
di Federico Giusti
Ci sono sondaggi e sondaggi, criteri discutibili e altri opinabili alla base di una ricerca, quando tuttavia si parla di Ue ogni risultato va sempre preso per le molle.
I più vecchi ricorderanno quando un vecchio leader del centro sinistra giustificava il passaggio dalle monete nazionali all’euro come un enorme vantaggio economico salvo poi scoprire, pochi anni dopo, che in quel passaggio si era verificata una perdita economica quanto a potere di acquisto dei salari e delle pensioni.
Qual è il livello di fiducia dei cittadini verso la Unione Europea? Risulta tra i più bassi nella storia comunitaria e prova ne siano i successi elettorali di partiti e coalizioni tradizionalmente euro scettici, la maggioranza relativa tuttavia è ancora fiduciosa nel ruolo della Ue, delle sue istituzioni parlamentari ed economiche ma meno invece sul fronte della difesa e sicurezza comune, eppure le notizie diffuse e i risultati dei sondaggi sembrerebbero di segno diametralmente opposto.
La Presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola ha infatti dichiarato: “L’Europa deve essere più forte, affinché i nostri cittadini si sentano più al sicuro. Il Parlamento europeo farà in modo che ogni proposta sia audace e ambiziosa quanto basta per affrontare la gravità delle minacce che incombono sull’Europa. L’Europa deve alzarsi oggi, o rischia di essere calpestata domani.»
Il 66% dei cittadini UE chiederebbe all’Unione di assumere un ruolo più importante nella protezione dalle crisi globali e dai rischi legati alla sicurezza, la richiesta diventa particolarmente forte nei paesi del Nord ed Est europeo e parrebbe in particolare tra i giovani che poi , in caso di guerra, sarebbero le prime vittime sacrificali dei conflitti.
L’obiettivo strategico sfugge ai più ma è evidente: da una parte bisogna preparare l’opinione pubblica alla guerra dall’altra diffondere stati d’animo favorevoli alla attiva partecipazione ai progetti di riarmo,
E una delle domande rivolte ai cittadini comunitari riguarda il ruolo della Ue nel mantenimento della pace e della sicurezza per giustificare l’adesione al Riarmo presentato come salvaguardia della pace e della sicurezza.
Abituiamoci allora a concetti prioritari nell’agenda politica nazionale e comunitaria dei prossimi anni, i sondaggi sono sempre utili per giustificare e valorizzare i percorsi di riarmo e quelli di natura securitaria, per questo si parla di difesa e sicurezza, di competitività, economia e industria ma assai meno, ad oggi, di indipendenza energetica e potenziamento delle infrastrutture
Rispetto ad un anno fa competitività, economia e industria sono divenuti temi centrali mentre l’attenzione mediatica verso istruzione, sanità, ricerca e sicurezza alimentare è in costante diminuzione, eppure lo stato in cui versa il welfare è in molti paesi problematico, la sicurezza della filiera agro alimentare viene messa a rischio dall’inquinamento e dalle mancate bonifiche, quelle bonifiche inizialmente individuate come prioritarie da alcuni PNRR e poi progressivamente scomparse o scaricate sui bilanci nazionali,
Le questioni economiche sono sapientemente confuse con quelle della sicurezza eppure le proteste per il caro vita e il caro energetico sono assai diffuse in alcuni paesi,
Inflazione e aumento del costo della vita, riduzione del welfare, crescita delle spese militari sono strettamente connesse, se vai in deroga ai tetti di spesa per il riarmo mancheranno pur sempre dei soldi e a quel punto diventa scontato prenderli dallo stato sociale riducendone servizi e dimensioni
Urge diffondere fiducia e non paura e scetticismo, per questo alla fine gli intervistati a maggioranza sono convinti che il tenore di vita resterà invariato quando invece il potere di acquisto risulta in continua erosione.
Sondaggi e disinformazione strategica sono ormai strumenti indispensabili per preparare l’opinione pubblica agli scenari futuri, scenari di guerra.