I 2 scenari possibili per il variegato mondo che lotta per la sovranità costituzionale
di Antonio Di Siena
Il risultato del referendum mette il variegato mondo che combatte sparpagliato per la sovranità costituzionale difronte a due scenari futuri, entrambi possibili ma fra loro diversissimi.
Nel primo, il movimento, prende coscienza della volubilità dell’elettorato, della sua irrazionalità (soprattutto se privato di guide autorevoli), della sua spiccata sensibilità a battaglie pratiche (per quanto assolutamente demagogiche) e della sua naturale e incolpevole incapacità di comprendere argomenti più complessi come il diritto costituzionale (il che - per inciso - non è una colpa ma il banale risultato dell’assenza di un partito ‘coscientizzante’ realmente di massa). In questo caso, quindi, si comprende che la fase primo populista non si è affatto esaurita. Ma, al contrario, può (e deve) essere sfruttata a pieno in tutta la sua dirompente potenza. Soprattutto difronte all’imminente implosione del M5S.
Nel secondo scenario invece tutto questo semplicemente non accade. E il movimento di cui sopra si trasforma definitivamente nel gemello eterozigota della sinistra gruppettara, autoreferenziale e, in massima parte,
incompresa e marginalizzata dalla massa. E costantemente rappresentata da percentuali da prefisso telefonico.
Il bivio è adesso.
Comprendere o perire.