Milano Finanza: "Italia paradiso fiscale... ma non per gli italiani"

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Milano Finanza: "Italia paradiso fiscale... ma non per gli italiani"

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di Stefano Porcari - Contropiano

“L’Italia è un  paradiso fiscale. Proprio così, ma non per gli italiani”. A scriverlo in un editoriale è il direttore del quotidiano Milano Finanza, Mario Sommella.

Secondo quanto pubblicato nei giorni scorsi da Italia Oggi, ma sulla base di quanto denunciato dalla Corte dei Conti, sono saliti a 1.136 i super ricchi  che nel 2022 hanno preso la residenza in Italia grazie ai benefici fiscali per milionari stranieri decisi qualche anno fa dal governo di centrosinistra. Non solo. Pare che nel 2023 ne potrebbero essere arrivati altri 500. A conferma che il Belpaese, visto dai ricchi stranieri, somiglia sempre più a quella “vigna dei cojoni” con cui i romani sono soliti definire i luoghi gestiti dagli imbecilli.

Nella Relazione sul rendiconto generale dello Stato per l’anno 2023, la Corte dei Conti è tornata sulla questione dell’imposta sostitutiva da 100.000 euro per i Paperoni, Ai profani come noi il dettaglio può non essere comprensibile, ma secondo il direttore di Milano Finanza il tema è invece di grande rilevanza in vista dell’imminentefuga dei milionari dal Regno Unito, dopo la preannunciata abolizione del regime res non dom, attesa per il 2025.

I ricchi stranieri o italiani all’estero sono in grande agitazione per gli scossoni politici in corso in Europa e negli Stati Uniti. I numeri di chi guarda ai benefici fiscali in Italia sono in aumento e stanno rientrando sia numerosi italiani che i primi francesi, spaventati dall’incertezza politica. Su tutti, primeggiano però gli statunitensi che hanno scelto di vivere in Italia abbandonando gli States.

I numeri di questa immigrazione dei ricconi sono dunque in aumento. Nel 2022, secondo la Corte dei Conti, ad aderire al regime erano stati 818 contribuenti principali e 318 familiari. Quattro anni prima – nel 2018 – erano solo 196 i contribuenti principali e 67 i familiari. Nel quinquennio 2018-2022 il regime ha quindi generato versamenti per circa 254 milioni di euro, di cui 232 per i contribuenti principali e poco meno di 22 milioni per i familiari.

Secondo Milano Finanza il dato poi è destinato a crescere se si considera che l’Agenzia delle Entrate ha risposto, nel 2023, a 576 interpelli che si presentano in via facoltativa prima dell’esercizio dell’opzione, di manifestazione di interesse di trasferimento in Italia.
L‘Agenzia delle Entrate non sembra però in grado di quantificare il reddito aggiuntivo prodotto in Italia da questi novelli Paperoni che hanno preso la residenza nel nostro paese.

Ma la Corte dei Conti non si è limitata a illuminare i benefici fiscali per gli stranieri, infatti ha fotografato anche i ricchi italiani che godono di un regime di favore in un paradiso fiscale all’estero. Nel 2021, erano circa 32.778 i ricconi italiani residenti in stati o territori esteri a regime fiscale privilegiato  che avevano dichiarato la disponibilità di fonti reddituali soggette a dichiarazione in Italia.

Tra il 2019 e il 2023, l’Agenzia delle Entrate ha dunque effettuato 917 controlli su questi soggetti (meno di un trentesimo dunque) e con un esito positivo nel 77,1% dei casi. La maggior parte dei controlli ha riguardato contribuenti italiani residenti in Svizzera (69,9%).

Tutti i centri studi o di ricerca certificano il vertiginoso aumento delle disuguaglianze sociali nel nostro e in altri paesi, eppure i governi – di destra o di centro-sinistra – continuano ad alimentare la perversa illusione liberista del trikle down cioè dello sgocciolamento. Varano continuamente leggi fiscali che arricchiscono i ricchi perché questi lascerebbero “sgocciolare” qualcosa verso il basso. Ormai sono decenni che non è più così e le devastazioni sociali che questo ha provocato sono sotto gli occhi di tutti.

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