"3 soldati russi sconfinano in Estonia". Fun-checking al video di Repubblica
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di Francesco Dall'Aglio*
Chi non ha Twitter (mi rifiuto di chiamarlo X) davvero non sa che si perde. L'ultima di Repubblica (foto 1): sconfinano in Estonia tre soldati "in uniforme dell'esercito sovietico". La cosa più divertente, ad ogni modo, non è questa.


FUN FACT # 1: i tre militari russi (in uniforme ovviamente russa, e non sovietica) hanno sconfinato davvero, non si sa se per errore o per malizia, nel punto indicato nella carta che allego, dove il fiume Narva esce dal lago Peipsi (o, alla tedesca, Peipus). Lo sconfinamento è stato "aiutato", diciamo così, dal fatto che il confine segue il corso del fiume tranne proprio in quel punto, dove c'è un pezzetto di territorio estone. È un tratto di confine molto strano e in nessun altro punto l'Estonia ha terra sulla sponda orientale del fiume Narva né la Russia su quella occidentale. È forse il risultato di un fenomeno di accrezione, molto comune in zone del genere, con paludi e terreno piatto: in quei casi il confine si sposta insieme al fiume e potrebbe essere successo questo, ma bisognerebbe avere sott'occhio le carte catastali del periodo sovietico, che ovviamente non ho a disposizone. Ad ogni modo ci interessa poco perché...


... FUN FACT # 2, questo veramente molto fun: il confine tra Estonia e Russia NON È FORMALMENTE DEFINITO da alcun trattato. De facto è un confine a tutti gli effetti ed entrambe le parti, oltre agli organismi internazionali, lo trattano come tale, ma de jure non è stato mai formalizzato. Quando gli uomini scelsero le tenebre invece che la luce e l'URSS cessò di esistere, fu deciso di comune accordo di considerare i confini amministrativi tra le varie repubbliche come i confini dei nuovi stati indipendenti. Nel 1995 si decise di formalizzare la cosa e ci si accordò sul confine sovietico, con qualche piccolo aggiustamento. Con tutta la calma di questo mondo il trattato venne infine firmato da entrambe le parti e ratificato dal Parlamento estone nel 2005, ma quando i russi lessero la parte scritta in piccolo ritirarono la firma, perché nel testo estone si faceva riferimento ai confini secondo il Trattato di Tartu del 1920, che li poneva (vedi carta) molto più a est che nel 1991 e che secondo i legislatori estoni (solo secondo loro, ovviamente) non aveva mai perso validità. I negoziati ripresero nel 2012 e si conclusero nel 2014. Nel nuovo trattato i riferimenti al confine del 1920 sono stati cassati, ma entrambi i parlamenti non lo hanno ratificato. I confini tra Estonia e Federazione Russa, inclusi quelli marini, restano dunque formalmente non definiti.

Questa cosa mi diverte molto.
*Post Facebook del 19 dicembre 2025

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