Dalla Russia “sconfitta” al ReArm Europe

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Dalla Russia “sconfitta” al ReArm Europe


di Sandrino Luigi Marra*

Kherson. Settembre 2022. Il ponte Antonovsky viene danneggiato da un missile Himars americano sparato dagli ucraini, la situazione sul campo diviene così senza via di uscita per le truppe russe, che anche se in numero molto maggiore rispetto agli ucraini restano bloccate ed isolate, senza la possibilità  né di ricevere rifornimenti né di ritirarsi. A quel punto Putin fa una proposta agli statunitensi, una proposta che non poteva essere rifiutata: o si permette alle truppe di ritirarsi sull’altra sponda del fiume Dnipro senza che gli si sparasse addosso  o avrebbe usato l’arma tattica nucleare. Per la Russia non sarebbe stato un problema usarla, era un problema per gli altri. Gli USA si accordano, e lo fanno perché non hanno alcuna intenzione di dare avvio ad una guerra nucleare in un luogo che nella realtà dei fatti non vede la presenza sul campo di loro militari, è una guerra per procura, non è soprattutto una guerra americana per l’America. E dunque fino ad un certo punto tutto può andar bene, armi, carri armati, munizioni, sistemi satellitare di sorveglianza, aiuti di ogni genere, ma la guerra nucleare proprio no. Così le truppe russe su imbarcazioni di fortuna, attraversano il Dnipro. Da qui in poi è storia che si conosce.

Da questo punto vediamo nel testo che segue, il significato di quella azione.

La commissione europea qualche giorno fa ha approvato un piano di riarmo, così chiaro che lo si chiama “ReArmEurope” che stabilisce due obiettivi; deterrenza sulla Russia, attrezzarsi per combattere una guerra contro la Russia. Costo dell’operazione 800 miliardi in 10 anni, ma qualche esperto di economia militare già dice che si raggiungeranno i 1700 miliardi.

Ma il problema che non si considera è a cosa serve armarsi e spendere delle cifre che saranno detratte da welfare, sanità, istruzione ed altro, quando dalla fine del secondo conflitto mondiale la deterrenza è stata dettata dall’arma nucleare.

In Europa complessivamente sono presenti circa 600 testate nucleari, di cui 290 sono francesi, 225 britanniche, un centinaio statunitensi sparse qua e là nel continente Italia compresa. La Russia ne possiede 6257. Questo è un gap che non potrà mai essere colmato. L’Europa aveva veramente fantasticato pensando di essere militarmente ed economicamente più forte della Russia: in Ucraina si è dimostrato l’esatto contrario, ci ha sconfitto sul campo, ci ha sconfitto economicamente mettendo in difficoltà il vecchio continente che arranca nel sostenere l’impatto economico del conflitto.

Si era immaginato una Russia militarmente ferma al 1994 quando il suo esercito nella prima guerra cecena fu sconfitto da un manipolo di combattenti, ed alla Russia della bancarotta del 1998. Il rimprovero di Trump a Zelensky che gli dice di non avere le carte per quel gioco, e che il suo gioco rischia di innescare una guerra mondiale, ha dietro un preciso significato rispetto a ciò che si era immaginato. Trump non è il promotore certamente del conflitto per procura e tantomeno di quella politica celata del voler una Russia annichilita dal completamento della sconfitta nella Guerra Fredda, idea appartenuta a diverse amministrazioni dalla fine degli anni ottanta. Egli ha ben chiara una cosa, che nel “gioco” ucraino del suo predecessore gli Stati Uniti hanno perso il conflitto, sul campo l’esercito ucraino armato e supportato tecnologicamente, digitalmente e militarmente dagli USA ne sta uscendo totalmente sconfitto e ciò è la dimostrazione che la Russia non era militarmente quel che si diceva, al contrario e in più, neanche l’ulteriore supporto militare ed economico europeo è valso a portarla alla sconfitta e dunque ben conscio di ciò Trump ha proposto di fatto a Zelensky “salviamo il salvabile”. E Zelensky è ben conscio oggi della sua situazione, per quanto l’apprezzamento verso la sua persona nel dopo incontro sia risalito, è anche vero che il popolo vuole la pace. Zelensky è conscio o perlomeno comincia a comprendere che ha commesso degli errori, che è stato mal consigliato ed in fondo anche raggirato. Oggi forse comprende che si è fidato, si è fidato di una amministrazione statunitense che gli ha detto il contrario della realtà, che gli aveva detto che avrebbe sconfitto la Russia, con le armi americane ed europee e la preparazione dell’esercito ucraino, che sarebbe salito sulla piramide della storia, che sarebbe stato ricordato per questo. Forse per molti la sua determinazione è stata ammirevole, ma per chi mastica un poco in relazioni internazionali, in studi strategici, in geopolitica le sue scelte hanno portato ad un disastro.

Negli ultimi giorni dopo l’incontro di Londra e le dichiarazioni dell’appoggio dell’Europa, forse comincia a comprendere quanto sia stato strumentalizzato anche dal vecchio continente, anche perché senza gli Stati Uniti la stessa Europa non è in grado di reggere lo scontro militare, dimostrato dalla situazione sul campo dalla lenta ma continua ed inesorabile avanzata russa. Trump ha ben compreso come si diceva pocanzi che militarmente la guerra è perduta, ma non può dirlo, non può dirlo apertamente, poiché nelle relazioni internazionali tra grandi potenze le cose non si dicono, non come pensiamo noi comuni mortali. Tra grandi potenze le cose si dicono in modo indiretto, anche accusando l’alleato di responsabilità intrinseche nel conflitto.

Nella storia militare e non solo si è sempre fatto così e si farà sempre così, perché una certa politica di altissimo livello ha delle consuetudini nell’operare e dichiarare vecchie di centinaia di anni, che proprio perché divenute nei secoli consuetudini non si dichiarano pubblicamente e soprattutto si trattano con forme di linguaggio particolari e poco comprensibili ai più. L’Europa dal canto suo che ben conosce tali sistemi perché ne è l’inventrice, sembra averli dimenticati. Nella realtà poi non ha una soluzione alla defezione statunitense, e cercando di non dimostrare anche la propria sconfitta illude l’Ucraina con cose e fatti che non può sostenere e ciò che propone è solo al momento un cercare di salvare la faccia. La proposta di aumentare il budget europeo per le spese militari portandole al 5% del Pil di ogni singolo paese è una ulteriore dimostrazione di sconfitta, spendere 800 miliardi in deterrenza militare come indicato nel piano di riarmo, significa per ogni singolo paese coinvolto un taglio delle spese per sanità, welfare, istruzione e ciò dimostra che l’Europa non ha i denari per poter non solo continuare senza gi USA il conflitto in Ucraina, ma neanche sostenere un ammodernamento di armi ed armamenti se non togliendo alle popolazioni che a lungo andare socialmente non può reggere.

Ancor più l’aver per tre anni e più affermato che l’interesse di Putin sia l’espansione territoriale comincia ora a non essere più accettata da una parte crescente della popolazione europea, la quale inizia a considerare ciò che una piccola parte di esperti ha sempre affermato; cioè che non vi è l’interesse all’espansione territoriale di un paese che è si al sesto posto al mondo per popolazione con 142.893.000 abitanti ma con una densità di 9 abitanti per chilometro quadrato contro i 109 abitanti per chilometro quadrato dell’Europa, ricordando che una densità di 9 abitanti colloca la Russia tra gli ultimi al mondo, a significare che nel più vasto paese al mondo i russi hanno spazi enormi a disposizione. Non solo, ad Ovest vi è una Europa povera in risorse naturali, dipendente in gran parte dai commerci, con problemi crescenti di disoccupazione, dall’altra parte un paese vastissimo che ha così tante risorse naturali, che economicamente in una economia di produzione bellica produce il doppio dei proiettili di artiglieria di Europa e USA messi insieme, che ha cinque volte il numero di carri armati dell’Europa, produce in tre mesi i carri e gli aerei che l’Europa produce in un anno. Non ha alcun bisogno di importare cereali, gas, petrolio, materie prime e tutto ciò che è presente nella scala di Mendelev. E dunque perché dovrebbe invadere una Europa che sarebbe solo un peso. All’Europa non resta che ricordare che la seconda guerra mondiale l’ha condannata all’inferiorità rispetto alla Russia. La deterrenza nucleare della Russia ha creato una situazione eterna, ovvero essa non potrà mai essere sconfitta, né tantomeno attaccata dall’Europa.

L’unica realtà con cui si ritrova alla pari sono gli Stati Uniti e con questi la Russia parla e si confronta. Ciò non significa che l’Europa non deve ammodernare e meglio gestire le proprie spese militari, non significa che il nostro stesso paese non debba ricostituire i propri arsenali così come gli altri paesi, ma un piano di riarmo come quello proposto dalla von der Leyen è un’altra cosa. E allora sarebbe meglio, come detto da alcuni, investire nella pace e nei rapporti commerciali con la Russia, ma anche con la Cina e perché no anche con la Corea del Nord, con Cuba, con l’intero blocco BRICS e l’Africa e oltre. Spendere in questo ed equilibrare la bilancia dei rapporti, avere la visione che il conflitto è perduto e che è giunta l’ora di seppellire l’ascia di guerra, aprendo al benessere mondiale in un mondo che si è voluto globalizzato.  

*Università di Parma

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