La sudditanza agli Usa e il fallimento dei vaccini mRna: il virus non si sconfigge così

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La sudditanza agli Usa e il fallimento dei vaccini mRna: il virus non si sconfigge così

Da più di due anni il mondo è flagellato dal Covid, da circa un anno è partita la più grande campagna di vaccinazione della storia. L'Italia (come tutta la UE) ha puntato su due vaccini di proprietà di colossi farmaceutici americani. Attualmente in Italia c'è il quadruplo di nuovi contagi giornalieri rispetto a prima dell'inizio della campagna vaccinale: un chiaro fallimento! Pare difficile pensare che ciò sia esclusivamente imputabile al ritardo nella somministrazione delle dosi di richiamo: molte persone appena vaccinate si sono ammalate.

Al contempo, ci si auspica che ciò non sia nemmeno imputabile al fatto che stiano circolando delle nuove varianti del virus su cui forse il vaccino non funziona correttamente, perché se cosi fosse non avrebbe senso continuare a iniettarne ulteriori dosi. Quindi è evidente che i due vaccini su cui sta puntando la UE non funzionano come sperato e come millantato.

Per essere più precisi, i due vaccini americani non stanno contenendo la pandemia, tuttavia riducono notevolmente lo sviluppo dei sintomi nelle persone che si infettano. Dal punto di vista di ogni singolo ciò è certamente buono (raramente si sta male o si muore), ma nella prospettiva sociale è una parziale sconfitta in quanto il virus continua a circolare mietendo comunque delle vittime, condizionando gli stili di vita e danneggiando l'economia. In Italia ogni giorno per il Covid continuano a morire centinaia di persone.

La nostra sudditanza politica ed economica nei confronti degli Stati Uniti si traduce anche in imposizioni commerciali in base alle quali siamo costretti a comprare prodotti americani pure quando questi siano più costosi (software, servizi, etc.) e/o più scadenti (aeroplani, cibo, etc.). Di norma sono casi in cui si tratta prevalentemente (ma non solo) di danni economici, per la pandemia la questione è ben diversa: ci viene imposto l'utilizzo di farmaci non in grado di sconfiggere il virus, mentre sarebbero disponibili valide alternative.

La pandemia è come una guerra e bisogna decidere la maniera per affrontarla: o ognuno singolarmente si occupa della propria salvezza, o tutti insieme si lotta per vincere.

Nella maniera con cui in Italia (e nel resto della UE) è attualmente gestita la pandemia, ognuno è chiamato a dare un contributo limitato a fronte del quale sa che minimizzerà il proprio rischio personale. Tuttavia ciò non fa altro che allungare la durata della pandemia: si evitano gli effetti del virus, ma non lo si sconfigge e nel frattempo la gente muore. Altri paesi stanno affrontando la pandemia diversamente da noi e hanno risultati assolutamente migliori, alcuni sono riusciti anche ad azzerare i contagi. Ovviamente ciò richiede un impegno ben maggiore di quello profuso nei paesi occidentali, ma i risultati sono evidenti. Per sconfiggere questo virus, serve la volontà, i nostri governanti non sembrano avercela dato che continuano a trascinarci in un vicolo cieco.

Alberto Fazolo

Alberto Fazolo

Alberto Fazolo. Laureato in Economia, esperto di Terzo Settore e sviluppo locale. Giornalista. Inizia l'attività giornalistica testimoniando la crisi del Kosovo e la dissoluzione della Jugoslavia. Ha trascorso due anni in Donbass, profondo conoscitore delle vicende ucraine. Attivo nei movimenti di solidarietà internazionalista, soprattutto in contrasto con le operazioni di "Regime change".

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