Prestigioso organo di controllo liberale (CJR) condanna la copertura del Russiagate da parte del New York Times

Prestigioso organo di controllo liberale (CJR) condanna la copertura del Russiagate da parte del New York Times

I nostri articoli saranno gratuiti per sempre. Il tuo contributo fa la differenza: preserva la libera informazione. L'ANTIDIPLOMATICO SEI ANCHE TU!

La Columbia Journalism Review (CJR), organo liberale di controllo dei media (watchdog), ha pubblicato un'ampia retrospettiva sulla copertura del Russiagate da parte dei media, che ha esaminato diverse società giornalistiche durante la saga Trump-Russia, rivolgendo le critiche maggiori al New York Times.

"Nessun racconto ha plasmato i rapporti di Trump con la stampa più del Russiagate. La storia, che ha incluso il dossier Steele e il rapporto Mueller tra gli altri momenti totemici, ha portato a premi Pulitzer, ma anche a imbarazzanti ritrattazioni e carriere danneggiate", ha scritto il direttore esecutivo del CJR Kyle Pope in una nota. 

Pope ha spiegato che CJR ha trascorso gli ultimi 18 mesi "esaminando la copertura dei media USA su Trump e la Russia in dettaglio" per determinare cosa significhi per gli statunitensi avvicinarsi alle elezioni del 2024.

Dalla valutazione della copertura mediatica è emerso che il New York Times ha agito in malafede.

Ma non solo questo quotidiano. Le conclusioni della CJR riflettono accuratamente ciò che la maggior parte dei pensatori obiettivi ha sempre saputo: tutti operavano in malafede.

In ogni caso le maggiori critiche vanno al NYT. I risultati sono stati pubblicati in una lunga serie di quattro parti. La prima sezione inizia con la storia della reazione dell'allora direttore esecutivo del New York Times, Dean Baquet, quando scoprì che il consigliere speciale Robert Mueller non aveva intenzione di perseguire la destituzione di Trump, dicendo al suo staff: "Santo cielo, Bob Mueller non lo farà”, riporta Fox News. 

Baquet, parlando ai suoi colleghi in una riunione subito dopo la conclusione della testimonianza, ha riconosciuto che il New York Times era stato colto "un po' alla sprovvista" dall'esito dell'indagine di Mueller", secondo Jeff Gerth, autore della lunga retrospettiva della Columbia Journalism Review.

"Questo si sarebbe rivelato più che un eufemismo", prosegue Gerth. "Ma né Baquet né il suo successore, né alcun giornalista del giornale, offrirebbero qualcosa di simile a un esame autoptico della saga Trump-Russia del giornale, a differenza dell'esame che il Times fece della sua copertura prima della guerra in Iraq".

Secondo Gerth, il New York Times ha distrutto la sua credibilità al di fuori della sua "bolla".

Inoltre, il NYT è sembrato legittimare l'ex spia britannica Christopher Steele, che è stato indirettamente pagato dalla campagna della Clinton per fabbricare il famigerato "dossier" su cui si è basato gran parte del Russiagate e la finta indagine del Dipartimento di Giustizia.

Il New York Times sembrava legittimare Christopher Steele, l'ex spia britannica del famigerato dossier, affermando che aveva "un curriculum credibile" mentre la cosiddetta fonte "primaria" di Steele diceva all'FBI che Steele aveva "sbagliato o esagerato" nel suo rapporto e che le informazioni provenienti dalla Russia erano "voci e speculazioni".

La terza parte offre esempi della copertura del Times nei confronti di Trump rispetto ad altre testate ostili. Ad esempio, Trump ha spiegato la sua decisione di licenziare il direttore dell'FBI James Comey, menzionando la "questione Russia" come una "storia inventata" a Lester Holt della NBC, ma ha riconosciuto che il licenziamento avrebbe probabilmente "allungato l'indagine".

“I media si sono concentrati sulla citazione del ‘Russiagate’; il New York Times ha pubblicato cinque articoli nella settimana successiva citando le osservazioni sul ‘Russiagate’ ma tralasciando il contesto completo. Il Post e la CNN, in confronto, hanno incluso un linguaggio aggiuntivo nel loro racconto", ha scritto Gerth.

In un altro caso, il NYT ha evitato di trattare alcuni dei testi più compromettenti di Peter Strzok, che scrisse "non c'è un granché” poco dopo la nomina del consigliere speciale Robert Mueller, cosa che Gerth ha notato essere stata trattata dal Wall Street Journal e dal Washington Post. 

Gerth ha quindi concluso che "l'erosione delle norme giornalistiche e la mancanza di trasparenza dei media sul loro lavoro" sono responsabili dell'ampia sfiducia nei media.

