Crisi Russia-Ucraina: le banche italiane tra le più esposte in Europa

Crisi Russia-Ucraina: le banche italiane tra le più esposte in Europa

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Il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato la scorsa notte di aver deciso di effettuare "un'operazione militare speciale" per difendere il Donbass.

La Risposta dell'occidente, al momento, è quella di imporre altre sanzioni, soprattutto sul settore finanziario.

Non fatevi ingannare che non siamo bombe ma, come scrivemmo il 9 febbraio scorso, le sanzioni statunitensi contro il sistema di pagamento che le collega alla Russia potrebbero avere conseguenze devastanti per il sistema bancario europeo e soprattutto italiano. 

Segue l'articolo del 9 febbraio 2022

Le banche europee sono preoccupate che il sistema di pagamento che le collega alla Russia possa essere colpito dalla crisi ucraina, ha riferito oggi l'agenzia Reuters.

Le banche descrivono la potenziale disconnessione della Russia dal sistema di pagamento SWIFT come una "bomba atomica" per l'industria perché impedirebbe il rimborso dei debiti.

Secondo una ricerca di JPMorgan, le banche europee con filiali in Russia sono maggiormente a rischio di restrizioni economiche. Lo studio ha rivelato che una manciata di istituti di credito, tra cui UniCredit, RBI, Société Générale francese e ING dei Paesi Bassi, hanno una notevole esposizione nel paese.

I dati della Banca dei regolamenti internazionali (BRI) mostrano che le banche italiane e francesi avevano crediti in essere nei confronti della Russia per circa $ 25 miliardi nel terzo trimestre del 2021. Le banche austriache $ 17,5 miliardi, mentre le banche statunitensi si fermavano a circa $ 14,7 miliardi.

Secondo i dati della BRI, l'esposizione delle banche estere alla Russia è più che dimezzata da quando gli Stati Uniti e l'UE hanno introdotto sanzioni anti-Russia nel 2014. All'epoca, il sistema di pagamento internazionale SWIFT si era rifiutato di prendere in considerazione la rimozione della Russia dai suoi servizi in risposta agli appelli ricevuti in tal senso.

Tuttavia, la rinnovata minaccia di escludere la Russia dalla rete di pagamento, che gestisce i trasferimenti finanziari globali ed è utilizzata da oltre 11.000 istituzioni finanziarie in oltre 200 paesi, è una delle principali preoccupazioni per le banche internazionali.

Le conseguenze a breve termine di un tale divieto sono opache e potrebbero ritorcersi contro, secondo Jan Pieter Krahnen, esperto di finanza presso la Goethe University di Francoforte e consulente del ministero delle Finanze tedesco. Alla Reuters ha avvertito che a lungo termine potrebbe portare alla creazione di un meccanismo parallelo che sarebbe "una perdita per il sistema globale e faciliterebbe anche i conflitti più avanti man mano che i costi delle opportunità svaniscono".

Heinrich Steinhauer, che rappresenta l'istituto di credito tedesco Helaba a Mosca, ha spiegato che una mossa del genere equivarrebbe a un gigantesco programma di cancellazione del debito vietando i pagamenti. L'ha descritta senza mezzi termini come una "sorta di bomba atomica": "Per molti questa sarebbe una catastrofe. Per molti nell'Unione Europea e in Russia, e meno per gli Stati Uniti perché i legami economici sono minori".

Gli esperti aggiungono che anche gli istituti finanziari coinvolti in swap, futures, forward e altri derivati che commerciano con controparti russe potrebbero essere soggetti a norme sanzionatorie. Jonathan Moss, partner dello studio legale DWF, ha notato che un divieto di negoziazione di obbligazioni russe nel mercato secondario significherebbe che le detiene potrebbero essere costretto a vendere.

Le banche europee si oppongono all'inclusione delle obbligazioni russe in un pacchetto di sanzioni, ha ribadito un'altra fonte.

 

 

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