Turkmenistan: il nuovo Presidente conferma neutralità, non interferenza, non allineamento con blocchi

Turkmenistan: il nuovo Presidente conferma neutralità, non interferenza, non allineamento con blocchi

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di Maria Morigi

 

Il Turkmenistan con una popolazione di 5 milioni di anime, è poco incline ad associazioni d’area. Ma la totale indifferenza verso il modello americano ed europeo, la conferma della propria identità separata e una relativa uniformità etnica e linguistica, ha assicurato al Paese dei Turkmeni o Turcomanni una stabilità maggiore rispetto alle ex Repubbliche sovietiche centrasiatiche e all’Afghanistan.

 

Secondo Barbara Gallo “Il Turkmenistan è un Paese avvolto nel mistero, visto che poco o nulla si conosce della sua storia (sic!). Raggiunta l’autonomia nel 1991, a seguito della dissoluzione dell’URSS, viene considerato dalle più importanti Organizzazioni dei diritti umani come tra i Paesi più repressivi al mondo. Eppure l’Italia è un importante partner commerciale del Turkmenistan, oltre ad essere uno dei maggiori acquirenti europei del suo petrolio e, dal 2017, uno dei principali esportatori di sistemi di armi di quel Paese.” (IRIAD Review. Studi sulla pace e sui conflitti 08/2021 Turkmenistan e la nuova via delle armi).

 

In realtà non sfugge, leggendo i rapporti degli “esperti” e i titoli giornalistici, che il Turkmenistan è sempre stato considerato un Paese poco credibile se non addirittura dileggiato dall’Occidente – una “dittatura monopartitica personalistica” secondo Wikipedia. L’organizzazione Human Rights Watch lo ha spesso paragonato alla Corea del Nord, perché nessun membro dell’Onu è riuscito ad entrarvi. Nella classifica sulla libertà di stampa di Reporter Sans Frontiere, il paese è 173esimo su 175 (classifica del 2010).

 

Tutte opinioni che ignorano il tessuto della realtà sociale nell’intera Asia centrale, precipuamente organizzata in clan o congregazioni (Mahallah in Uzbekistan, Guzar presso i Tagiki residenti in Uzbekistan, Avlod in Tagikistan) organizzazioni informali di individui legati da parentela reale o fittizia che rappresenta il cuore delle relazioni e dell’identità, mentre la rete ne è il principio organizzatore. I clan hanno resistito e si sono adattati all’imposizione dell’ordine sovietico e ai regimi autoritari e personalistici degli Stati nati dalla dissoluzione dell’URSS. I clan non sembrano gradire in alcun modo la democrazia occidentale.

 

Ma cominciamo a smentire tante opinioni parziali e gratuite: dopo la fine dell’URSS il nuovo Turkmenistan si è impegnato in una ricostruzione identitaria con la valorizzazione delle vestigia archeologiche delle tappe oasi dell’antica Via della Seta (“Antica Merv”, parco archeologico e nei secoli XI-XII capitale dell’Impero dei Selgiuchidi); Haroba Kosht (‘Castello in Rovina’) chiesa paleocristiana nestoriana della fine del regno dei Parti (II sec. d. C.) distrutta da Genghis Khan, nel 1221; Nisa Parthica, città capitale della dinastia degli Arsacidi (247 a.C.- 224 d.C.) portate alla luce proprio dalla ricerca sovietica.

 

Inoltre c’è la grande risorsa del gas: è ben nota la “Porta dell’Inferno”i, un cratere nel deserto Karakum, a Nord di Ashgabat, vicino al villaggio di Derweze, (Darvaza, ‘porta’ in lingua turkmena) che brucia ininterrottamente. L’estrazione di gas e petrolio fa del Turkmenistan il quarto produttore mondiale e più importante fornitore della Cina. Benché tali ricchezze vengano investite in affari con Cina e Russia, è in progetto fin dal 2015 il gasdotto TAPI che collegherebbe il Paese all’India tramite Afghanistan e Pakistan.

