Riprendiamoci tutto

4225
Riprendiamoci tutto



di Gilberto Trombetta

 
Quando il carnefice si prende gioco delle sue vittime forse è ora di fermare la giostra.




 
Costi quello che costi. Con ogni mezzo possibile.
 
Sono con noi, ci dicono gli strozzini unionisti.
 
Già, Forse è proprio perché stanno con noi che sta succedendo tutto questo.
 
Perché come ricorda l’amico Thomas Fazi, i mafiosi-liberali, tra il 2011 e il 2018, hanno formulato 63 raccomandazioni ai Governi dei Paesi membri affinché riducessero la spesa per l'assistenza sanitaria e/o esternalizzassero o privatizzassero i servizi sanitari.
 
Cosa che i Quisling nostrani, cioè i Governi che si sono succeduti dal 1992 in poi, hanno fatto con la solerzia che solo i servi possono avere.
 
E infatti abbiamo tagliato il numero di ospedali (da 1.165 a 1.000, -14,6%), il numero di medici e infermieri (42.000 professionisti in meno tra il 2010 e il 2018, il 6,2% in meno di media con picchi in alcune Regioni del -16,3%), il numero di posti (quasi 100.000 in meno, 1 su 3, tra il il 2000 e il 2017, da 4,7 per 1000 abitanti a 3,2, il 31,9% in meno).
 
Abbiamo quasi triplicato il numero di poveri, assoluti (circa 5 milioni) e relativi (circa 9 milioni).
 
Abbiamo aumentato il numero di disoccupati e inattivi (6 milioni di italiani).
 
Abbiamo aumentato il numero di part time involontari (4,3 milioni di lavoratori sfruttati).
 
Abbiamo aumentato il numero di suicidi per la crisi economica, cioè per l’austerità che ci ha chiesto la UE e la nostra classe politica, la peggiore mai avuta, ha accettato: quasi 1000 solo tra il 2012 e il 2018. E più di 700 tentati, per fortuna non riusciti.
 
Oggi i nostri medici sono costretti a decidere chi curare e chi lasciare morire.
 
Non per motivi strettamente clinici, ma perché non abbiamo più posti letto a sufficienza.
 
Mentre tagliavano lo stato sociale, i salari, i nostri diritti e, soprattutto, il futuro delle nuove generazioni, non contenti, pagavamo anche il pizzo ai nostri carcerieri: 150,22 miliardi di euro solo tra il 2000 e il 2018.
 
Abbastanza per avere tutti gli ospedali (almeno 500 in più da 450 posti letto l’uno), tutto il personale sanitario (10.000 medici e 50.000 infermieri in più) e tutti i posti letto di cui avremmo bisogno (oltre 200.000 in più) .
 
Abbastanza per nazionalizzare tutto quello che avremmo bisogno di nazionalizzare (da Autostrade all’ILVA passando per Alitalia).
 
Abbastanza per produrre noi, il nostro Stato, le mascherine che ci servirebbero o i respiratori per le terapie intensive e sub intensive.
 
E non essere costretti a leggere che per approfittare della crisi, qualcuno ha aumentato i prezzi delle mascherine del 6000%. Seimila per cento!
 
«Sono sicuro che l’euro ci costringerà a introdurre un nuovo insieme di strumenti di politica economica. Proporli adesso è politicamente impossibile, ma un bel giorno ci sarà una crisi e si creeranno i nuovi strumenti».
 
Ci diceva anni fa, sornione, Romano Prodi (quello della svendita dell'IRI)
 
Ecco, le crisi non sono un’occasione solo per i nostri aguzzini decennali.
 
Una crisi è un’occasione anche per noi.
 
Un’occasione per riprendere in mano il nostro destino attraverso la politica.
 
La pandemia di coviod-19 può essere per loro, per i nostri carcerieri, un’occasione per stringerci ancora di più il cappio al collo (riforma del MES) e impoverirci definitivamente.
 
Ma può essere un’occasione, deve esserlo, anche per noi.
 
Per dire basta. Per rialzare la testa.
 
Per stringerci, finalmente uniti come il popolo che siamo (che dobbiamo essere), per dire loro “Adesso basta”.
 
L’Italia fuori dalla prigione unionista può rinasce.
 
Anzi, solo fuori dalla prigione unionista può farlo.
 
