Maduro mostra un fucile d'assalto USA portato in Venezuela “per attacchi terroristici”

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Negli ultimi giorni, il governo venezuelano ha rivelato dettagli inquietanti su un complotto internazionale ordito per destabilizzare il paese. Diosdado Cabello, ministro dell'Interno, Giustizia e Pace della Repubblica Bolivariana del Venezuela, ha annunciato la confisca di un nuovo carico di armi proveniente dagli Stati Uniti, che si aggiunge a un sequestro precedente di oltre 400 fucili e attrezzature militari avvenuto il 14 settembre. Le armi, prodotte da aziende come Century Arms, erano principalmente repliche di fucili AK, come il Kalashnikov USA, e modelli di M4A1, una carabina di uso esclusivo per le forze armate statunitensi.

Cabello ha sottolineato che questo armamento è stato introdotto nel paese con l'obiettivo di alimentare atti di terrorismo in coincidenza con le elezioni venezuelane del 28 luglio. Ha rivelato che esiste un legame con un gruppo di hacker israeliani e una mafia locale, coinvolta in un piano più ampio per destabilizzare il governo e il popolo venezuelano.



Cabello ha anche evidenziato il coinvolgimento di una rete criminale, il 'Tren de Aragua', una potente organizzazione che avrebbe coordinato operazioni terroristiche in Venezuela con il supporto di attori esteri.

Un altro aspetto preoccupante riguarda l'ingresso di armi in Venezuela attraverso la Colombia, mentre a Miami e in Colombia circolavano volantini che annunciavano piani per occupare il palazzo di Miraflores, indipendentemente dall'esito elettorale.

Il presidente Nicolás Maduro ha confermato queste informazioni durante il suo programma televisivo "Con Maduro+", affermando che due cittadini spagnoli e tre statunitensi sono stati arrestati per il loro coinvolgimento in un tentato attentato contro la sua persona e altri alti funzionari del governo. Questi individui erano in possesso di armi prodotte esclusivamente per le forze armate statunitensi, un fatto che solleva interrogativi sulla consapevolezza delle autorità statunitensi riguardo al traffico di tali armi verso il Venezuela.

Maduro ha anche dichiarato che quanto è stato reso pubblico rappresenta solo una piccola parte delle prove già in possesso delle autorità venezuelane. Queste evidenze puntano verso un tentativo concertato di destabilizzare il paese attraverso atti terroristici, un piano che coinvolge forze interne ed esterne.

L’intera operazione conferma il timore di una minaccia sempre più presente per la stabilità della nazione bolivariana, orchestrata da gruppi criminali locali con il supporto di attori internazionali. Il governo venezuelano continua a rafforzare le misure di sicurezza per prevenire ulteriori attacchi e garantire la stabilità del paese.

La Redazione de l'AntiDiplomatico

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