Palestinesi deportati in Congo e l'ultima evoluzione del sionismo
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di Giorgio Cremaschi
Che il sionismo israeliano sia oramai una forma aperta di razzismo sempre più simile al nazismo non lo dimostra solo il genocidio a Gaza, ma l’idea di soluzione finale della questione palestinese che si sta affermando nel governo Netanyahu.
Che il sionismo israeliano sia oramai una forma aperta di razzismo sempre più simile al nazismo non lo dimostra solo il genocidio a Gaza, ma l’idea di soluzione finale della questione palestinese che si sta affermando nel governo Netanyahu.
Notizie della stampa israeliana e internazionale, non smentite, ci fanno sapere che le autorità del paese sarebbero in trattative con il Congo e forse con altri paesi africani per traferire lì i palestinesi di Gaza e magari anche quelli della Cisgiordania. I palestinesi che rifiutassero la deportazione verrebbero considerati terroristi e trattati come tali.
Ripeto non c’è stata alcuna smentita che questo orrore faccia parte delle discussioni sulle opzioni del regime sionista, ma tutto questo non è per nulla originale.
Alla fine degli anni trenta del secolo scorso i nazisti tedeschi discussero della possibilità di deportare gli ebrei in Madascar, allora colonia francese. Basta una semplice ricerca in rete per trovare ampie notizie al riguardo ed è significativo che nessuno dei media main stream, sempre così inclini a trovare nuovi Hitler negli obiettivi militari della NATO, abbia minimamente accennato al precedente.
Dunque nel 1938 Adolf Hitler approvò un piano di deportazione degli ebrei in Africa. La cosa venne ripresa dai nazisti tedeschi dopo la loro vittoria sulla Francia nel 1940 e nel progetto venne coinvolto Mussolini. Tanto è vero che “La Difesa delle Razza”, infame foglio del regime nella cui direzione stava quel Giorgio Almirante venerato da Meloni e La Russa, annunciò così la soluzione della “questione ebraica”.
Come si sa la soluzione finale fu poi quella di Auschwitz, ma è significativo che il punto di partenza dell’Olocausto sia stato l’idea della deportazione.
Oggi a Netanyahu non riuscirà né la deportazione, né lo sterminio di tutti palestinesi, ma è significativo che ci stia pensando e provando e che le difficoltà israeliane di fronte alla eroica resistenza di tutto un popolo producano simili deliri criminali.
La riproposizione verso i palestinesi da parte delle autorità israeliane del progetto nazista di deportazione degli ebrei in Africa ci conferma che i sionisti hanno in mente solo la cancellazione del popolo palestinese. Cioè che il razzismo è oggi elementofondante del sionismo, nazismo del ventunesimo secolo. E chi non si oppone a questa infamia genocida è complice, oggi come allora.
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