Come i media Usa hanno distorto le frasi di Putin per difendere l'indifendibile
di Marinella Mondaini*
Putin chiama a duello Biden
“L’ ultima volta che io e Biden abbiamo parlato è stato per iniziativa sua, adesso sono io che voglio chiamarlo per proporgli di continuare la nostra discussione, però ad una condizione: che sia in linea diretta, come si dice “on line”, una discussione aperta e questo mi pare sia molto interessante, sia per il popolo russo che americano e anche per molti altri popoli, perché noi, come due massime potenze nucleari, ci siamo assunti una particolare responsabilità per la sicurezza strategica del pianeta, perciò potremmo parlare dei rapporti fra i nostri due paesi, di questa stabilità strategica, della risoluzione dei tanti conflitti regionali e altri problemi con cui oggi deve lottare l’umanità, intendo la pandemia, negli Stati Uniti la situazione è complicata, sono ancora lontani dalla risoluzione di questa questione, mentre il nostro movimento in avanti è più sicuro e quindi abbiamo di che raccontare e condividere, però ripeto, a patto che sia un colloquio onesto e aperto e “in diretta”. Io questo colloquio non lo manderei alle lunghe, ora vado nella taigà per due giorni, quindi potremmo parlare domani o lunedì, a qualsiasi ora faccia comodo alla parte americana”
Risposta dura in maniera morbida - Putin gli ha dato dell’”assassino” senza definirlo tale, del “malato” - augurandogli salute e dopo qualche ora lo ha chiamato a duello. Chi tiene al proprio onore al duello si presenta, ma Biden non è in grado di farlo perché senza un discorso scritto preparato prima è incapace di parlare, non ha ancora fatto una conferenza stampa, la sua paura di un confronto diretto con Putin è tangibile.
Nel mondo i politici hanno per lo più reagito col silenzio, come i politici italiani. Hanno esultato invece negli Stati Uniti e in Ucraina, dove l’ex presidente Poroshenko, responsabile della morte di oltre 13.000 suoi connazionali nel Donbass, dopo aver elogiato Biden, ha dichiarato “Ve l’ho sempre detto che Putin è un assassino”.
I media americani hanno dato una traduzione distorta delle parole di Putin. La frase di Putin “Chi lo dice lo è”, ossia “chi appioppa un brutto nome a un altro, lui stesso è tale” è stata tradotta da Bloomberg, Reuters, AFP e Financial Times così: “Ce ne vuole uno per riconoscerne un altro”, in altre parole “fra simili ci si riconosce”. In tal modo, hanno veicolato la menzogna che Putin ha ammesso di essere un assassino!
Intanto in Russia le reazioni dei circoli della politica e del giornalismo sono febbrili.
Molti deputati e politici sono del parere che l’ingiuria a Putin, formulata come domanda dal giornalista dello staff presidenziale Stephanopoulos e come risposta da Biden, sia stata pianificata prima dell’intervista allo scopo di veicolare l’assioma che Putin è un assassino. Una seria e grave provocazione, un test per la coalizione dei democratici che devono vincere e spazzare via Putin. La tappa seguente sarà di rivolgere la stessa domanda “Putin è un assassino o no?” ai capi europei, e qui si verificherà di nuovo la prova della loro fedeltà agli americani contro la Russia. Ieri Maas e Borrell hanno già fatto prove di barcamenarsi, facendo capire un velato sì ma senza prendere per ora una posizione netta. La politica americana tenta di risolvere i propri problemi interni continuando a far perno sui fattori esterni cioè spostando l’attenzione sulla demonizzazione di Putin e la russofobia. Biden ha un reale problema di anti-rating di oltre il 40% .
Ieri, mentre la portavoce della Casa Bianca, Jennifer Psaki durante il briefing imbastiva sconclusionate frasi per cercare di non rispondere all’imbarazzante domanda di una giornalista che le chiedeva se Biden acconsente al dialogo in diretta con Putin e se sì quando, anche Biden evitava di rispondere alla stessa domanda: in modo secco e improvvisamente ha chiuso la cartella dei suoi appunti e in silenzio, girando le spalle al giornalista che gli gridava ancora la domanda, se n’è andato di corsa senza rispondere una sola parola. Nel mondo politico le reazioni all’insulto di Biden a Putin sono state diverse. Tacciono i politici italiani, in Ucraina ovviamente esultano e in particolare l’ex presidente Poroshenko, responsabile della morte di oltre 13.000 suoi connazionali nel Donbass, ha elogiato Biden e confermato che Putin è un assassino.
Il portavoce di Putin ha dichiarato in risposta alla domanda sulla nuova guerra fredda fra i due paesi: “speriamo in un miglioramento ma ci prepariamo al peggio”. Poi ha aggiunto che il Cremlino “riterrà la mancanza della risposta di Biden un rifiuto a dialogare”. Poco fa Biden, incalzato di nuovo da un altro giornalista ha risposto “parleremo in una qualche tappa, al momento opportuno”, il che equivale a “no per ora”.
Domani dagli Stati Uniti rientra a Mosca l’Ambasciatore russo Anatolij Antonov, “richiamato per serie consultazioni a tempo indeterminato, per capire la configurazione dello sviluppo futuro dei rapporti bilaterali”. Il Ministro degli esteri russo Lavrov ha dichiarato oggi che “in Occidente si inventano sempre più nuove storielle, imbastiscono menzogne e fake news e poi, altezzosamente, si rifiutano di corredarle di prove, nell’arsenale dei leader occidentali è apparso un nuovo fenomeno: quello della diplomazia -fake e a volte la diplomazia – freak”
La Russia ha già dato alcuni segnali a Washington, secondo il presidente del Comitato per la Scienza e l’Istruzione della Duma russa, il deputato Vjaceslav Nikonov “prendendosi una lunga pausa nei rapporti diplomatici, inoltre la risposta di Putin è stata simmetrica all’ingiuria di Biden, e prossimamente ce ne sarà un’altra, ma asimmetrica, e questa non piacerà affatto a Biden”.
I politici russi hanno valutato molto positivamente la reazione di Putin. Il presidente russo ha in sostanza gettato a Biden il guanto. Ora vedremo se Biden, dal fondo in cui è caduto, sarà in grado di raccogliere quel guanto e rialzarsi, rimediando in qualche modo alla figuraccia mondiale che si è guadagnato.
*Scrittrice, giornalista, traduttrice. Vive e lavora a Mosca