"Guerra civile e destabilizzazione": l'allarme dell'ex generale ucraino Zaluzhny
L'ex capo delle Forze Armate avverte: con la smobilitazione, fino a un milione di veterani potrebbero affrontare disoccupazione ed emarginazione, diventando un fattore di instabilità sociale e politica
L'ex comandante in capo delle Forze Armate ucraine, Valerij Zaluzhny, oggi ambasciatore a Londra e papabile successore di Zelensky a capo del regime di Kiev, ha rivolto un severo monito al suo paese riguardo al potenziale "ritorno dal fronte" di centinaia di migliaia di militari. Intervenendo in videoconferenza a un forum, i cui stralci sono stati diffusi dai media locali, Zaluzhny ha delineato uno scenario ad alto rischio di destabilizzazione interna.
Secondo l'ex generale, alla fine delle ostilità potrebbero fare ritorno alle loro case circa un milione di uomini e donne con esperienza di combattimento. Un evento che rappresenterebbe, a suo avviso, "una nuova sfida per lo Stato, per la società e per i soldati stessi". Zaluzhny ha sottolineato con amarezza un paradosso già in atto: "Sebbene i combattimenti continuino, all'interno del paese alcuni hanno già cominciato a etichettare i militari come 'nemici'".
Il pericolo principale, spiega l'ex capo dell'esercito, è il trauma del reinserimento. I reduci potrebbero affrontare un crollo verticale dei redditi, la disoccupazione, la mancanza di un alloggio e profonde difficoltà a reintegrarsi nel tessuto familiare e sociale. Questa condizione di fragilità, avverte Zaluzhny, rende le persone con esperienza bellica vulnerabili a provocazioni e facili reclute per il 'guadagno facile' della criminalità.
"Ne derivano gravi rischi, a partire dall'aumento della criminalità e dell'insicurezza per le strade, come minimo", ha affermato. Per supportare la sua tesi, ha citato gli esempi storici del dopo Seconda Guerra Mondiale e del ritorno dei veterani dall'Afghanistan, con il successivo periodo turbolento degli anni Novanta. Il monito si fa poi ancora più cupo: "Tutto questo potrebbe condurre a rischi di destabilizzazione politica dell'Ucraina e a minacce per la sicurezza nazionale. Rischi come, per esempio, una guerra civile".
Precedentemente, Zaluzhny aveva già sollevato polemiche proponendo, come garanzia di sicurezza in un eventuale accordo di pace con la Russia, opzioni estreme tra cui lo spiegamento di armi nucleari sul territorio ucraino, l'ingresso nella NATO o lo stanziamento di un grande contingente militare alleato. Le sue ultime dichiarazioni spostano però l'attenzione dalla minaccia esterna a quella interna, dipingendo un quadro delle profonde e potenzialmente esplosive ferite sociali che la guerra rischia di lasciarsi dietro, ben dopo la fine dei combattimenti.

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