Giorgia Meloni e María Corina Machado: tra retorica e realtà distorta

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Giorgia Meloni e María Corina Machado: tra retorica e realtà distorta

Nel panorama dell’opposizione filo-statunitense venezuelana, spesso ci si imbatte in figure come quella di María Corina Machado, una sorta di Don Chisciotte moderno, armato non di una lancia, ma di discorsi infuocati e un passato decisamente oscuro. Si dichiara campionessa dei valori democratici e delle libertà fondamentali, mentre nella pratica sembra avere un amore smisurato per la destabilizzazione e l'intervento straniero.

Quindi le dichiarazioni improvvide di Giorgia Meloni pubblicate sul social X: “Ho parlato con @MariaCorinaYA, esponente dell’opposizione venezuelana alla quale ho espresso sostegno per l’impegno profuso a favore dei valori democratici e delle libertà fondamentali”, oltre a essere completamente false rispecchiano il totale allineamento dell’Italia all’agenda golpista di destabilizzazione del Venezuela imposta dagli Stati Uniti ai propri vassalli. Anche in questo caso, Giorgia Meloni, si accoda senza alcuna esitazione ai desiderata di Joe Biden e sposa la causa dei golpisti venezuelani rappresentati a questo giro da María Corina Machado.

Non c'è dubbio che Machado abbia una lunga storia di lotte contro le istituzioni elettorali venezuelane, un po' come un Don Chisciotte contro i mulini a vento. Da quando ha deciso di rifiutare la via elettorale nel giugno 2020, invocando addirittura ad un'operazione di "pace e stabilizzazione" – leggi invasione militare del proprio paese - per ristabilire la democrazia, è diventata una sorta di icona dell'opposizione estremista e golpista telecomandata dagli USA, anche se il suo percorso è stato tutto fuorché lineare.

Dichiarazioni come quelle che ha rilasciato riguardo al nuovo Consiglio Nazionale Elettorale (CNE) nominato dalla Corte Suprema di Giustizia (TSJ), definendolo una "conclusione scontata", non fanno che confermare la sua posizione: solo l'intervento esterno può salvare il Venezuela dalla rovina, sembra voler rilanciare in tal senso. Forse spera di essere la moderna versione di ‘Juana di Arco’, ma sembra più un burattino nelle mani dei poteri stranieri che una vera leader del popolo.

La sua retorica contro il CNE, definito di "vagabondi", e il suo rifiuto di partecipare a elezioni che non siano sotto il controllo della sua cerchia di amici, dimostrano il suo disprezzo per il processo democratico.

E che dire delle sue chiamate all'intervento militare straniero? Come se Don Chisciotte avesse invocato l'aiuto di un esercito esterno anziché affrontare i suoi problemi con coraggio e ingegno.

Le sue posizioni emerse in occasione delle cosiddette elezioni primarie dell’opposizione sono altrettanto singolari. Da un lato, sostiene di voler partecipare a qualsiasi elezione, purché non sia gestita dal CNE o dal TSJ, e che si svolga con il voto manuale. Dall'altro, sembra voler partecipare solo se può controllare ogni aspetto del processo.

Ma il vero colpo di scena arriva quando si considera la lunga lista di crimini contro il suo stesso paese. È come se Don Chisciotte avesse tradito la sua stessa terra, vendendola ai nemici stranieri in cambio di promesse vuote di gloria. Il suo coinvolgimento in attività che hanno portato al saccheggio delle risorse del Venezuela, insieme al suo tentativo di sfruttare le sanzioni come "strumento di negoziazione", la rendono più una quinta colonna che un'eroina della libertà.

(La firma di Machado in calce al decreto golpista del 2002)

Le recenti rivelazioni del cancelliere venezuelano, Yvan Gil, gettano ulteriore discredito su María Corina Machado. Gil denuncia che Machado ha abbracciato un'agenda fascista per destabilizzare il Venezuela, con il pieno sostegno degli Stati Uniti. Il suo desiderio di "asfissiare il popolo venezolano" attraverso blocchi e sanzioni, secondo Gil, è una chiara dimostrazione delle sue intenzioni malvagie.

Ma le trame oscure di Machado non finiscono qui. Il suo coinvolgimento nel tentativo di generare una crisi economica e politica nel paese, insieme alla sua insistenza sulle sanzioni economiche come strumento di pressione, dimostra il suo totale disprezzo per il benessere del popolo venezuelano. È come se, mentre cerca di impadronirsi del potere, si dimentichi completamente delle conseguenze devastanti delle sue azioni.

La voce del popolo venezuelano è stata ignorata da Machado, che sembra essere più interessata a soddisfare gli interessi dei suoi padrini stranieri che a rappresentare veramente il suo paese. Le sue richieste di intervento esterno e di sanzioni più severe non solo minacciano il processo democratico in Venezuela, ma anche il benessere e i diritti umani dei suoi cittadini.

In ultima analisi, María Corina Machado sembra essere una figura tragica, una sorta di Don Chisciotte moderno, impegnato in una lotta senza speranza contro mulini a vento immaginari - il fantomatico regime del tiranno Maduro - mentre invece il vero nemico del Venezuela continua a manovrarla dietro le quinte, con il sostegno dei propri vassalli come Giorgia Meloni, nel tentativo di rovesciare la Rivoluzione Bolivariana.

È quindi deplorevole che Giorgia Meloni ignori che María Corina Machado non ha nulla a che vedere con”i valori democratici e le libertà fondamentali”. Come dimostra il fatto che abbia firmato il Decreto del Golpe di Stato del 2002, senza dimenticare che, da deputata, ha chiesto all'OSA un'invasione militare del Venezuela.

Fabrizio Verde

Fabrizio Verde

Direttore de l'AntiDiplomatico. Napoletano classe '80

Giornalista di stretta osservanza maradoniana

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