L'"agenda" di Elly Schlein e i suoi principali rischi

L'"agenda" di Elly Schlein e i suoi principali rischi

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Politicamente parlando Elly Schlein è il vuoto pneumatico riempito di tonnellate di retorica liberal, europeismo, progressismo purché sia, irrazionalismo, gender e cancel culture. Praticamente la cosa più distante possibile dalla pancia (vuota) del Paese.

Ma è pure giovane, donna e omosessuale, perciò perfetta per incarnare (e quindi rappresentare e promuovere) l’agenda liberal democratica, cioè la moderna contro rivoluzione anti-popolare in atto da trent’anni. In più - e questo mi pare un dettaglio non di poco conto - è americana. È cioè cittadina degli Stati Uniti d’America. Ciò significa un salto di qualità non indifferente.

In un futuro prossimo, nella sciagurata ipotesi in cui Elly si trovasse a guidare l’Italia, l’impero che ci occupa militarmente, decide la nostra politica estera, eterodirige quella interna da 80 anni e che ha trasformato la socialdemocrazia avanzatissima nata nel dopoguerra in uno show da baraccone, avrebbe una sua rappresentante a palazzo Chigi. Un primo ministro che risponde direttamente a Washington in quanto suo cittadino e così facendo eleva il nostro Paese dal rango di possedimento coloniale a vicereame. Il tutto, beninteso, nel nome della Repubblica, della Costituzione, della libertà e della democrazia nell’ormai consueto ribaltamento copernicano delle parole e della realtà.

In uno scenario del genere, con il piddì non più semplice omonimo ma diretta emanazione del partito democratico a stelle e strisce, la destra meloniana non sorprendentemente al guinzaglio della N*A*T*O e la terza guerra mondiale sempre più vicina, rinforzare le uniche forze che si battono sinceramente per la democrazia e la sovranità popolare diventa una priorità non più rimandabile. Serve urgentemente ridare indipendenza politica all’Italia. Allontanandola dai venti di guerra su cui soffiano irresponsabilmente i bellicosi “alleati” e spingendola a perseguire unicamente i propri, i nostri, interessi nazionali. È questo è il senso della moderna lotta politica. Il resto è fuffa, avanspettacolo e distrazione di massa.

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