Lavrov invita l'autoproclamato presidente siriano Al-Shaara al vertice Russia-Lega araba

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Lavrov invita l'autoproclamato presidente siriano Al-Shaara al vertice Russia-Lega araba

 

Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha invitato l'autoproclamato presidente siriano Ahmad al-Sharaa a partecipare al prossimo vertice Russia-Lega Araba a Mosca, durante i colloqui del 31 luglio con il ministro degli Esteri siriano Asaad al-Shaibani.

"Certamente, speriamo che il presidente Sharaa possa prendere parte al primo vertice Russia-Lega Araba, previsto per il 15 ottobre", ha annunciato Lavrov.

L'invito è arrivato durante la visita di Shaibani a Mosca, che ha segnato la prima visita ufficiale a Mosca di un alto funzionario del nuovo governo siriano dopo la rimozione dell'ex presidente siriano Bashar al-Assad.

Il ministro degli Esteri siriano ha affermato che la sua visita mirava ad avviare una "necessaria discussione... basata sulle lezioni del passato, per formulare il futuro", e ha annunciato che lui e Lavrov avevano concordato di formare due comitati per rivalutare gli accordi bilaterali firmati sotto il governo di Assad.

"Ci sono molte opportunità per una Siria unita e forte, speriamo che la Russia sia al nostro fianco in questo percorso", ha detto Shibani in una conferenza stampa con Lavrov.

Lavrov ha espresso gratitudine ai funzionari siriani per il ruolo svolto nel mantenimento della sicurezza della base aerea russa di Hmeimim e della base navale di Tartous, entrambe operative nella Siria occidentale sotto il nuovo governo.

Ha inoltre ringraziato Damasco per aver sostenuto l'appello di Mosca a revocare le sanzioni internazionali imposte alla Siria.

All'inizio di quest'anno, Lavrov aveva lanciato l'allarme: si trattava di una "pulizia etnica" delle  minoranze religiose siriane da parte di "gruppi miliziani radicali".

Dopo la caduta di Assad, la Russia ha cercato di preservare la sua presenza militare e politica in Siria. A febbraio, l'agenzia Reuters ha riferito che funzionari israeliani avevano fatto pressioni sugli Stati Uniti affinché consentissero alla Russia di mantenere le sue basi a Tartous e Latakia, sostenendo che ciò avrebbe contrastato l'influenza della Turchia nel Paese. 

I funzionari israeliani hanno presentato la presenza militare russa in una luce positiva, descrivendo i nuovi governanti della Siria come una minaccia per gli interessi israeliani, facendo pressioni per uno Stato siriano frammentato e indebolito.

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