Diritto allo studio. Partire dal NO all'alternanza scuola - lavoro
501
di Michele Blanco
Fino quando a scuola ci andavano solo i figli dei ricchi e delle élite dominanti, tutti sapevano che andare a scuola era fondamentale e importantissimo per formare persone più capaci e forti, con più possibilità e capacità nella vita. Ma da quando hanno incominciato ad andarci anche i figli degli operai e delle classi subalterne, si è cominciato a dire: ma in fondo in fondo siamo proprio sicuri che studiare serva?
E così adesso siamo arrivati al punto che questa grande e fondamentale conquista di civiltà, l'istruzione gratuita per tutti, viene messa in discussione. Invece è giustissimo che tutti devono avere il diritto fondamentale a una istruzione garantita come afferma l'articolo 34 della Costituzione italiana che: "la scuola è aperta a tutti" e che "l'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita", noltre, garantisce che i capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, abbiano diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. Ma per molti oggi tutto questo sacrosanto diritto non va più bene.
Si è voluto e cominciato a dire e a pensare che per mandare la gente a scuola però deve essere spendibile sul mercato del lavoro prima possibile, e si è arrivati, di conseguenza, adesso all’assurdità di dire ai ai ragazzi come ai loro nonni analfabeti: anche se avete 15 o 16 anni, dovete lavorare, produrre perché questo vi tocca fare. In fondo ci vogliono imporre che per i figli dei poveri: "
Che è questo lusso di studiare e basta?" No noi dobbiamo ribellarci a queste assurdità e cominciare a ribadire l'importanza fondamentale del diritto allo studio a cominciare dal dire NO all'alternanza scuola lavoro.