Dopo Siria e Cisgiordania, Israele attacca anche il Libano. Hezbollah in allerta
In meno di una settimana Israele ha attacco per diciannovesima volta la Siria dall’inizio dell’anno, ha realizzato un’operazione militare in Cisgiordania che non si vedeva dai tempi della seconda Intifada provocando 11 morti, questa mattina, per non farsi mancare nulla ha attaccato anche il Libano del Sud.
Senza contare le numerose proteste contro la Riforma giudiziaria, la violenta repressione che hanno costretto alle dimissioni il capo della polizia Ami Eshed.
L’attacco a colpi di artiglieria di questa mattina dell’occupazione israeliana sarebbe avvenuto in risposta ad un lancio di un missile proveniente dal Libano del sud dove da qualche tempo si sono acuite le tensioni con Hezbollah.
BREAKING NEWS: Israel shells southern Lebanon in response to alleged missiles fired into the occupied territories pic.twitter.com/usW6tiQvcN
— The Cradle (@TheCradleMedia) July 6, 2023
"L'IDF (esercito israeliano) sta attualmente colpendo l'area da cui è stato effettuato il lancio in territorio libanese", si legge in una dichiarazione dell'esercito israeliano.
L'agenzia di stampa Reuters, citando "fonti di entrambe le parti", ha affermato che "giovedì due razzi sono stati lanciati dal Libano meridionale verso Israele, provocando attacchi transfrontalieri da parte dell'esercito israeliano".
Di conseguenza, le truppe israeliane hanno sparato circa 15 proiettili tra le colline di Kfar Shuba e Halta, secondo Al-Manar.
Tensioni con Hezbollah
In una dichiarazione rilasciata oggi dal il Movimento di resistenza islamica del Libano (Hezbollah) ha avvertito che le forze del regime di occupazione israeliano hanno recentemente adottato misure pericolose nella parte settentrionale del villaggio di confine libanese di Qajar, come riconosciuto dall'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU).
Hezbollah ha precisato che le azioni degli occupanti includono la creazione di un recinto di filo spinato e la costruzione di un muro di cemento intorno all'intera città, simile a quello che esiste tra il confine del Libano e la Palestina occupata, un'azione che separa quest'area dal territorio libanese.
Di fronte a questo "sviluppo pericoloso", il movimento ha esortato tutte le istituzioni libanesi, in particolare il governo e tutte le forze politiche e locali, a impedire il consolidamento di questa occupazione e cercare di liberare questa regione e restituirla al territorio.
La situazione resta tesa, l’isolamento nella regione e il fronte interno caldo, lasciano a Tel Aviv la sola carta della “distrazione” militare nei confronti dell’opinione pubblica. Circostanza che non lascia affatto tranquilli.
Il sogno di attaccare l’Iran con il pretesto dello sviluppo dell'arma nucleare da parte di Teheran non è affatto sopito.