Recovery Fund, il brusco risveglio degli affermazionisti

5874
Recovery Fund, il brusco risveglio degli affermazionisti



di Gilberto Trombetta


Le bugie, si sa, hanno le gambe corte.

E così dopo mesi di propaganda unionista da parte del Governo e supportata dalla libera stampa di regime (stampa mainstream o dominante per gli amici) la verità sta venendo fuori.

Come alcuni di noi ripetevano da mesi dopo aver letto le carte ufficiali dell’Unione Europea, si comincia ad ammettere che i soldi del Recovery Fund – Recovery MES per gli amici – non ci sono.

E, se mai ci saranno, non li vedremo prima della metà del prossimo anno.

E sì perché come dicono oggi Baroni e Bresolin su La Stampa, «per vedere le prime risorse del Recovery Fund bisognerà attendere almeno fino a giugno, quando la UE comincerà a raccogliere sui mercati quasi 900 miliardi per finanziare le misure straordinarie di ripresa».

«Per far partire il Next Generation EU servono infatti ancora una serie di passaggi. Prima di tutto il via libera del Consiglio UE, poi la ratifica nei 27 parlamenti nazionali.

Dopodiché i Governi presenteranno nel dettaglio i loro piani a Bruxelles e a quel punto inizierà la fase di valutazione dei progetti.

Il passaggio richiederà tre mesi di tempo, ma prima di arrivare all'esborso del 10% (per l'Italia 6,5 di sovvenzioni lorde e 12,7 di prestiti) servirà una tappa fondamentale: la raccolta dei fondi sui mercati».
Insomma aspetta e spera…

Eppure oggi l’Italia può finanziarsi a tassi molto bassi. Negativi addirittura per i titoli di Stato con le scadenze meno lunghe.

Questo perché la BCE sta acquistando titoli di Stato come mai prima di ora, facendo appunto abbassare i rendimenti, cioè gli interessi passivi sul debito.

Che è uno dei compiti – dovrebbe almeno essere – di ogni Banca Centrale.

Perché le Banche Centrali possono emettere moneta quando vogliono e senza limiti.

Lo ha ammesso addirittura il Capo del dipartimento di Economia e statistica di Banca d’Italia, Eugenio Gaiotti, durante l’audizione sulla nota di aggiornamento al Def (Nadef) davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato rispondendo alla domanda sulla provenienza dei soldi che la BCE ha usato e userà per il programma di acquisto di titoli PEPP.
«Questa è una decisione di politica monetaria che vuol dire trattasi di emissione di moneta che è quello che fa una Banca Centrale. Come qualsiasi banca centrale, la Banca Centrale Europea acquista titoli e crea moneta, crea proprie passività per sostenere l'economia. Tutto qua».




Già, tutto qua.

O forse no.

Perché il finanziamento della politica fiscale, cioè del deficit, tramite emissione di titoli di Stato, quindi con l’emissione di nuovo debito pubblico non solo non è l’unica strada, ma non è neanche la migliore.
Vediamo infatti cosa ci dice Nicola Acocella nel suo Elementi di politica economica.

«Come si è detto, il disavanzo può essere finanziato in due modi: attraverso la creazione addizionale di base monetaria o l'emissione di nuovi titoli del debito pubblico.

Le due modalità di finanziamento in deficit hanno natura ed effetti notevolmente diversi.

La prima differenza fra i due modi di finanziamento consiste nel loro diverso costo. È chiaro che il finanziamento con debito è costoso.

Il finanziamento con base monetaria è, invece, spesso meno costoso o niente affatto costoso.

Non lo è affatto, se realizzato attraverso emissione di monete o biglietti del Tesoro, se si prescinde dai costi materiali dell'emissione, lo è in minima misura, se ottenuto nell'ambito di convenzioni tra Stato e Banca Centrale o di norme del genere di quelle che, fino al 1981 (ossia al cosiddetto divorzio fra Tesoro e Banca d'Italia) prevedeva l'obbligo di quest'ultima di finanziare lo scoperto del Tesoro sul C/C di Tesoreria.

