Il mondo occidentale in "entropia economica": la situazione negli Stati Uniti

Il mondo occidentale in "entropia economica": la situazione negli Stati Uniti

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La lotta generale per l'esistenza degli esseri viventi non è una lotta per l'energia, ma è una lotta per l'entropia

 Ludwig Moltzmann

 

 
di Giuseppe Masala per l'AntiDiplomatico


Dopo il 2008 il mondo occidentale si dibatte in una infinita crisi economica caratterizzata da una situazione di caos entropico che rende davvero impossibile trarre delle indicazioni su ciò che potrà riservarci il futuro.

Passiamo infatti da una crisi ad un'altra nel corso di poco tempo: prima la crisi finanziaria partita con il settore immobilire americano che è passata a crisi finanziaria della borsa di Wall Street che si è contagiata a tutte le borse mondiali.

Poi siamo passati nel 2011 alla crisi dei debiti sovrani dei paesi del Sud Europa ed infine si è arrivati alla deliberata esplosione (da parte statunitense ed inglese) della crisi ucraina con la evidente finalità di sollevare una nuova cortina di ferro tra Russia (grande venditrice di energia all'Europa manifatturiera) e l'Europa (grande consumatrice di energia); questo con l'unica intenzione (da parte di Washington) di minare la competitività europea e in particolare tedesca che stava distruggendo il tessuto economico americano.

Una situazione questa che ha avuto il suo acme nell'esplosione del gasdotto North Stream che collegava la Russia alla Germania attraverso il Mar Baltico.

Una situazione chiaramente senza precedenti, dove il maggior sospettato di aver architettato la distruzione di una infrastruttura critica per la Germania e l'Europa è un paese alleato: gli Stati Uniti d'America. Per non parlare poi dei continui pacchetti di sanzioni antirusse (in teoria) pretese all'Europa da parte di  Washington; sanzioni che stanno chiaramente affondando l'Europa stessa sia da l punto di vista commerciale che dal punto di vista finanziario.

Se non è entropia economica, politica, diplomatica e militare questa non si capisce cosa può essere intesa come tale!

Il problema di fondo è che nonostante questo enorme caos in parte generato volontariamente da quello che molti analisti chiamano – giustappunto – “Impero del  Caos di Washington” (1) non si vede alcun miglioramento dal punto di vista economico, finanziario e monetario per gli USA.

Anzi, nei primi mesi dell'anno gli USA hanno sofferto di una crisi bancaria che tutti gli analisti hanno chiamato sistemica, dove chiaramente per sistemica si intende la presenza di uno squilibrio macroeconomico. In altri termini i risparmi stanno uscendo dal sistema bancario USA, e precisamente stanno uscendo le risorse finanziarie provenienti dall'Estero e che negli USA hanno sempre trovato un rifugio sicuro. In questa crisi sistemica a crollare è stata soprattutto la First Republic Bank che con i suoi 229 miliardi di dollari di assets è considerato il secondo maggior fallimento bancario nella storia degli Stati Uniti. Il suo collasso ha seguito il fallimento di tre banche regionali statunitensi, tutte legate al settore cosiddetto dell’Industria 4.0: si è trattato di Silvergate Bank e Signature Bank, legate entrambe al mondo delle criptovalute che aveva subito la scossa del crollo del cambiavalute FTX;  e poi la Silicon Valley Bank, ovvero il creditore principe delle start-up hi-tech californiane.

Una crisi sistemica questa che è stata tamponata chiaramente sostituendo agli investimenti stranieri in uscita dei dollari freschi di stampa ed immessi nel sistema grazie ad operazioni di Repo (repurchase agreement) ovvero sia operazioni di pronti contro termine dove le banche necessitanti di liquidità depositano titoli “eligibili” (generalmente titoli di stato) nella banca centrale ed in cambio ricevono la liquidità necessaria.

Possiamo affermare questo semplicemente consultando il sito della Federal Reserve di New York (certamente la banca centrale più importante tra quelle del sistema federale americano perchè fornisce la liquidità a Wall Street), dove si vede chiaramente l'esplosione dei contratti Repo ai massimi dal 2002; non pu ò essere certamente un caso (2). 

Chart dei Repo della Federal Reserve di New York

 

E' evidente che le banche americane stanno sostituendo i capitali stranieri ormai in libera uscita con soldi stampati dalla FED e distribuiti appunto attraverso contratti di repurchase agreement (Repo). E' altrettanto evidente che una situazione del genere non può continuare all'infinito se i capitali continuano ad uscire dagli USA.

Peraltro che ci sia una fuoriuscita di capitali dagli USA è evidenziato anche dalla diminuzione della percentuale dei titoli di stato americani (Tresury) detenuti da investitori esteri. Ormai la quota di Tresury detenuta dagli investitori esteri ha raggiunto il livello più basso degli ultimi 19 anni. E infatti gli operatori denotano che esiste una mancanza strutturale di domanda per quanto riguarda i titoli governativi USA e questo non può essere che causato dalla fuoriuscita dei capitali esteri. Inutile girarci attorno; il problema è stato ulteriormente aggravato dalla mossa sciagurata del governo di Washington di congelare i beni dei russi. “Se lo hanno fatto con i russi possono farlo con chiunque”, certamente questo è stato il pensiero dei sauditi, giusto per fare un esempio. Le conseguenze infatti non possono che essere quella di tagliare la corda il prima possibile, non a caso proprio i sauditi stanno bussando alla porta di Pechino per entrare nella banca dei Brics: la New Development Bank. (3)


Percentuale di Titoli di Stato USA detenuta da investitori esteri


Certamente un altro tema da prendere in considerazione perchè attesta che la crisi americana è comunque legata anche all'economia reale è l'andamento dei costo degli immobili. Inutile ricordare che questo mercato è della massima importanza negli USA: le case e gli immobili commerciali rappresentano chiaramente la riserva di ricchezza della classe media e qualsiasi crollo del valore di questo bene comporta immediatamente problemi a livello finanziario e a livello di diminuzioni dei consumi. Esattamente come abbiamo visto nel 2007 e nel 2008.


Prezzo delle case in USA ad Aprile 2023

 

Il prezzo medio di vendita delle case negli Stati Uniti è sceso del 4,1% ($ 17.603) a $ 408.031 su base annua ad aprile. Si tratta del maggiore calo mai registrato in valori assoluti espressi in dollari e il maggiore calo da Gennaio 2012 in termini percentuali. Aprile ha segnato il terzo mese consecutivo di discesa dei prezzi anno su anno dopo circa un decennio di aumenti. Notano gli osservatori che il prezzo delle case ha avuto questa contrazione soprattutto a causa dell'aumento dei tassi decisi dalla Federal Reserve per contrastare l'esplosione dell'Inflazione: tutto si tiene e tutto si spiega. Se si guarda a livello di singoli stati peraltro non si può non notare che il calo maggiore del prezzo delle case lo abbiamo avuto in quello che è il vero e proprio motore dell'economia USA: la California. E anche questo indica il rischio che sta correndo l'economia statunitense, se crolla la California non può non crollare a cascata anche tutto il resto (4) .

Certamente ciò che si evince da tutto ciò che è stato appena detto è che il problema del “Debt Ceiling” dato in pasto alla stampa e all'opinione pubblica americana è un falso problema; un arma di distrazione di massa usata dalla politica di Washington per nascondere quelli che sono i veri problemi dell'economia USA, ovvero un eccessivo debito estero (NIIP), la fuoriuscita dei capitali stranieri con conseguente crollo delle banche e degli assets nazionali denominati in dollari come appunto il prezzo delle case.

E' altrettanto chiaro, come intendono risolvere il problema a Washington: inasprendo la guerra in Ucraina fornendo armi sempre più letali al regime di Zelensky nella speranza che la Russia possa debilitarsi e crollare favorendo così un cambio di regime a Mosca e consentendo di ritornare agli anni ruggenti (per Washington) di Eltcin. Se questo tentativo potrebbe costare la distruzione dell'Europa in una guerra su vasta scala con Mosca, non sembra essere un problema rilevante per Washington.


Continueremo questa disamina economica nei prossimi giorni parlando dell'Europa.

(1) Alain Joxe  L'impero del caos. Guerra e pace nel nuovo disordine mondiale, Sansoni (2003)

(2) Federal Reserve of New York, Chart Repo. Link: https://www.newyorkfed.org/markets/desk-operations/repo

(3) Financial Times, Saudi Arabia in talks to join China-based ‘Brics bank’, 28 Maggio 2023. Link: https://www.ft.com/content/45abe561-a6cc-4058-b0a1-ecdc46a2d839

(4) RedFin News, Homes in Austin and Boise are Selling for $80,000 Less Than a Year Ago, 22 Maggio 2023. Link: https://www.redfin.com/news/housing-market-tracker-april-2023/

Giuseppe Masala

Giuseppe Masala

Giuseppe  Masala, nasce in Sardegna nel 25 Avanti Google, si laurea in economia e  si specializza in "finanza etica". Coltiva due passioni, il linguaggio  Python e la  Letteratura.  Ha pubblicato il romanzo (che nelle sue ambizioni dovrebbe  essere il primo di una trilogia), "Una semplice formalità" vincitore  della terza edizione del premio letterario "Città di Dolianova" e  pubblicato anche in Francia con il titolo "Une simple formalité" e un  racconto "Therachia, breve storia di una parola infame" pubblicato in  una raccolta da Historica Edizioni. Si dichiara cybermarxista ma come  Leonardo Sciascia crede che "Non c’è fuga, da Dio; non è possibile.  L’esodo da Dio è una marcia verso Dio”.

 

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