Il caso Hannibal Gheddafi sta raggiungendo un punto critico

Riusciranno i mediatori a convincere la famiglia Sadr?

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Il caso Hannibal Gheddafi sta raggiungendo un punto critico

 

Il caso di Hannibal Gheddafi, figlio del defunto leader libico Mu?ammar Gheddafi, detenuto in Libano da quasi un decennio, è entrato in una fase decisiva a seguito dell’intervento di mediatori tra la famiglia Gheddafi e quella dell’imam sciita Musa al-Sadr. La scomparsa dell’imam in Libia nel 1978 continua a pesare profondamente sulla memoria collettiva libanese.

Secondo fonti esclusive riportate dal quotidiano An-Nahar, le autorità libanesi, pur accogliendo con favore una risoluzione equa del caso, mantengono un atteggiamento prudente. Vi è il timore che la liberazione di Hannibal possa provocare ripercussioni politiche interne e innescare tensioni nella sicurezza pubblica. Per questo motivo, Faisal al-Fetouri, capo della Coalizione Libico-Americana, ha avviato contatti diretti con la famiglia al-Sadr e con figure di spicco del Movimento Amal, tra cui il presidente del Parlamento libanese e leader del movimento, Nabih Berri.

In un’intervista ad An-Nahar, al-Fetouri ha annunciato che sta preparando una visita ufficiale a Beirut all’inizio del prossimo mese, in coordinamento con enti americani che sostengono una soluzione per il caso di Hannibal. Durante la visita incontrerà la famiglia al-Sadr, i leader del Movimento Amal e funzionari libanesi, con l’obiettivo di gettare le basi per un accordo e costruire fiducia tra le famiglie Gheddafi e al-Sadr, in un clima di rispetto reciproco e desiderio condiviso di chiudere un capitolo doloroso.

Ha sottolineato che i negoziati si fondano su principi chiari: la liberazione sicura di Hannibal Gheddafi in cambio di un impegno completo da parte libica a fare luce sulla sorte dell’imam al-Sadr e a collaborare nel fornire qualsiasi informazione utile per individuare i suoi resti. Il tutto, ha detto, in un contesto che rispetti la giustizia e ricostruisca la fiducia tra le parti.

Le garanzie offerte includono impegni ufficiali dalla leadership della Coalizione Libico-Americana, oltre ad assicurazioni da parte di influenti senatori statunitensi per evitare che la vicenda venga strumentalizzata politicamente in Libano. Al-Fetouri ha anche proposto la nomina di un console onorario per rappresentare la Libia a Beirut – da designare con decisione del Parlamento libico e del governo di Osama Hamad – incaricato di facilitare il coordinamento legale e diplomatico. Ha affermato che “è giunto il momento di risolvere questo dossier con coraggio, al di là di interessi ristretti, in modo da ristabilire l’equilibrio morale e umano in una delle questioni più antiche e irrisolte tra Libia e Libano.”

In questo contesto, l’avvocato libico Salah Mohammed, coordinatore della difesa di Gheddafi junior, ha rivelato un peggioramento preoccupante delle condizioni di salute di Hannibal. “È detenuto in isolamento sotterraneo (presso la Divisione Informazioni) e non è stato presentato a nessuna autorità giudiziaria dal 2017,” ha dichiarato a An-Nahar. Ha anche riferito che Hannibal è stato trasferito in ospedale mercoledì scorso a causa dell’ipertensione. Mohammed ha avvertito che “il suo proseguimento in detenzione in condizioni disumane non giova a nessuno e richiede un intervento urgente delle autorità libanesi per risolvere il caso,” definendolo “una vergogna e un crimine contro l’umanità.”

Articolo uscito lo scorso 25 aprile 2025 sul quotidiano libanese “An-Nahar”.
 
 
 

Michelangelo Severgnini

Michelangelo Severgnini

Regista indipendente, esperto di Medioriente e Nord Africa, musicista. Ha vissuto per un decennio a Istanbul. Il suo film “L'Urlo" è stato oggetto di una censura senza precedenti in Italia.

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