Questa linea di credito, infatti, poteva essere mantenuta indefinitamente nel tempo e, anzi, tendeva a crescere in valore assoluto all'aumentare del volume della spesa pubblica, diventando una forma stabile di finanziamento del deficit

La seconda differenza tra finanziamento monetario e finanziamento con titoli del debito pubblico è da ricollegarsi agli effetti espansivi sul reddito

In tale caso la politica fiscale espansiva esplica appieno i suoi effetti e si giustifica il ruolo preminente attribuitole da Keynes.

Da questo punto di vista, uno stretto coordinamento della politica fiscale e di quella monetaria si rivela prezioso per ottenere incrementi di reddito e di occupazione: al contrario, può nuocere l’indipendenza della Banca Centrale che porti a non assicurare un’adeguata espansione monetaria in presenza di un aumento della spesa pubblica».

Che è poi quello che succede dentro la gabbia unionista.

Come si evince dalla parole pronunciate dal presidente di Banca d’Italia, Ignazio Visco «L’obiettivo della stabilità dei prezzi è il nostro principale mandato».

Vale a dire che la nostra Banca Centrale non è indipendente come millanta di essere. Peggio.

Opera fuori dal recinto Costituzionale che ha al primo punto occupazione e lavoro e che in nessun articolo parla di “stabilità dei prezzi”. Cioè di garantire i privilegi alla rendita finanziaria.
 
Quindi no, non è tutto qua.

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

La nuova "dissidenza" che indossa orologi svizzeri di Loretta Napoleoni La nuova "dissidenza" che indossa orologi svizzeri

La nuova "dissidenza" che indossa orologi svizzeri

La silenziosa disfatta dell'industria militare francese di Giuseppe Masala La silenziosa disfatta dell'industria militare francese

La silenziosa disfatta dell'industria militare francese

I no war secondo l'Intelligenza Artificiale di Google di Francesco Santoianni I no war secondo l'Intelligenza Artificiale di Google

I no war secondo l'Intelligenza Artificiale di Google

Da Delhi alle Americhe: Chi Sono i Nuovi Indiani d'America? di Raffaella Milandri Da Delhi alle Americhe: Chi Sono i Nuovi Indiani d'America?

Da Delhi alle Americhe: Chi Sono i Nuovi Indiani d'America?

Papa "americano"? di Francesco Erspamer  Papa "americano"?

Papa "americano"?

Il 25 aprile e la sovranità di Paolo Desogus Il 25 aprile e la sovranità

Il 25 aprile e la sovranità

Le narrazioni tossiche di un modello in crisi di Geraldina Colotti Le narrazioni tossiche di un modello in crisi

Le narrazioni tossiche di un modello in crisi

Resistenza e Sobrietà di Alessandro Mariani Resistenza e Sobrietà

Resistenza e Sobrietà

La scuola sulla pelle dei precari di Marco Bonsanto La scuola sulla pelle dei precari

La scuola sulla pelle dei precari

Lavoro e vita di Giuseppe Giannini Lavoro e vita

Lavoro e vita

La Festa ai Lavoratori di Gilberto Trombetta La Festa ai Lavoratori

La Festa ai Lavoratori

Sirri Süreyya Önder, la scomparsa di un grande uomo di pace di Michelangelo Severgnini Sirri Süreyya Önder, la scomparsa di un grande uomo di pace

Sirri Süreyya Önder, la scomparsa di un grande uomo di pace

La California verso la secessione dagli Stati Uniti? di Paolo Arigotti La California verso la secessione dagli Stati Uniti?

La California verso la secessione dagli Stati Uniti?

Un sistema da salari da fame che va rovesciato di Giorgio Cremaschi Un sistema da salari da fame che va rovesciato

Un sistema da salari da fame che va rovesciato

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti