Pierluigi Fagan - MATTATOIO MULTIPOLARE
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di Pierluigi Fagan*
Interessante video di Repubblica che illustra l’intenso traffico di armi promosso dall’Ucraina ed apertamente pubblicizzato da KYIV Post vicino ai servizi segreti.
Gli ucraini forniscono uomini preparati e mezzi quantomeno ai jihadisti siriani, ai tuareg in lotta contro il governo militari del Mali a sua volta in lotta contro i jihadisti, ad una fazione nella guerra civile nel Sudan dove c’è una guerra civile a noi per lo più invisibile.
Fonti DW e Politico, dicono che Stockholm International Peace Research Institute (SIPRI), certifica il drammatico incremento di acquisti armi in Europa che ha beneficiato l’industria US. Gli US hanno fatto +17% in vendite, rifornendo metà mondo (107 paesi, primato storico da quando SIPRI monitora questi flussi).
Formalmente l’Ucraina è diventata il quarto acquirente di armi nel mondo, “formalmente” non perché il dato sia ambiguo, è ambigua la dicitura “acquirente” in quanto l’Ucraina è uno Stato fallito che certo non ha risorse proprie per acquisto armi. I fondi glieli diamo noi europei.
Esportazioni russe -53%, esportazioni francesi +47% magari per trovare i soldi per restaurare Notre Dame perché la Madonna è importante per la nostra immagine di mondo. Chissà poi se Macron ha davvero così fervidi sentimenti religiosi, il papa pare averne dubitato ed ha disertato la kermesse di celebrazione della nostra gloriosa civiltà millenaria.
I russi comunque ormai riforniscono all’estero solo 12 paesi anche perché ha agito una forte dissuasione da parte americana ed europea a rifornirsi dal “nemico”. Gestendo WB e IMF, soprattutto nel Secondo e Terzo Mondo, viene facile suggerire cosa va fatto e cosa non va fatto. I tedeschi seguono i francesi e del resto meno auto più tank (sottomarini, fregate) è un bell’equilibrio.
Politico ci informa che oltre il contrabbando delle armi inviate dagli occidentali in Ucraina e girate da questi all’estero, chissà poi se decidono loro chi a cosa, la lobby degli armaioli ucraini (nuova industria di punta del disastrato paese che certo non verrà dismessa nel futuro) sta facendo saltare il divieto di esportazione ufficiale previsto dalla legge.
Dicono che così potrebbero fatturare il giusto e pagare più tasse, oro per le esangui casse di Kiev. O forse, più che per esangui casse statali, per pagare le forniture americane. Ma le industrie europee, annusando il deal con in testa i miti danesi (c’è del marcio in Danimarca?), si stanno accodando dicendo che a loro piacerebbe non poco produrre in Ucraina a costi minori e più vicini al business internazionale. Wow! la cosa fa anche occupazione, perché no?
Del resto, l’industria militare ucraina produce tre volte la capacità di spesa del governo, il vantaggio ricardiano chiama. Peccato solo che Pechino non venda loro le componenti essenziali per le schede dei droni e quindi deprima l’esuberanza produttiva, strascichi della precedente globalizzazione che le nuove strategie “re-shoring” americane puntano a correggere.
Insomma, se Hegel aveva l’impressione che la storia si svolgesse in un enorme e irragionevole mattatoio (Lezioni sulla filosofia della storia), la nostra gloriosa civiltà pare intenzionata a trasformare la transizione multipolare da piscina a laghetto? mare interno? oceano? del prezioso fluido vitale.
Del resto, Trump ha detto che il mondo dovrà rendersi conto cosa significa il voler perdere la funzione di sergente ordinativo l’anarchico ambiente planetario svolta dagli US in questi decenni. Il mondo dovrà pentirsi e magari strisciare a chiedere perdono invocando disperato il ritorno dell’ordine e relativo fatturato.
La civiltà la fanno i popoli ma da noi i popoli non sanno, non hanno tempo e hanno altre preoccupazioni, è Natale, c’è da fare l’albero ed il presepe, così la civiltà è guidata da pochi che la interpretano a modo loro ma in nostro nome e per conto. Al tribunale della storia o del conto finale potremo sempre dire "chi, io? ma non sapevo, non avevo idea, avevo da fare". Che poi al fatto che esista il tribunale finale del giudizio universale che ci crede davvero più? Tutto il nostro mondo si basa su un enorme "come se..." nulla è davvero come ci piace farlo sembrare.
Siamo la civiltà che ha superato di slancio il dilemma tra essere e avere col sembrare.
[Nella foto valenti ucraini in Sahel, il video citato qui: https://www.repubblica.it/.../siria_sahel_sudan_la.../... nei commenti link a gli articoli DW e Politico]
*Post Facebook del 15 dicembre 2024