"Nel gennaio 2018, ad esempio, il New York Times ha ignorato un documento disponibile pubblicamente che mostrava come il principale investigatore dell'FBI non ritenesse, dopo dieci mesi di indagini sui possibili legami Trump-Russia, che ci fosse molto. Questa omissione non ha soddisfatto i lettori del NYT. Il giornale afferma che il suo reportage è stato approfondito e "in linea con i nostri standard editoriali", ha scritto Gerth. "Un altro assioma del giornalismo che a volte è stato trascurato nella copertura su Russia-Trump è stato l'incapacità di cercare e riportare i commenti di persone che sono oggetto di critiche serie. Le linee guida del New York Times lo definiscono un "obbligo speciale". Eppure, in storie del NYT che coinvolgevano figure disparate come Joseph Mifsud (l'accademico maltese che avrebbe dato il via all'intera indagine dell'FBI), Christopher Steele (l'ex spia britannica autrice del dossier) e Konstantin Kilimnik (il consulente citato da alcuni come la migliore prova della collusione tra la Russia e Trump), i reporter del giornale non hanno incluso un commento della persona criticata".

 

La Redazione de l'AntiDiplomatico

La Redazione de l'AntiDiplomatico

L'AntiDiplomatico è una testata registrata in data 08/09/2015 presso il Tribunale civile di Roma al n° 162/2015 del registro di stampa. Per ogni informazione, richiesta, consiglio e critica: info@lantidiplomatico.it

Potrebbe anche interessarti

"BERSAGLI" - 9. Nulla lo protegge di Giovanna Nigi "BERSAGLI" - 9. Nulla lo protegge

"BERSAGLI" - 9. Nulla lo protegge

Educazione sentimentale, Lilli Gruber e i "paesi civili" di Paolo Desogus Educazione sentimentale, Lilli Gruber e i "paesi civili"

Educazione sentimentale, Lilli Gruber e i "paesi civili"

7 ottobre, Haaretz e il "fact checking italiano" di Francesco Santoianni 7 ottobre, Haaretz e il "fact checking italiano"

7 ottobre, Haaretz e il "fact checking italiano"

Gaza. Le parole da "giardiniere" di Borrell sugli aiuti umanitari di Marinella Mondaini Gaza. Le parole da "giardiniere" di Borrell sugli aiuti umanitari

Gaza. Le parole da "giardiniere" di Borrell sugli aiuti umanitari

NOI a Cuba il 2 dicembre per le celebrazioni di Gino Donè Paro di Emanuele Dessì NOI a Cuba il 2 dicembre per le celebrazioni di Gino Donè Paro

NOI a Cuba il 2 dicembre per le celebrazioni di Gino Donè Paro

Russia-Occidente: uno scontro di civiltà?   di Bruno Guigue Russia-Occidente: uno scontro di civiltà?

Russia-Occidente: uno scontro di civiltà?

L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri di Savino Balzano L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri

L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri

Riflessioni di filosofia della storia e della politica di Marco De Angelis Riflessioni di filosofia della storia e della politica

Riflessioni di filosofia della storia e della politica

Al principio era la crisi economica.... di Antonio Di Siena Al principio era la crisi economica....

Al principio era la crisi economica....

Vertice Meloni-Scholz: Berlino presenta le nuove regole di Gilberto Trombetta Vertice Meloni-Scholz: Berlino presenta le nuove regole

Vertice Meloni-Scholz: Berlino presenta le nuove regole

NAPOLI - DAKAR - NAPOLI: A UN ANNO DALLA CENSURA DELL'URLO di Michelangelo Severgnini NAPOLI - DAKAR - NAPOLI: A UN ANNO DALLA CENSURA DELL'URLO

NAPOLI - DAKAR - NAPOLI: A UN ANNO DALLA CENSURA DELL'URLO

Giacarta può essere sconfitta? di Federico Greco Giacarta può essere sconfitta?

Giacarta può essere sconfitta?

Dalla caccia, all'asta del Che Dalla caccia, all'asta del Che

Dalla caccia, all'asta del Che

A che ora è la terza guerra mondiale? (Seconda parte) di Giuseppe Masala A che ora è la terza guerra mondiale? (Seconda parte)

A che ora è la terza guerra mondiale? (Seconda parte)

Come curare il tuo cane con il Prozac di  Leo Essen Come curare il tuo cane con il Prozac

Come curare il tuo cane con il Prozac

L’Egitto e il conflitto israelo-palestinese di Paolo Arigotti L’Egitto e il conflitto israelo-palestinese

L’Egitto e il conflitto israelo-palestinese

ANCORA  CON  L’IDEOLOGIA  DELLA  MERITOCRAZIA di Michele Blanco ANCORA  CON  L’IDEOLOGIA  DELLA  MERITOCRAZIA

ANCORA CON L’IDEOLOGIA DELLA MERITOCRAZIA

Diamond e lo studio delle crisi e delle rinascite delle nazioni di Damiano Mazzotti Diamond e lo studio delle crisi e delle rinascite delle nazioni

Diamond e lo studio delle crisi e delle rinascite delle nazioni