 

Avendo ereditato dai sovietici la monocultura del cotone, il Paese è produttore di cotone secondo solo all’Uzbekistan, ma anche economicamente il più avanzato dell’Asia centrale dopo il Kazakhstan. Tuttavia l’economia è ancora prevalentemente rurale - con circa metà della superficie coltivata irrigata con opere di canalizzazione - e l’intero apparato economico reso vulnerabile dalle fluttuazioni dei prezzi sul mercato internazionale. Al settore primario contribuisce l’allevamento che si è sedentarizzato dopo la costruzione di numerosi pozzi. Il tasso di povertà è alto e la popolazione spesso è colpita dalla mancanza di elettricità, gas e acqua, benché sia gas che acqua vengano ancora forniti gratuitamente dallo Stato.

 

Di sovietico nella capitale Ashgabat rimangono le tracce di un centro commerciale a forma di missile, un monumento commemorativo alle vittime della seconda Guerra Mondiale e le automobili russe prodotte a Togliattigrad. Ashgabat ora è rinnovata con un imponente piano edilizio. Il governo riscopre poeti locali, letterati, medici e scienziati che hanno fatto l’onore della terra dei Turkmeni. Come in Uzbekistan, dal 1991 la lingua turkmena è obbligatoria nelle scuole al posto del russo, precedentemente lingua ufficiale, e dal 1995 tutti gli esami si svolgono in lingua turkmena. La Costituzione adottata nel 1992 stabilisce che il titolo di Capo di Stato e di Governo sia vitalizio, assommando i poteri esecutivo, legislativo e giudiziario, e che il Partito Democratico del Turkmenistan (Türkmenistany? Demokratik Partiýasy, TDP) rappresenta il sentire del popolo turcomanno. Ragioni queste per cui il Turkmenistan è stato criticato per la sua impenetrabile vita sociale e politica (Il visto di transito per un massimo di cinque giorni era tutto ciò che veniva concesso fino al 2011 a coloro che dichiaravano di visitare il paese come turisti o osservatori).

 

I Presidenti post-sovietici. Gli anni successivi all’indipendenza dall’URSS sono stati dominati dalla figura di Saparmurat Nyyazow, energico capo del TDP e protagonista di un imponente culto della personalità. La sua statua d’oro raffigurante il capo che indica il sole (attraverso congegni ad orologeria le statue seguono i movimenti solari), una quantità imbarazzante di statue di Nyyazow furono innalzate su ogni piedistallo a disposizione. Il calendario fu modificato, utilizzando nomi della famiglia presidenziale, per designare giorni e mesi. L’esaltazione del clan presidenziale avvenne anche attraverso una politica matrimoniale tra famiglie di alto rango e città ribattezzate con il nome del capo. Nyyazow, assunto il titolo di Turkmenbashi “Signore di tutti i Turkmeni”, fondò la propria autorità sul Ruhnama, il “Libro d’Oro”, ove erano fissate le sue teorie filosofiche e politiche e il cui studio divenne obbligatorio per accedere a cariche pubbliche. In base al Libro d’Oro, il popolo turcomanno deve preservare al massimo i propri costumi da corruzioni esterne: vietate le acconciature di capelli, baffi e barbe non tipiche del Turkmenistan, vietata la diffusione di musiche e libri non turkmeni. Nonostante questi argini etici, nel 2007 quando un infarto colpì il Turkmenbashi, la corruzione rimaneva diffusa.

 

