Morire per Zelensky

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Morire per Zelensky


Ieri c'è stata una importante manifestazione "per la pace" a Firenze con la presenza in video collegamento del presidente ucraino Zelensky.

E' stata, come dicevo, una manifestazione importante, non tanto per i gessetti, per le bandiere arcobalenate e per l'immancabile "imagine" di Lennon cantata a squarciagola.

Ciò che conta è quanto ha detto Zalensky che può essere così riassunto: se non mi aiutate a tenere l'Ucraina dopo cadrete anche voi.

 Bene, il comico ucraino ha chiarito bene l'ordine del problema. Questo per i seguenti motivi: 

1) Dopo la sconfitta dei tentativi di rivoluzione colorata in Bielorussia, in Kazakhistan con il ribaltamento del regime ucraino sarebbe chiaro a tutti in tutto il mondo che c'è qualcuno al mondo in grando di spezzare i denti all'invincibile armada occidentale. Questa è una grande novità dopo la caduta dell'Urss. Ecco forse noi non abbiamo ben chiaro l'ordine dei problemi. Ecco quante volte con la massima indifferenza mentre sgranocchiamo una barretta di cioccolato ai cereali seduti sul divano la sera abbiamo ascoltato un americano (o un europeo) all'ONU che dice "tutte le opzioni sono sul tavolo". Ecco, ora immedesimatevi in uno jugoslavo, un sudanese, un somalo, un afgano, un iraniano, un iraqeno un venezuelano, un  libico, uno yemenita o di qualsiasi altro paese non occidentale si sente dire quella frase: per lui significa l'orrore, significa non avere medicinali, cibo e nella peggiore delle ipotesi significa che arriveranno sciami di aerei occidentali a distruggerli la casa, le strade, le scuole, gli ospedali (magari miseri). Lo so per noi è molto facile credere che noi gli stiamo portando la democrazia, la libertà ecc. per lui significa la distruzione della sua vita e dei suoi figli. Ecco, la vittoria della Russia significherebbe che si può resistere, che il "momento unipolare" nel quale gli occidentali hanno fatto buono e cattivo tempo è finito. Non è poco. 

2) L'occidente si è talmente esposto con le sanzioni da aver (forse involontariamente) messo in duscussione l'ordine monetario vigente da Bretton Wood che vede il Dollaro come il Re delle monete. Se non vinciamo, quale principe arabo investirà in occidente sapendo che può essere derubato in qualsiasi momento per qualsiasi motivo come sta accadendo ai russi? Poi è l'occidente che ha espulso (in sostanza) la Russia dal WTO e dall FMI oltre che dalla Banca Mondiale e dalla Banca dei Regolamenti Internazionali. Ora il discorso è semplice, o l'occidente vince o tutto questo apparato che ha dominato soprattutto nella seconda parte del secondo fino ad oggi sarà ferraglia della storia. Oppure si creerà una cordata che ci metterà in minoranza e non detteremo più noi l'ordine delle cose e le scelte da fare in ambito monetario e finanziario. 

3) C'è poi il piano dell'economia reale. Cosa direte se la cosa delle sanzioni va per le lunghe e sul tavolo avrete meno pane (perchè troppo costoso), meno benzina nel serbatoio e decine di migliaia di aziende verranno distrutte portandosi al seguito le banche con i vostri risparmi (o in alternativa la nostre banche centrali stampano salvando le banche ma sgretolando il valore reale della moneta?). Ecco cosa direte se non vinciamo a breve e per ripagarci dei sacrifici ci mangiamo la Russia? Che succede quando capirete che tutti i lussi di cui abbiamo goduto per decenni non torneranno mai più (se perdiamo)? Ecco che facciamo? Protesteremo, cacceremo i governanti, forse usciremo dalla Nato e distruggeremo la UE. Probabile.

Ha ragione Zelesky quando dice, se crolla l'Ucraina (sancendo la vittoria russa) crollerete anche voi. Sul perchè le élites si sono spinte fino ad un livello di scontro così alto non è dato sapere. Ciò che posso dire è che gli americani e gli inglesi (che rischiano di perdere l'Impero Europeo) sono disposti ad andare fino in fondo, con uno scontro diretto con la Russia (lo vogliono non nucleare, è Putin che minaccia l'uso anche di quell'arma).  E infatti USA e UK spingono per lo scontro diretto, mentre Francia e Germania stanno frenando (non è bello vedere i propri paesi come campo di battaglia).  
Questa è la situazione.

Giuseppe Masala

Giuseppe Masala

Giuseppe  Masala, nasce in Sardegna nel 25 Avanti Google, si laurea in economia e  si specializza in "finanza etica". Coltiva due passioni, il linguaggio  Python e la  Letteratura.  Ha pubblicato il romanzo (che nelle sue ambizioni dovrebbe  essere il primo di una trilogia), "Una semplice formalità" vincitore  della terza edizione del premio letterario "Città di Dolianova" e  pubblicato anche in Francia con il titolo "Une simple formalité" e un  racconto "Therachia, breve storia di una parola infame" pubblicato in  una raccolta da Historica Edizioni. Si dichiara cybermarxista ma come  Leonardo Sciascia crede che "Non c’è fuga, da Dio; non è possibile.  L’esodo da Dio è una marcia verso Dio”.

 

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