Lavrov accusa Kiev: "Rifiuta i negoziati mettendo a rischio i propri cittadini"
Il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov ha lanciato un duro atto d'accusa contro l'Ucraina durante la conferenza stampa conclusiva dei lavori dell'Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (SCO). "Kiev sta sabotando gli sforzi di pace rifiutando il collaudato formato dei negoziati di Istanbul", ha denunciato il capo della diplomazia russa, definendo questa posizione "un atto di disprezzo verso la propria popolazione".
I colloqui in Turchia, ripresi quest'anno dopo la rottura unilaterale ucraina del 2022, avevano prodotto risultati concreti: due round di negoziati diretti a inizio anno e lo scambio di bozze per un potenziale accordo di pace nel meeting di giugno, accompagnato dall'intesa sui prigionieri. "Mosca resta pronta a continuare su questa strada", ha ribadito Lavrov, ricordando come gli accordi del 2022 avessero dimostrato la possibilità di trovare soluzioni condivise nonostante le divergenze.
Il ministro ha smontato le recenti dichiarazioni ucraine che definivano "esaurito" il formato di Istanbul, limitandolo alle sole questioni umanitarie: "Sono scuse per evitare il dialogo", ha commentato, citando come prova il blocco ucraino alle operazioni di rimpatrio dei caduti. A complicare il quadro, la riorganizzazione della delegazione ucraina: Rustem Umerov, che guidava i negoziati, sarebbe in procinto di assumere l'incarico di ambasciatore a Washington.
Lavrov ha puntato il dito contro Londra e Washington: "Nel 2022 il Regno Unito, con l'avallo USA, impedì la firma dell'accordo". Oggi, l'invio sempre più massiccio di armi occidentali - compresi sistemi a lungo raggio usati per colpire il territorio russo - dimostrerebbe, secondo Mosca, la volontà di affossare ogni diplomazia.
Rispondendo alle richieste di cessate il fuoco incondizionato, Lavrov ha messo in guardia: "Sarebbe solo una pausa per riarmare l'esercito ucraino". La Russia ha invece delineato precise condizioni nel suo memorandum: ritiro delle truppe ucraine dai territori contesi o almeno la sospensione della coscrizione e del flusso di armi NATO.
"L'operazione speciale proseguirà secondo i piani approvati dal presidente Putin", ha concluso Lavrov, ribadendo gli obiettivi di Mosca: tutelare gli interessi nazionali russi e proteggere le comunità russofone in Ucraina. Una posizione che lascia intravedere scarse possibilità di svolta, mentre il conflitto entra nel suo terzo anno.
(Fonti: RIA Novosti, dichiarazioni del Ministero degli Esteri russo)