La principale minaccia per Israele

La principale minaccia per Israele

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Nella Guerra di aggressione di Israele a Gaza partita il 7 ottobre scorso dopo l’operazione “Tempesta di Al Aqsa” lanciata da Hamas, si è temuta e ancora si teme un’escalation che possa coinvolgere altri attori della Regione, soprattutto alla frontiera con il Libano ed Hezbollah.

Ci sono continui scambi di fuoco tra esercito israeliano e il gruppo di resistenza libanese, ma l’incubo di Israele, del suo principale sponsor, gli Stati Uniti d’America, è diventato lo Yemen.

Nella guerra di aggressione subita dalla coalizione saudita dal 2015, le forze armate yemenite, il gruppo Ansarollah nonostante lo scontro impari, dal momento che l’Arabia Saudita era dotata di armi occidentali, negli anni ha sviluppato notevoli progressi con i droni che si sono spinti fino nel territorio saudita e degli Emirati Arabi Uniti.

Più volte i droni di Ansarollah hanno attaccato e provocato danni contro gli impianti della compagnia nazionale del petrolio saudita Aramco.

Dal 7 ottobre, dallo Yemen sono partiti droni e razzi contro Israele per rappresaglia ai massacri della Striscia di Gaza, in parte fermati dal sistema di difesa aerea Patriot dell’Arabia Saudita. La principale minaccia per Israele è giunta dal Mar Rosso con le incursioni marittime di Ansarollah che stanno facendo lievitare i costi della guerra per Tel Aviv.

Rifiutandosi di consentire l’accesso alle navi dirette in Israele attraverso lo Stretto di Bab al-Mandab ha costretto le compagnie di navigazione a cambiare rotta. Un grande problema dal momento che l’alternativa consiste in una nuova rotta attorno all’Africa facendo aumentare esponenzialmente I costi di guerra di Israele. 

L’avvertimento degli USA

Come ovvio che fosse, è arrivato immediatamente il soccorso di Washington a Tel Aviv.

Infatti, l’inviato speciale degli Stati Uniti per lo Yemen, Tim Lenderking, nella sua recente visita nel Golfo Persico per incontrare le sue controparti di Arabia Saudita, Oman e Qatar ha discusso proprio degli attacchi di Ansarallah. 

In un articolo del portale Axios, dove si sottolinea che l’attività yemenita ha portato alla paralisi l’attività del porto di Erbil, si legge che Lenderking ha sottolineato che "gli Stati Uniti sono fortemente preoccupati per gli attacchi Houthi che minacciano la libertà di navigazione nelle acque internazionali".

Lenderking, inoltre, all’agenzia Reuters, ha annunciato che gli Stati Uniti sono intenzionati a formare una coalizione marittima “più ampia possibile” per proteggere le navi nel Mar Rosso e inviare un “segnale importante” allo Yemen, perché attacchi come questi non saranno tollerati. 

"A Washington è in corso una valutazione molto, molto attiva sui passi necessari per ridurre l'escalation [di Ansarallah]," invitando anche Ansarallah a rilasciare l'equipaggio della The Galaxy Leader, nave sequestrata circa un mese fa.

Le Forze armate yemenite non si sono fatti intimorire dalle minacce di Washington.

Infatti, attraverso il loro portavoce Yahya Sarae è stato ribadito che sarà impiegato ogni sforzo per impedire alle navi dirette ai porti israeliani di navigare nel Mar Arabico e nel Mar Rosso fino a quando il cibo e le medicine necessarie non saranno autorizzati a entrare nella Striscia di Gaza. 

In merito alla formazione di una “coalizione marittima” voluta dagli USA, il ministro della Difesa iraniano Mohammed Reza Ashtiani avvertito Washington: "Se fanno una mossa così irrazionale, si troveranno ad affrontare problemi straordinari. Nessuno può fare una mossa in una regione dove abbiamo il predominio," ha ricordato Ashtiani.

 

 

La Redazione de l'AntiDiplomatico

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