Lo stato di Israele, le Nazioni Unite e il diritto internazionale oggi

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di Clara Statello per l'AntiDiplomatico

“Le rimostranze del popolo palestinese non possono giustificare i terribili attacchi di Hamas. Questi orrendi attacchi non possono giustificare la punizione collettiva del popolo palestinese”. Il segretario generale dell’ONU Antonio Guterres ribadisce su X/Twitter quanto espresso al Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Sono ingiustificabili sia l’operazione di Hamas che la reazione di Israele, quest’ultima definita senza ambiguità una “punizione collettiva”.

Guterres sembra voler sottolineare la sua assoluta equidistanza, dopo che martedì le sue parole avevano infiammato il Palazzo di Vetro:

“Ho condannato inequivocabilmente gli atti di terrore orribili e senza precedenti commessi da Hamas in Israele il 7 ottobre. Niente può giustificare l’uccisione deliberata, il ferimento e il rapimento di civili, o il lancio di missili contro obiettivi civili. È anche importante riconoscere che gli attacchi di Hamas non sono avvenuti nel vuoto. Il popolo palestinese vive sotto un’occupazione soffocante da 56 anni”, ha detto il segretario delle Nazioni Unite, in presenza delle famiglie degli ostaggi detenuti da Hamas, ponendo l’accento sulla speranza svanita dei palestinesi “per una soluzione politica alla loro situazione”

E’ proprio l’equidistanza di Guterres a non essere tollerata da Israele, che per ritorsione da mercoledì ha smesso di rilasciare i visti ai funzionari delle Nazioni Unite. Con la spudoratezza di chi calpesta circa 70 risoluzioni da oltre 75 anni, i vertici israeliani si scagliano contro il segretario generale, chiedendone le dimissioni, e promettono “di dare una lezione all’ONU”. Questa insolente postura rende palese l’estremo disprezzo di Israele per il diritto internazionale e per le istituzioni che lo rappresentano.

La reazione furiosa dell’ambasciatore

L'ambasciatore israeliano alle Nazioni Unite, Gilad Erdan, ha descritto il discorso di Guterres come "scioccante" e ne ha chiesto le dimissioni immediate. La sua reazione compulsiva sul social X, ovvero la pubblicazione di una serie di post rabbiosi e offensivi, rende un ottimo spaccato della lucidità dei più alti diplomatici israeliani.

Ha accusato il leader dell’ONU di essere “completamente distaccato dalla realtà”, di avere una visione “distorta e immorale” e di giustificare il “terrorismo e l’omicidio”, ripetendo più di una volta la parola “scioccante”.

In un tweet pubblicato un’ora dopo in inglese ed ebraico, ha giudicato Guterres non idoneo a guidare l’ONU accusandolo di mostrare compassione per la “campagna di sterminio di massa” di bambini, donne e anziani.

 

Nello stesso momento a Gaza moriva un bambino ogni 4 minuti sotto i bombardamenti di Israele. Nella sola giornata di ieri sono state uccise 756 persone, di cui 344 minorenni, e altre 1.142 sono rimaste ferite. Intanto Erdan riempiva i suoi account social di tweet, post e repost in cui, sostanzialmente, citava ossessivamente se stesso e sfogava la sua furia mettendo alla gogna Guterres.

 

L’ora più buia dell’ONU  

Meno scomposta la reazione del ministro degli Esteri israeliano Eli Cohen. Durante la seduta ha annullato l’incontro con Guterres, dopo averlo accusato di aver trascinato l’ONU nella sua ora più buia.

"Non incontrerò il segretario generale dell'ONU. Dopo il 7 ottobre non c'è spazio per un approccio equilibrato. Hamas deve essere cancellato dal mondo!", ha dichiarato il capo della diplomazia israeliana, mostrando quantomeno di aver preso consapevolezza del proprio estremismo.

La metafora dell’oscurità è stato ripresa anche dall’ex ministro della Difesa Benny Gantz, che non si è risparmiato un commento social sull’episodio.

“Oscuri sono i giorni in cui il Segretario Generale delle Nazioni Unite condona il terrorismo. Assolutamente nulla può giustificare il massacro di civili innocenti. Adesso è il momento di stare dalla parte giusta della storia, o di essere giudicati da essa. Gli apologeti del terrorismo non possono parlare a nome del mondo”, ha scritto su X.

 

Le parole di Gantz suonano di un cinismo sinistro, che va oltre l’assurdità e le asimmetrie dei doppi standard occidentali a cui siamo abituati. Se nulla può giustificare il massacro di civili innocenti (neanche il “sacro diritto alla difesa” di Israele, dunque) gli oltre 2.700 bambini palestinesi assassinati dai raid israeliani in meno di tre settimane, non sono civili o non sono innocenti? E in quest’ultimo caso quale sarebbe il loro crimine? Se gli apologeti del terrorismo non possono parlare al mondo, non si capisce come Israele sieda ancora all’ONU dopo aver ucciso in meno di venti giorni più di 6.500 civili – inclusi giornalisti, operatori sanitari e dipendenti ONU -con i bombardamenti a tappeto indiscriminati su Gaza.

Dare una lezione all’ONU

A causa delle dichiarazioni di Guterres, Israele ha annunciato da oggi lo stop al rilascio dei visti ai rappresentanti delle Nazioni Unite.

“E’ venuto il momento di dare loro una lezione”, ha detto Erdan alla radio dell’esercito, vantandosi di aver già negato il visto al sottosegretario generale per gli affari umanitari Martin Griffiths.

Il segretario generale dell’ONU ha affidato ad un comunicato ufficiale il suo sgomento per la reazione spropositata della diplomazia israeliana:

"Sono scioccato dalle false interpretazioni di alcune delle mie dichiarazioni... come se stessi giustificando atti di terrorismo da parte di Hamas. Questo è falso. Era il contrario", ha detto ai giornalisti. "Credo che sia necessario mettere le cose in chiaro, soprattutto per rispetto delle vittime e delle loro famiglie".

Non è dato sapere se le parole di Guterres siano state davvero fraintese o scientemente strumentalizzate. Tuttavia è si deve riflettere sul perché della reazione isterica di Israele.

Cos’ha detto davvero Guterres

Se ancora ne avessimo di bisogno, questo episodio è la prova che Israele si considera al di sopra del diritto internazionale e, pertanto, ritiene di poterne sanzionare persino la principale istituzione, l’ONU. A questo punto, a meno di non considerare davvero Guterres un fiancheggiatore dell’islam radicale, ci si deve chiedere quale sia il suo “crimine”.

Secondo alcuni commentatori martedì Guterres ha rilasciato le più dure dichiarazioni dall’inizio del conflitto. Questo ha scatenato le reazione di Israele. Gli attacchi su Gaza si sono fatti più intensi, provocando un numero senza precedenti di vittime. Oltre 700 sia lunedì che martedì. Il 40% dei morti sono bambini e tra i bambini i più colpiti sono quelli di età compresa tra 0-9 anni. Oltre ai civili i bombardamenti indiscriminati hanno colpito giornalisti, operatori sanitari e soccorritori. L’IDF ha ucciso anche 35 membri dell’UNRWA, l’agenzia ONU per i rifugiati palestinesi, colpendone le scuole e le sedi in cui si ospitano gli sfollati e si offrono loro aiuti umanitari.

“Devo alle loro famiglie la mia condanna per questi e molti altri omicidi simili”, ha affermato martedì Guterres puntando finalmente il dito contro l’incessante bombardamento di Gaza da parte delle forze israeliane.

Ha chiamato al rispetto delle regole della guerra, ha espresso preoccupazioni per “le evidenti violazioni del diritto umanitario internazionale a cui stiamo assistendo a Gaza”, ha chiesto l’ingresso di carburante da Rafah ed un cessate il fuoco. Ha lanciato un appello contro la disumanizzazione e la polarizzazione.

La questione che ha posto Guterres non è soltanto l’ingiustizia subita dal popolo palestinese come causa storica del conflitto, è anche la condanna ad Israele, che trova la sua ragion d’essere sull’impeccabile equidistanza del capo dell’ONU.

“Nessuna delle parti coinvolte in un conflitto armato – chiarisce - è al di sopra del diritto umanitario internazionale”.

Ecco spiegata perché Israele ha messo alla gogna Guterres: è reo del crimine di lesa maestà!

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