Perché hanno preso di mira il Bangladesh?

6273
Perché hanno preso di mira il Bangladesh?

 

di @lauraruhk

 

Le proteste studentesche in Bangladesh sono iniziate come dimostrazioni legittime e pacifiche, ma si sono rapidamente trasformate in rivolte e non solo a causa della brutalità della polizia.

Si scopre che i manifestanti sono stati presi di mira da una campagna di disinformazione condotta da loschi account di social media e bot, per lo più controllati da agenzie del caos britanniche e statunitensi.

Hanno diffuso narrazioni infiammatorie e ora stanno cercando di istigare alla violenza settaria.

USAID, NED e altre organizzazioni statunitensi hanno investito molto nella "promozione della democrazia", hanno finanziato ONG, hanno formato leader della comunità, formato attivisti e leader studenteschi.

Il Bangladesh è l'ottavo paese più popolato al mondo, ci vivono quasi 170 milioni di persone. La maggior parte della popolazione bengalese si identifica come musulmana (89,1%), mentre il 10% si identifica come indù.

- Perché hanno preso di mira il Bangladesh? La Cina è il principale fornitore di armi, investitore e partner commerciale del Bangladesh. La Cina ha investito oltre 10 miliardi di dollari in Bangladesh nell'ambito della Belt and Road Initiative. Il Bangladesh mantiene anche ottimi rapporti con India e Russia e l'anno scorso ha fatto domanda per entrare a far parte dei BRICS.

- Dopo che lunedì l'impopolare Primo Ministro Sheikh Hasina si è dimesso e l'esercito ha preso il controllo, verrà istituito un governo ad interim per gestire il paese.

 

* Post Telegram del 5 agosto 2024

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

RADIO GAZA - puntata 4 - “A costo della vita, non lasceremo Gaza” di Michelangelo Severgnini RADIO GAZA - puntata 4 - “A costo della vita, non lasceremo Gaza”

RADIO GAZA - puntata 4 - “A costo della vita, non lasceremo Gaza”

Lo "strano" silenzio sull'incendio nel porto di Amburgo di Francesco Santoianni Lo "strano" silenzio sull'incendio nel porto di Amburgo

Lo "strano" silenzio sull'incendio nel porto di Amburgo

Il Saccheggio Coloniale della Cultura Nativa Americana di Raffaella Milandri Il Saccheggio Coloniale della Cultura Nativa Americana

Il Saccheggio Coloniale della Cultura Nativa Americana

Care "celebrity" che (ora) vi vergognate di Israele e dell'occidente di Francesco Erspamer  Care "celebrity" che (ora) vi vergognate di Israele e dell'occidente

Care "celebrity" che (ora) vi vergognate di Israele e dell'occidente

Il vocabolario è saturo di Paolo Desogus Il vocabolario è saturo

Il vocabolario è saturo

Xi incontra i leader dell'UE a Pechino di Gao Jian Xi incontra i leader dell'UE a Pechino

Xi incontra i leader dell'UE a Pechino

Situazione grave (ma non seria) a quota 8000 di Alessandro Mariani Situazione grave (ma non seria) a quota 8000

Situazione grave (ma non seria) a quota 8000

La scuola sulla pelle dei precari di Marco Bonsanto La scuola sulla pelle dei precari

La scuola sulla pelle dei precari

Vladivostok. La risposta di Putin ai "volenterosi" di Marinella Mondaini Vladivostok. La risposta di Putin ai "volenterosi"

Vladivostok. La risposta di Putin ai "volenterosi"

Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente di Gilberto Trombetta Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente

Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente

Stipendi e differenze, un confronto tra Italia e Germania di Michele Blanco Stipendi e differenze, un confronto tra Italia e Germania

Stipendi e differenze, un confronto tra Italia e Germania

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino di Paolo Pioppi Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti