Italia, povertà da record
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di Michele Blanco
L’Italia affonda nella povertà assoluta. Nel 2024, 5,7 milioni di persone – il 9,8% dei residenti – vivono sotto la soglia minima. Sono 2,2 milioni le famiglie indigenti, il numero più alto mai registrato.
La fine del Reddito di cittadinanza, l’assenza di un salario minimo e il mancato sostegno alle famiglie con figli stanno scavando un solco sempre più profondo tra chi ha e chi non ha. Le cifre dell’Istat mostrano un aumento della povertà anche tra operai, genitori single e famiglie numerose, con picchi al Sud e tra i 35-64enni.
Tra le famiglie con tre o più figli, una su cinque è povera. Tra gli stranieri, la povertà tocca punte del 35%, e oltre 1,3 milioni di bambini crescono senza risorse adeguate. Anche chi lavora non è al sicuro: l’8,7% dei lavoratori dipendenti è povero, una quota che sale al 15,6% tra gli operai.
La promessa della “ripresa” si è tradotta in tagli sociali e precarietà. Il Paese è senza ombre di dubbi più fragile, dove il lavoro non basta per vivere e la disuguaglianza cresce.
L’Italia non è solo ferma: arretra. E lo fa sulle spalle dei più deboli, mentre la politica discute di bonus e cantieri.
Dati in sintesi: 5,7 milioni di poveri assoluti, 2,2 milioni di famiglie indigenti, +13,8% povertà tra i minori, +35% tra famiglie di soli stranieri. Povertà record tra operai e al Sud. “Un Paese dove il lavoro non basta più per vivere”.
Vi sembra normale tutto questo?