Perché la crisi economica, non solo sanitaria, che sta per abbattersi su di noi farà sembrare quella del 2008 una passeggiata all’aria aperta.
 
Perché solo uno Stato che si è riappropriato di tutti i propri strumenti, in primis della propria sovranità politica, può affrontare come si deve quello che sta per succedere.
 
Quello che sta già accadendo.
 
Solo uno Stato sovrano può per esempio decidere di tenere tutti a casa, prendendosi cura dei propri cittadini.
 
Dei lavoratori, regolari e atipici, degli imprenditori e deli commercianti.
 
Come l’Islanda, che garantirà il salario di tutti coloro costretti a fermarsi per la pandemia.
 
Solo lo Stato, immettendo decine di miliardi di risorse nell’economia reale, lui che può crearle dal nulla, può salvarci dall’ennesima impennata di morti di austerità.
 
Solo lo Stato - quello sovrano - può puntare alla piena occupazione, aumentare i salari e puntare a combattere sul serio povertà e disuguaglianza.
 
Solo un'Italia tornata sovrana può costruire un uovo IRI e ridurre l'osceno gap che separa da tanti, troppi anni, il Nord e il Sud del Paese.
 
Dentro, invece, ci aspetta il futuro della Grecia.
 
Oggi però.
 
Non domani.
 
Quindi o rialziamo la testa, come popolo, senza distinzioni, e reclamiamo quello che è nostro, riappropriandoci della lotta di classe, oppure soccomberemo. Tutti. Individualmente.
 
Ognuno attento a curare quello che resta del proprio orticello mentre la casa comune, l'Italia, viene data alle fiamme e depredata selvaggiamente.
 
Ci aspetta una lunga guerra di liberazione.
 

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

La nuova "dissidenza" che indossa orologi svizzeri di Loretta Napoleoni La nuova "dissidenza" che indossa orologi svizzeri

La nuova "dissidenza" che indossa orologi svizzeri

La silenziosa disfatta dell'industria militare francese di Giuseppe Masala La silenziosa disfatta dell'industria militare francese

La silenziosa disfatta dell'industria militare francese

L'impegno della Cina per la pace e lo sviluppo del mondo   Una finestra aperta L'impegno della Cina per la pace e lo sviluppo del mondo

L'impegno della Cina per la pace e lo sviluppo del mondo

I no war secondo l'Intelligenza Artificiale di Google di Francesco Santoianni I no war secondo l'Intelligenza Artificiale di Google

I no war secondo l'Intelligenza Artificiale di Google

Da Delhi alle Americhe: Chi Sono i Nuovi Indiani d'America? di Raffaella Milandri Da Delhi alle Americhe: Chi Sono i Nuovi Indiani d'America?

Da Delhi alle Americhe: Chi Sono i Nuovi Indiani d'America?

Papa "americano"? di Francesco Erspamer  Papa "americano"?

Papa "americano"?

Il 25 aprile e la sovranità di Paolo Desogus Il 25 aprile e la sovranità

Il 25 aprile e la sovranità

Le narrazioni tossiche di un modello in crisi di Geraldina Colotti Le narrazioni tossiche di un modello in crisi

Le narrazioni tossiche di un modello in crisi

Resistenza e Sobrietà di Alessandro Mariani Resistenza e Sobrietà

Resistenza e Sobrietà

La scuola sulla pelle dei precari di Marco Bonsanto La scuola sulla pelle dei precari

La scuola sulla pelle dei precari

Lavoro e vita di Giuseppe Giannini Lavoro e vita

Lavoro e vita

La Festa ai Lavoratori di Gilberto Trombetta La Festa ai Lavoratori

La Festa ai Lavoratori

Sirri Süreyya Önder, la scomparsa di un grande uomo di pace di Michelangelo Severgnini Sirri Süreyya Önder, la scomparsa di un grande uomo di pace

Sirri Süreyya Önder, la scomparsa di un grande uomo di pace

La California verso la secessione dagli Stati Uniti? di Paolo Arigotti La California verso la secessione dagli Stati Uniti?

La California verso la secessione dagli Stati Uniti?

Un sistema da salari da fame che va rovesciato di Giorgio Cremaschi Un sistema da salari da fame che va rovesciato

Un sistema da salari da fame che va rovesciato

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti