Pnrr e Confindustria: facciamo i conti della serva

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Pnrr e Confindustria: facciamo i conti della serva

 

Facciamo i conti della serva. I governi Conte e Draghi, a seguito della pandemia, hanno sostenuto il sistema produttivo con 170 miliardi di euro a fondo perduto, incidendo sul debito.

Poi è stato approvato il PNNR. Spero che, almeno per quanto riguarda i prestiti non se ne faccia nulla e vengano restituiti. In caso contrario, tra finanziamenti a fondo perduto e appalti sono 220 miliardi di euro.

Poi c'è il Fondo di Coesione, spese comunitarie delle regioni meridionali che sono state accentrate e di cui al momento non si sa nulla.

Confindustria vorrebbe che fossero destinati al finanziamento degli investimenti delle imprese.

Poi, nel biennio precedente, la crescita, a seguito delle politiche fiscali espansive dei governi mondiali, come risposta alla pandemia, che hanno sostenuto fortemente le esportazioni italiane, e a seguito della diminuzione del risparmio forzoso, sempre causa pandemia, che passò dal 20.7% all'8.7% attuale, che ha sostenuto la domanda interna, ha fatto si che gli operatori economici italiani si siano visti fatturati, ordinativi, margini e profitti record (ho segnalato domenica il record di cedole in borsa).

Insomma un biennio da manna dal cielo per il sistema economico italiano. Contemporaneamente, domenica scorsa, sul Corriere, Landini dice che causa rincari ed inflazione, i salari reali sono diminuiti del 12%. Ci sono piattaforme sindacali confederali che chiedono un parziale ripristino, dai bancari agli alimentari (i pubblici sono fermi, il Def non destina una lira), rivendicazioni bocciate dalle parti datoriali.

In questo contesto, Giorgetti se ne esce con "misure shock" per la natalità di 7 miliardi (ci mette pure l'imprenditorialità femminile, vai a capire cosa c'entra). Noccioline, rispetto alle perdite di classe e a quanto lo Stato ha sostenuto il sistema industriale negli ultimi due anni, oltretutto avendo un basso debito (in rapporto agli europei) e liquidità detenuta presso le banche a livello record.

In tutto questo la classe lavoratrice sta zitta, magari si lamenta a casa, si sfoga nei bar e nei luoghi pubblici, quando va in un ufficio pubblico se la prende con il povero cristo impiegato (la tiritera, anni fa, di Brunetta dei fannulloni serviva alla lotta tra poveri), se la prende con la moglie, mai con i padroni.

Non si interroga quanto hanno avuto i padroni, si vede la tv, si legge Corriere dello Sport. Logico che i padroni non facciano nulla e il governo prenda in giro. Gli hanno annullato la coscienza di classe decenni fa e questi sono i risultati.

Ora i nemici non sono piu' i meridionali, ma i migranti, nel segno della purezza della razza. Sempre guerra tra poveri, e loro brindano.

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