Bombe a grappolo: un bizzarro comunicato M5S giunge alla nostra email

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Bombe a grappolo: un bizzarro comunicato M5S giunge alla nostra email


di Alessandro Bianchi

Alla e-mail ufficiale de l’AntiDiplomatico (info@lantidiplomatico.it), l’ufficio stampa del Movimento 5 Stelle continua, imperterrito, a mandare i suoi comunicati riguardanti la politica estera dei loro prodi deputati e senatori.

L’ultimo in ordine di tempo ci ha molto colpiti. Porta la firma del capogruppo del partito di Conte alla Commissione Difesa alla Camera, Marco Pellegrini. Ve lo riportiamo:

"La scelta americana di fornire le bombe a grappolo all'Ucraina è inaccettabile per la particolare efferatezza di queste armi, le quali disseminano sul terreno migliaia di piccoli ordigni che per anni continuano a uccidere e mutilare, non più i soldati in tempo di guerra ma i civili in tempo di pace. Minibombe difficilissime da bonificare perché soggette a spostarsi in caso di forti piogge e alluvioni, sfuggendo così ad ogni possibile mappatura. Ma a spaventarci ancor di più è il ragionamento usato per giustificare questa fornitura: dobbiamo darle a Kiev perché le munizioni convenzionali non bastano più. Secondo questa logica, quando anche le bombe a grappolo saranno finite daremo a Kiev le bombe nucleari tattiche?".

Il Movimento 5 Stelle, per chi lo avesse dimenticato, è divenuto primo partito del paese nel 2018 con un programma in politica estera all’avanguardia che prevedeva esplicitamente un ripensamento della posizione italiana nella NATO (leggete con molta attenzione la parte "Nuovi scenari di alleanze per l'Italia"), aveva portato in Parlamento una proposta di iniziativa popolare per una parlamentarizzazione della presenza di testate nucleari Usa e Nato presenti nel nostro paese. In quel programma era profeticamente individuato come il riarmo dell’Alleanza atlantica e le provocazioni nell’Est Europa avrebbero portato allo scontro con la Russia. E sempre profeticamente, in quel programma, si individuava molto bene come il regime di Kiev, infestato di neo-nazisti, fosse un avamposto coloniale di chi mirava ad uno scontro con Mosca.

Presi i voti e divenuto il primo partito del paese, il Movimento 5 Stelle è da considerare il principale responsabile dell’invio di armi al regime di Kiev. Nel decreto del governo Draghi che avallava l’invio (senza alcuna specifica e in modo atemporale), i voti dei parlamentari grillini - che hanno rinnegato il mandato popolare del 2018, con pochissime eccezioni tra cui l’ex presidente della Commissione affari esteri del Senato, Vito Petrocelli, che, per quel voto perse l’incarico - sono stati decisivi.

La domanda quindi per Pellegrini (attuale capogruppo alla Commissione Difesa) e gli altri prodi grillini che si sforzano nel cercare un senso (poltron)esistenziale oggi è: cosa pensavano esattamente che sarebbe successo quando hanno dato il via libera all’invio di armi senza condizioni al regime di Kiev?

Che cosa pensavano che sarebbe successo, i prodi grillini, dando carta bianca alla NATO - organizzazione criminale responsabile (come brillantemente sostenuto dallo stesso M5S in un lontano passato) di efferati crimini contro l’umanità e bellici – se non l’escalation attuale?

Il Movimento 5 Stelle ha un’enorme responsabilità della belligeranza quasi attiva del nostro paese. Certo peggio ha fatto il nostro premier, Giorgia Meloni, che a Varsavia è andata a dire che abbiamo “posizioni identiche” con quella Polonia ad un passo dal mandare sue truppe in Ucraina per mire territoriali. Ma avete visto un prode grillino chiedere alla premier di venire in Aula a spiegare quelle dichiarazioni? Avete visto loro mozioni, interrogazioni sulla questione? E soprattutto avete visto un grillino preoccuparsi delle decine di testate nucleari presenti nel nostro territorio occupato dagli Usa (NATO)?

Alla nostra email comunicati di questo tipo non sono mai arrivati in questa legislatura. Giungono solo bizzarre dichiarazioni di finti tonti che dopo aver aperto la cella a Hannibal Lecter, si preoccupano di come non debba ammazzare la prossima vittima.

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