Dopo la scomparsa del Presidente è entrato in carica, per dittatura ereditaria, il delfino Gurbanguly Berdimuhammedow, dentista personale di Nyyazow, già ministro della Salute e presidente del Partito Democratico Turkmeno. Alle elezioni presidenziali del 2012 Gurbanguly, che fin dal 2007 si era avvicinato a Russia e Kazakhstan per sostenere il gasdotto che attraversa le steppe fino a Mosca, è stato riconfermato capo del Paese con il 97,14 % dei consensi. Gurbanguly è stato così Presidente del Turkmenistan per tre mandati dal dicembre 2006 al 19 marzo 2022, insignito del titolo onorifico Arkadag, che significa "protettore". Nel 2007, il nuovo presidente cancellò uno dei decreti più impopolari del defunto Nyyazow, restituendo ad oltre 100.000 persone le pensioni (drasticamente ridotte di fronte ad una crisi economica mai specificata). Inoltre al 20º congresso del Consiglio del Popolo del 2007 furono approvati decreti di aumento del 40% degli stipendi degli insegnanti di scuola pubblica e in materia di efficienza agricola. Introdotto un sistema multipartitico, il Paese si è aperto al turismo, biblioteche e scuole sono state riaperte nelle aree rurali. È stato eliminato il diritto presidenziale di dare un nome ai monumenti, alle istituzioni e alle città; i mesi e i giorni della settimana sono ritornati ai loro nomi tradizionali. E escludendo qualsiasi avvicinamento alla democrazia di tipo occidentale, il presidente ha preparato il Turkmenistan “ad interagire con la SCO -Shanghai Cooperation Organisation- in materia di terrorismo e traffico di droga” (vertice di Dushanbe in Tagikistan del 17 settembre 2021).

 

Dal 19 marzo 2022, Serdar Berdimuhamedow sarà il terzo presidente del Turkmenistan, in seguito alle elezioni presidenziali svolte lo scorso 12 marzo, anticipate per l’annuncio di dimissioni di Gurbanguly che ha nominato il figlio Serdar candidato alla presidenza e preparato il passaggio di consegne. Le elezioni presidenziali hanno visto la partecipazione di nove candidati tra cui Hydyr Nunnaýew, indipendente, che ha raggiunto l’11,09% dei consensi, miglior risultato per un candidato esterno al TDP; terzo posto per Agajan Bekmyradow  candidato del Partito Contadino del Turkmenistan che sostiene il governo.

 

Serdar, come previsto dalla nuova Costituzione fatta approvare da suo padre attraverso un referendum, occuperà l’incarico per almeno sette anni. Ha immediatamente ricevuto le congratulazioni di Vladimir Putin, in nome degli ottimi rapporti che intercorrono tra i due Paesi. Putin ha anche ringraziato calorosamente il dimissionario Gurbanguly per il suo contributo allo sviluppo delle relazioni bilaterali e ha espresso fiducia che continuerà a promuovere il rafforzamento del partenariato strategico russo-turkmeno.

 

Anche il presidente cinese Xi Jinping si è congratulato con il vincitore, sottolineando che la Cina è lieta dei rapidi progressi compiuti dal Turkmenistan nella costruzione della nazione e disposta a collaborare con il presidente eletto - in occasione del 30° anniversario dei legami diplomatici tra i due Paesi - per scrivere insieme un nuovo capitolo della partnership strategica Cina-Turkmenistan.

 

All’interno dell’alleanza asiatica SCO il Turkmenistan si trova nella condizione di ospite osservatore. Va ricordato che le altre Repubbliche centrasiatiche sono anch’esse membri dell’ Organizzazione del Trattato di sicurezza collettiva (CSTO) con Russia e Cina. L’unica eccezione è proprio il Turkmenistan che - data anche l’influenza della Turchia sul paese - persegue deliberatamente una politica autonoma secondo le convinzioni già espresse dal primo presidente Nyyazow: "La neutralità permanente positiva, la non interferenza negli affari interni di altri Stati, il non allineamento con eventuali blocchi e raggruppamenti militari e altri obblighi internazionali previsti dalla Costituzione del Paese sono alla base delle relazioni del Turkmenistan con tutti gli Stati del mondo".

 

i La cd “Porta dell’Inferno” è una voragine di origine artificiale su un deposito di gas naturale, provocata nel 1971 da geologi sovietici che lavoravano alla perforazione di una piattaforma petrolifera. Il terreno crollò improvvisamente, precipitando in una caverna piena di gas naturale ed inghiottendo tutte le attrezzature degli scienziati; si aprì così una via di fuga al gas che venne incendiato per evitare conseguenze ambientali peggiori. Da allora il cratere brucia ininterrottamente, tanto che è diffusa la credenza che si tratti di un fenomeno soprannaturale. Il cratere attuale di notte è visibile a chilometri di distanza e il forte odore sulfureo che pervade la zona ha fatto della Porta dell'Inferno una fra le mete turistiche del Turkmenistan.

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