Pierluigi Fagan - Il Vertice in Svizzera e i tempi surrealisti che viviamo

Pierluigi Fagan - Il Vertice in Svizzera e i tempi surrealisti che viviamo

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di Pierluigi Fagan*

TEMPI SURREALISTI. Fino pochi giorni fa, al culmine della guerra più di parole che di fatti in Ucraina, alcuni temevano l’inizio della Terza guerra mondiale con sacrificio nucleare allegato.

Sicuramente le opinioni pubbliche non sono cresciute in ambiente così rissoso quale quello degli ultimi mesi, sentir proferire aperte minacce, anche nucleari, colpisce. C’è poi una intera letteratura di complemento, soprattutto americana, che fa infondate analogie tipo G. Allison secondo il quale USA e Cina sarebbero destinate a ripetere la “Trappola di Tucidide” ovvero l’ineluttabilità del conflitto che costrinse Sparta contro Atene, ma anche le letture sull’avvicendarsi dell’egemone a capo delle varie versioni di sistema-mondo, ad esempio inglesi contro olandesi nel XVII secolo e poi americani contro inglesi nel XVIII, guerre di “successione” potremo chiamarle.

Ciò pensando che l’egemone sopravveniente gli americani sarà il cinese, cosa errata in quanto nel sistema multipolare non ci sarà alcun egemone totale. Fare analogie su così pochi casi, così distanti nel tempo e così diversi per composizione e contesto è senza senso.

Per fortuna, lettori e lettrici saranno lieti di sapere che da quando ci sono le armi atomiche equamente distribuite almeno tra due contendenti, la guerra diretta tra potenze non si può più fare. Si chiama Mutua Distruzione Assicurata MAD e deriva da una applicazione minimale della Teoria dei giochi. In pratica, tu puoi anche attaccare per primo e distruggerlo ma poi attaccherà lui e distruggerà te, con i sistemi auto-informatici poi è certo che la ritorsione partirà anche se fisicamente il primo attacco ha ammazzato tutti i nemici (evenienza questa assai irrealistica) ed infine, non c’è alcun modo di poter teorizzare la possibilità concreta che il primo colpo sia così definitivo da eliminare ogni possibile ritorsione, il c.d. “first strike”. Quindi non ci sarà alcuna guerra “fine di mondo”.

Si tenga conto che, come diceva un generale russo ora in America, a molti maschi eccita da morire quella che lui chiama “pornografia militare” ovvero discettare su cose belliche e di sistemi d’arma come si discetta di auto o di sport e partite di calcio senza per altro avere le minime competenze reali di polemologia e studi strategici.

In realtà, il conflitto USA Cina, si svolgerà per anni come previsto da due colonnelli cinesi in uno scritto già di venticinque anni fa ovvero in almeno una trentina di campi diversi, con modalità diverse. Ad esempio, vere e proprie guerre diplomatiche, di intelligence, di contrabbando, di droga, virtuali, finanziarie, commerciali, industriali, di brevetti, giuridiche internazionali, di risorse, sanzioni, dazi, ecologiche e climatiche, forse biotecnologiche, spaziali, di guerriglia, di terrorismo manipolato, guerre ideologiche più di ogni altra. Insomma, più uno spavento senza fine che una fine spaventosa.

Lo stesso conflitto russo-ucraino in realtà originava da contenzioso tra russi e americani a proposito delle politiche di sicurezza in Europa (missili, presenza NATO). Lì, il fine degli americani era provare ad applicare l’unica strategia che gli ha funzionato dal dopoguerra ad oggi ovvero consumare il nemico molto meno ricco in una continua e stressante mobilitazione militare, tra cui impegni di spesa alla lunga insostenibili per il meno capiente. Spesa che tra l’altro avrebbe delegittimato l’élite del nemico a quel punto alle prese con una rivolta civile interna.

Anche perché un sicuro teatro di conflitto prossimo venturo sarà l’Artico. L’Artico promette di sciogliere la sua patina ghiacciata per ampi periodi dell’anno e molto di più lungo le coste. Nel sottosuolo artico si stima esserci un ampio tesoro di minerali e riserve fossili, ma la rotta artica permetterebbe anche ai cinesi di arrivare in Europa con i loro cargo molto prima che con la consueta rotta meridionale dove gli americani controllano gli stretti, bordeggiando le amiche acque russe siberiane. Ma come ricorda F.F.Marotta c'è anche la corsa allo Spazio, lo sviluppo della cybersicurezza, delle nuove tecnologie (bio-nano-cogno).

Per evitare nei prossimi anni di trovarsi alle prese di nuovo e sempre coi russi con cui il conflitto invece è sempre militare, la strategia della consunzione ci stava se solo avesse avuto delle reali possibilità che invece non aveva come abbiamo presto scoperto là dove chi si è presto consumato non sono stati i russi ma gli ucraini. Cosa per altro intuibile ab origine vista la sproporzione di forza e di demografia.

Tutti questo s’è scritto e detto già due anni fa ma inutilmente, quando il discorso pubblico, tanto quello mainstream che quello “critico” divampa al massimo della sua eccitazione, la ragione sparisce ed è meglio ritirarsi nel silenzio.

Ad ogni modo, come previsto, ora si tratta la pace. Ma è probabile sarà più pace momentanea che definitiva. Per esser definitiva, Mosca dovrebbe avere il tavolo diretto one-to-one con Washington sull’accordo più importante ovvero missili, armi e postazioni militari NATO in Europa, cosa che Biden non concederà certo e per il quale non ci sarebbero neanche i tempi, forse. Biden lascerà la partita aperta, se dovesse miracolosamente esser rieletto potrebbe riprendere il conflitto sul campo in qualche modo, altrimenti starà a Trump chiudere definitivamente o meno la partita.

Così pare che ieri abbia dichiarato: Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è "il maggior venditore della storia. Ogni volta che viene in questo Paese va via con 60 miliardi di dollari. Poi quando torna a casa ha bisogno di altri" soldi. Lo afferma Donald Trump, ribadendo che se ci fosse stato lui alla Casa Bianca la guerra in Ucraina non ci sarebbe mai stata. Fossi l’uomo in mimetica mi preoccuperei un po’. Previsioni sulla ricostruzione viaggiano a più di 500 mld di US$, chi ce li metterà è un bel mistero.

Infine, siccome l’epoca è surrealista come da immagine, hanno indetto questa conferenza per la pace in Svizzera con tutti meno che i russi ed i cinesi. Poi la sera hanno emesso questo comunicato: "Il raggiungimento della pace richiede il coinvolgimento e il dialogo tra tutte le parti", si legge in un comunicato congiunto diffuso al termine della prima giornata del vertice per la pace in Ucraina in corso in Svizzera.

Hanno cioè capito che per fare la pace debbono esserci i due litiganti, geni.


*Post Facebook del 17 giugno

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